Gesù sotto processo: il pensiero da scienziato e il pensiero da avvocato
Alcuni apologeti cristiani sostengono che un’aula di un tribunale sia un’ottima analogia per valutare le prove delle affermazioni del cristianesimo. Non è così. Un’aula di un tribunale è proprio il luogo in cui non dovremmo andare a cercare la verità. Possiamo fare molto meglio.
Consideriamo la differenza tra un avvocato in un’aula di un tribunale e uno scienziato in un’università. Lo scienziato è incoraggiato a condividere le ricerche con i colleghi e a chiedere consigli. L’apertura e la collaborazione sono qualità essenziali della ricerca scientifica. Gli scienziati devono seguire le prove, anche se queste portano lontano da un’ipotesi di cui sono convinti.
È evidente il contrasto con il modo in cui lavora l’avvocato. Un’aula di un tribunale è un ambiente volutamente conflittuale. Non c’è un rapporto collegiale tra le parti in causa, non c’è un incontro di vedute, non c’è un compromesso. Se pagate qualcuno per rappresentarvi in un tribunale, quell’avvocato deve presentare solo una versione del caso: la vostra. Volete che l’avvocato sia di parte e sostenga solo la vostra posizione. Le prove sono utili solo nella misura in cui sostengono la tesi dell’avvocato. L’altra parte fa la stessa cosa dal suo punto di vista e un giudice o una giuria decide i meriti relativi delle due parti.
Il concetto di doppia incriminazione (una persona non può essere processata due volte per lo stesso reato) si applica nel campo degli avvocati, ma non esiste un equivalente per gli scienziati. Un’ipotesi o una teoria è sempre provvisoria e ogni conclusione può essere rivista o ribaltata.
Il pensiero dello scienziato contrapposto a quello dell’avvocato in un tribunale è brainstorming vs. segretezza. È un forum contro un campo di battaglia. È la ricerca della verità contro la presunzione della propria correttezza. Gli scienziati devono essere disponibili a cambiare idea e a sostenere altre ipotesi, mentre gli avvocati in un tribunale sono obbligati a mantenere la propria posizione indipendentemente dalle argomentazioni della controparte. A un avvocato in un tribunale è vietato dire «Ok, mi hai convinto e ho cambiato idea». Invece nella scienza questo accade continuamente. Non c’è nulla di male in questo tipo di pensiero da avvocato, ma non bisogna confonderlo con il pensiero da scienziato.
I nostri cervelli imperfetti sono affetti da preconcetti come il pregiudizio di conferma (notare solo le prove che confermano ciò che già si crede) o l’effetto verità (fidarsi di un’affermazione solo perché la si è sentita molte volte). Questi preconcetti fanno sì che il pensiero da avvocato sia un comportamento naturale nel quale cadere, ma che inizia con la conclusione invece di seguire le prove.
Il pensiero religioso è spesso simile a quello di un avvocato: ci si concentra sugli aspetti positivi del caso e si ignorano quelli negativi. Ma il pensiero religioso può essere ancora più inaffidabile perché spesso si basa sull’intuizione, sulla tradizione, sull’autorità e sulle affermazioni della rivelazione piuttosto che sulle prove oggettive.
Siamo tutti soggetti al rischio di pensare in modo errato, ma bisogna ammettere di aver commesso questo errore naturale. Cercate di mettere da parte il vostro ego e di aprire la mente a nuove possibilità. Il pensiero scientifico fa l’uso più onesto delle prove disponibili. Utilizzatele per giungere alla conclusione più affidabile.
(45/50 – continua)
Immagine: Joe Ravi (CC-BY-SA 3.0) via Wikimedia
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All material on this article is copyright 2023 by Bob Seidensticker. Translation By Choam Goldberg.
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