Il cristianesimo in 2 minuti – 36/50

La nascita virginale: né virginale né profetizzata per Gesù


A Natale ci viene ricordata la profezia più nota della Bibbia: quella della nascita virginale. Ci viene detto che la nascita di Gesù ha adempiuto a una profezia scritta 750 anni prima nel libro di Isaia nell’Antico Testamento.

Il primo problema di quest’affermazione è che la prova dell’adempimento non è indipendente, ma proviene dal Vangelo di Matteo, il cui autore avrebbe letto la profezia. Una profezia realizzata avrebbe migliorato la storia di Gesù, quindi come facciamo a sapere che non ha letto la profezia e poi ha scritto che si era adempiuta?

I tre versetti rilevanti del capitolo 7 di Isaia non sono nemmeno una profezia di un messia. Ecco la storia di quel capitolo: alla fine dell’VIII secolo a.C., la Siria e Israele si allearono con i Paesi vicini per proteggersi dall’Assiria, il bullo locale che stava facendo incetta di Stati più piccoli, ma la Giudea rifiutò di unirsi all’alleanza e la Siria e Israele, temendo un potenziale nemico, mossero per conquistarla.

Dio parlò attraverso il profeta Isaia per dire al re di Giudea che, se avesse avuto fede, i suoi nemici sarebbero stati distrutti. Isaia gli diede un segno: «Avverrà che la giovane incinta darà alla luce un figlio e lo chiamerà Emmanuele (Dio con noi). Egli si nutrirà di panna e di miele finché non sarà in grado di distinguere il bene dal male. Ma prima che arrivi a questo punto, il territorio di quei due re che ti fanno tanta paura verrà abbandonato dai suoi abitanti».

In altre parole, tra cinque o dieci anni i vostri nemici saranno distrutti: questo è il senso della storia di Emmanuele. Il bambino è semplicemente un orologio vivente. E non solo Emmanuele non è un messia, ma la sua storia in tre versetti non è nemmeno una parte significativa di questo capitolo, che prosegue descrivendo il doloroso futuro della Giudea dopo la conquista da parte dell’Assiria.

Isaia fa precedere la profezia al re con la frase: «Ebbene, il Signore vi darà lui stesso un segno». Questo segno era ovviamente un evento a breve termine, poiché doveva avvenire durante la vita del re. La storia di Emmanuele è sì una profezia, ma è una profezia che si realizzerà nel giro di pochi anni, non dopo 750 anni.

Ricordate la profezia di Emmanuele: «Egli si nutrirà di panna e di miele finché non sarà in grado di distinguere il bene dal male. Ma prima che arrivi a questo punto, il territorio di quei due re che ti fanno tanta paura verrà abbandonato dai suoi abitanti». Questo non corrisponde alla vita di Gesù. E dove troviamo la crocifissione e la risurrezione nella vita di Emmanuele?

La storia non prevede nemmeno una nascita miracolosa: una donna vergine avrà un rapporto sessuale, rimarrà incinta e partorirà un maschio. Non c’è nulla di miracoloso né di sorprendente. Se questa predizione comportasse un miracolo, ci aspetteremmo che se ne parli di più per eliminare la (ovvia) spiegazione banale.

Isaia non usa nemmeno la parola «vergine». Poiché l’autore di Matteo conosceva il greco, è probabile che avesse più familiarità con la traduzione greca delle Scritture, la Septuaginta. Il termine originale ebraico significava «giovane donna». Sebbene le Bibbie moderne usino spesso «vergine» nel libro di Isaia, questo sembra avere l’unico scopo di preservare la profezia immaginaria.

Come ironia finale, Matteo rifiuta la sua stessa profezia. Il bambino non si chiama Emmanuele, come richiesto da Isaia, bensì Gesù!

Bob Seidensticker


Note

La storia della nascita virginale non è un’esclusiva di Gesù. Alessandro Magno in Grecia, i Cesari a Roma e i Tolomei in Egitto sostenevano di essere nati da una vergine o di essere stati concepiti divinamente. La versione di Gesù è probabilmente nata da questa leggenda piuttosto che essere un fatto storico.

La Septuaginta, chiamata anche LXX (per 70), è una traduzione della Bibbia ebraica in greco. Il Pentateuco (i primi cinque libri) fu tradotto intorno al 250 a.C. e il resto circa un secolo dopo. La leggenda narra che 70 studiosi ebrei di Alessandria d’Egitto furono incaricati della traduzione e che giunsero indipendentemente a traduzioni identiche.

E così si realizzò quel che il Signore aveva detto per mezzo del profeta Isaia:
Ecco, la vergine sarà incinta,
partorirà un figlio ed egli sarà chiamato
Emmanuele.
Questo nome significa: «Dio è con noi».
– Matteo 1,22-23

Ebbene, il Signore vi darà lui stesso un segno. Avverrà che la giovane incinta darà alla luce un figlio e lo chiamerà Emmanuele (Dio con noi). Egli si nutrirà di panna e di miele finché non sarà in grado di distinguere il bene dal male. Ma prima che arrivi a questo punto, il territorio di quei due re che ti fanno tanta paura verrà abbandonato dai suoi abitanti.
– Isaia 7,14-16.

In ebraico il suo nome era Yeshua. Attraverso il greco prima e il latino poi, otteniamo il nome italiano Gesù. Da una variante di Yeshua si ottiene il nome affine Joshua.


(36/50 – continua)

Immagine: Chester Cathedral, (CC BY-SA 3.0) via Wikimedia

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All material on this article is copyright 2023 by Bob Seidensticker. Translation By Choam Goldberg.


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