8 domande per due apologeti bigotti privi di empatia
1. Siccome tutto – tutto! – ciò che accade è provocato o permesso – e per quanto riguarda la responsabilità non c’è alcuna differenza – da Dio, allora anche la morte per meningite dopo una lunga agonia di una bambina di 7 anni è provocata o permessa da Dio? Se non è così, si giustifichi la contraddizione.
2. Siccome Dio è perfettamente giusto, allora la morte per meningite dopo una lunga agonia di una bambina di 7 anni provocata o permessa da Dio è perfettamente giusta? Se non è così, si giustifichi la contraddizione.
3. Siccome siamo tutti peccatori, anche una bambina di 7 anni è una peccatrice? In questo caso, in che cosa consiste il suo peccato?
4. Se «il salario del peccato è la morte», la morte per meningite dopo una lunga agonia di una bambina di 7 anni è il salario del suo peccato?
5. Se il peccato della bambina, per il quale ha ricevuto la morte come salario, è il peccato originale,
a. in che cosa consiste il peccato originale?
b. da chi è stato commesso il peccato originale e quando?
c. perché un peccato commesso da qualcuno nel passato deve essere scontato con la morte dopo una lunga agonia da una bambina di 7 anni nel presente?
6. Se tutto ciò che accade è provocato o permesso da Dio, dovremmo biasimare e condannare e ostacolare chi provoca il dolore altrui e, riuscendoci, realizza la volontà di Dio, che, se fosse contrario, impedirebbe quelle azioni? Se non è così, si giustifichi la contraddizione.
7. Se non è giusto che i bambini muoiano perché «siamo fatti per la vita», come si spiega che i bambini muoiano?
8. Se con «vita» per la quale saremmo fatti si intende «vita eterna», cioè una vita ultraterrena nell’aldilà, com’è possibile che sia giusto che una bambina di 7 anni muoia per meningite dopo una lunga agonia? Perché Dio provoca o permette la morte della bambina dopo atroci sofferenze, invece di donarle la vita eterna in modo indolore?
Condizione tassativa
Non verrà accettata alcuna risposta del tipo «Mistero della fede!», in una qualsiasi variante come «non sappiamo», «Dio ha ragioni che non possiamo conoscere», «a noi manca il quadro complessivo», «dobbiamo fidarci di Dio». Ogni risposta di questo genere verrà considerata un’implicita ammissione della incapacità di rispondere alle domande, portando a concludere che sì, la credenza nel Dio abramitico è una stronzata, ma ci si crede lo stesso.