Il cristianesimo in 2 minuti – 11/50

Il famoso Credo di Paolo: 1 Corinzi 15 è Storia?


Il Vangelo di Marco è il primo Vangelo, scritto intorno al 70 d.C., ma Paolo scrisse la sua prima epistola alla chiesa di Corinto più di un decennio prima. Questo passo contiene la prima affermazione della risurrezione di Gesù:

Prima di tutto vi ho trasmesso l’insegnamento che anch’io ho ricevuto: Cristo è morto per i nostri peccati, come è scritto nella Bibbia, ed è stato sepolto. È risuscitato il terzo giorno, come è scritto nella Bibbia, ed è apparso a Pietro. Poi è apparso ai dodici apostoli, quindi a più di cinquecento discepoli riuniti insieme. La maggior parte di essi è ancora in vita, mentre alcuni sono già morti.
– 1 Corinzi 15,3-6

Le ipotesi sulla datazione di questo importante passo variano molto. Alcuni sostengono che sia precedente alla lettera di Paolo. Dicono che sembra in uno stile diverso, come se fosse una dichiarazione di fede che i credenti avrebbero recitato. Un esempio familiare ai cristiani moderni è il Credo dell’Apostolo. Sebbene Paolo abbia scritto questa epistola circa 30 anni dopo la crocifissione, questo frammento sarebbe stato un Credo orale già da pochi anni dopo la morte di Gesù. Ciò sarebbe la prova che la fede nella risurrezione risale a molti anni prima dello scritto di Paolo.

Questa convinzione popolare non regge alla prova dei fatti. Se il passo è un Credo, allora non è una prova della risurrezione. Un Credo è una dichiarazione di fede, un’affermazione di ciò che si crede, non dei motivi per cui gli altri dovrebbero crederci. In effetti sembra proprio un Credo. Non c’è alcuna menzione della data o del luogo, come farebbe una cronaca, e il passo afferma «Cristo è morto per i nostri peccati» come dogma (una credenza non soggetta a discussione), senza alcuna prova.

Lo stile diverso che i cristiani indicano potrebbe invece suggerire che un copista lo abbia inserito decenni dopo che Paolo aveva scritto l’originale.

L’intervallo tra l’originale di questa epistola e la nostra copia più antica è di circa 150 anni. Ciò significa che ci sono state molte possibilità di manipolazione da parte dei copisti che hanno copiato e ricopiato la lettera, soprattutto durante i primi turbolenti anni della nuova religione cristiana, quando i dogmi erano ancora in fase di definizione. Possiamo solo immaginare quali modifiche siano state apportate.

Ci sono altre ragioni per mettere in dubbio questo passo come prova del cristianesimo. Gesù «risuscitato il terzo giorno, come è scritto nella Bibbia» è un riferimento al libro di Giona («Per ordine del Signore, un grande pesce ingoiò Giona ed egli rimase nel suo ventre tre giorni e tre notti.»), ma la risurrezione non può essere «secondo» questa scrittura se l’autore di Giona non stava facendo una profezia. E questa «profezia» fallisce perché Gesù è rimasto morto solo per due notti, dal venerdì sera alla domenica mattina.

Infine ogni Vangelo chiarisce che le donne furono le prime a vedere Gesù risorto, ma Paolo le ignora nella sua lista cronologica di testimoni.

Affermazioni straordinarie esigono prove straordinarie, e un’affermazione soprannaturale come la risurrezione è certamente straordinaria. Nel migliore dei casi, il passo di Paolo in 1 Corinzi 15 dice che la risurrezione era una credenza dei primi cristiani, ma è una prova insufficiente che la risurrezione sia stata un evento storico.

Bob Seidensticker


Note

La maggior parte delle epistole di Paolo sono state scritte a Chiese di diverse città o regioni. 1 e 2 Corinzi furono scritte alla Chiesa di Corinto. Efesini era per la Chiesa di Efeso, Filippesi per la Chiesa di Filippi e così via per le chiese di Roma, della Galazia, di Colosse e di Tessalonica.

Un’epistola è una lettera. Tutti i libri del Nuovo Testamento, oltre agli Atti, all’Apocalisse e ai quattro Vangeli, sono epistole.

Fratelli, vi ricordo il messaggio di salvezza che vi ho portato, che voi avete accolto e nel quale rimanete saldi.
– 1 Corinzi 15,1

L’intervallo tra la paternità di questa epistola e la nostra copia più antica è di circa 150 anni. Il primo manoscritto di questo passo è il Papiro 46, datato al 200 circa.

È risuscitato il terzo giorno, come è scritto nella Bibbia (…)
– 1 Corinzi 15,4

Per ordine del Signore, un grande pesce ingoiò Giona ed egli rimase nel suo ventre tre giorni e tre notti.
– Giona 2,1


(11/50 – continua)

Immagine: Wikimedia, CC BY-SA 4.0

Tutte le puntate.

Leggi la versione originale dell’articolo.

Ascolta l’articolo nel podcast o nel canale YouTube.

All material on this article is copyright 2022 by Bob Seidensticker. Translation By Choam Goldberg.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Sono ateo/a per quanto riguarda il Dio della tradizione abramitica. *

1. L'accesso alla possibilità di commentare è concesso solo a chi si dichiara esplicitamente ateo/a.
2. Qualsiasi credente si dichiari ateo/a senza esserlo sta commettendo il peccato di apostasia. Ricorda: Yahweh/Dio/Allah ti vede sempre!
3. Tutti i commenti sono soggetti a moderazione. Fra l'immissione e la pubblicazione può trascorrere anche qualche ora. Sicché porta pazienza.