Genni racconta la propria Storia per «Io senza Dio».
A un certo un punto della mia infanzia hanno cambiato il mio stato da atea a cattolica di santa romana chiesa. Non ne ho oggettivamente un gran ricordo. Quello che però ricordo è il periodo di studio nelle scuole private cattoliche. Non per vezzo, ma per necessità lavorative dei miei genitori.
Ovunque suore dall’età di 3 anni fino ai 14, con la fine delle scuole medie. Oltre a ciò, il parroco della zona dove abitavo doveva essere particolarmente sadico. Regolare catechismo per i sacramenti: comunione e cresima. Orbene, essendo sempre stata una fanatica della lettura, ho preso seriamente a leggere ciò che le suorine più o meno intortavano ogni giorno.
La rivelazione di ciò che ero prima (atea) fu tra gli 8 e i 9 anni. Un brutto incidente mandò in coma mia mamma. Mentre lei era fuori combattimento, io cominciai a leggere la bibbia per passare il tempo. Non la versione edulcorata che proponevano nella scuola. Quella reale, invece. Quella in cui un film splatter è in realtà un corto disneyano. Ingenuamente chiesi qualche spiegazione. Facile immaginare le pezze aggiunte dalle suorine. Alle medie per mia curiosità mi ritrovai a leggere il corano e il libro di mormon. È bene conoscere il nemico, aggiungo adesso.
All’età di 16 anni, mia nonna (cattolica nella versione più candida) mi raccontò del suo viaggio della speranza verso quel simpaticone di padre pio. Non so come mai mi confidasse quel peso che tanto aveva portato dentro, ma, in parole povere, lei cercava il miracolo per un figlio malato di meningite e morto dopo 13 mesi di dolori atroci. Quello che sarebbe potuto essere mio zio aveva 12 anni al momento della dipartita. Per farla breve il pio fraticello disse più o meno: «Cazzi tuoi».
Ci sono stati molti altri esempi nella mia vita di «bontà» divina. Non ultimo la morte di mio marito, dopo aver combattuto tre tumori. Manco fosse stato Attila in un’altra vita.
Quindi, per finire questa mia piccola confidenza, sposata in comune, con un figlio nato felicemente ateo e mantenuto tale e una nuora sulla via dello sbattezzo.
Genni
P.S.: Ciò che è scritto in minuscolo è volutamente lasciato così per motivi di scarsa importanza.
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Mi fa piacere che sei tornata atea dopo le tristi esperienze con frati, suore e preti. Da parte mia devo “confessare” che cominciai a diventare miscredente solo dopo aver letto lo “Zarathustra” di Nietzsche a circa 45 anni: per niente facile, ma anche a prima lettura, ti spalanca un nuovo orizzonte, quello della “morte di Dio”. Poi cominciai a leggere quasi tutte le altre di Nietzsche e anche di altri filosofi giungendo alla sua stessa conclusione: gli scritti sacri e il cristianesimo è solo “Un’ enorme MENZOGNA” (sic!)
Come lo sono del resto tutte le religioni: meri racconti o narrazioni mitologiche, dovuti all’esuberante fantasia e immaginazione umana, tesi a rilegare (“religio”) i popoli di una comunità sotto un capo, sempre SOLO al maschile: non esiste una sola donna che abbia mai fondato una religione! (pensateci su)