L’Eterno Assente propone a chi è ateo/a di raccontarsi.
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Non mi piace demolire le credenze altrui (vivi e lascia vivere), ma se provocato in tal senso la mia non fede in alcuna religione la esternerei con la teodicea (come fa Choam). Senza però aver la presunzione di demolire il pensiero dell’interlocutore, ma almeno di suscitare la crescita di molti dubbi. E, per esperienza personale con un vescovo, la conclusione del dialogo sarebbe, da parte del credente: “possibile che tu non abbia fede?”
Se ovviamente il credente è un deista, il dialogo è molto interessante e ci può essere uno scambio di argomentazioni che può essere arricchente anche per me. In questo caso, infatti, si ha un dialogo più filosofico e scientifico. Gli devi spiegare il Rasoio di Occam, e poi ovviamente teorie che possono spiegare l’universo e la vita molto più semplici di quella di un Dio intelligente. Se invece parlo con un cristiano, con un musulmano o con un ebreo, si potrebbe portargli un’infinità di prove contro la sua fede (logiche, storiche, antropologiche…) ma ovviamente l’argomento della teodicea è l’argomento definitivo, senza scappatoie. Quindi non vedo perché giocare una partita a scacchi quando puoi fare scacco matto in una mossa, sarei contraddittorio con il Rasoio del resto 😉
L’argomento della teodicea e l’argomento della botta di culo.
Poi lo so anch’io che è inutile. Però almeno ci provo.