«Io senza Dio» – 009

L’Eterno Assente propone a chi è ateo/a di raccontarsi.



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Tutte le domande della serie «Io senza Dio»

9 pensieri su “«Io senza Dio» – 009

  1. Non è solo utile demolire la fede dei credenti, è un dovere: là fuori c’è gente che vorrebbe far insegnare il creazionismo nelle scuole pubbliche, mettendolo sullo stesso piano delle teorie scientifiche. L’insegnamento di teorie pseudoscientifiche derivate da un assurdo dogma religioso non è assolutamente accettabile.

    Conosco di persona fondamentalisti cristiani e con loro è inutile ragionare. Sono così accecati che si trincerano sempre dietro il “mistero della fede” e reagiscono alzando la voce, citando interpretazioni fantasiose dei testi sacri e, alla fine, trasformando il dialogo in scontro.
    Dicono di avere il dono della fede, ma io ho solo il lume della ragione, quindi, essendo già stati accecati, non possono più vederlo.

    Provare a far rinnegare la fede al credente demolendola con argomenti razionali è impresa ardua, spesso impossibile: credere è molto più facile che ragionare. Anche un bambino riesce a credere a Babbo Natale, ma l’età della ragione arriva più tardi. Bisogna raggiungere i non praticanti: adolescenti o giovani che magari si dichiarano credenti per tradizioni familiari, ma a cui di fatto frega nulla della religione.
    Una loro apostasia sarebbe sicuramente utile alla società.

  2. Il discorso, a mio modesto avviso, è abbastanza semplice: perché tanti credono nelle “religioni rivelate”? Perché “una consolante illusione aiuta a vivere più di una raggelante verità”. Non ricordo più chi l’ha detta ma credo (!!??) sia vera per quasi tutti. Partendo da questo assioma penso non sia giusto demolire la fede altrui. Anche se, da ex docente di materie scientifiche, l’ho fatto per tanti anni a scuola. Ora, sinceramente, non so dire se ho fatto bene….

  3. No, a mio parere non è utile attaccare un fedele per il gusto di demolire le sue credenze, ovviamente quando vale la pena farlo è bene esporre le ragioni e i valori dell’ateismo.
    Sarebbe invece necessario contrastare le situazioni nelle quali si vuole imporre una pratica religiosa, ad esempio l’ora di religione nella scuola pubblica, o il meccanismo dell’8×1000 inespresso versato comunque alla chiesa cattolica.

  4. Parlare con un credente acculturato e intelligente, è come giocare ad una partita a scacchi alla quale tu già sai che vincerai, perché ad ogni mossa sai come rispondere e quando lui avrà finito gli argomenti… Scacco matto credenti (fa pure rima). Parlare invece con uno ignorante che non ha studiato è come giocare a scacchi con un piccione: crederai che sia ancora più facile, ma non è come sembra. Il piccione farà la cacca sulle pedine, le rovescerà tutte e se ne andrà come se avesse vinto lui. Utile? Boh, se mai divertente. Se le religioni scomprarissero utile sarebbe sicuramente, ma se anche durante un dialogo riesci a convertire MIRACOLOSAMENTE un credente toglieresti comunque una goccia dall’oceano

  5. Più rispondo a commenti e più mi rendo conto che parlare di religione con un credente è come parlare di medicina a una persona che crede che i vaccini provocano l’autismo.
    Ritengo di conseguenza che sia inutile, o forse anche dannoso in un dibattito uno a uno, smontare le credenze a dei credenti, ma sarebbe estremamente utile se venisse fatto a scopo divulgativo.

    Prevenire invece che curare.

  6. È utile, ma non agendo da talebani, bensì cercando di “smontare” le credenze tramandate con argomentazioni scientifiche, in modo che la gente capisca che è molto meglio, e più gratificante, riaccendere il cervello.

  7. Anch’io tenderei a vivere meglio nella tolleranza ma trovo sempre più difficile farlo. Forse, invecchiando, sono sempre meno disposto a tollerare certi fastidiosissimi comportamenti da parte di persone che considero intelligenti. Ad esempio non sopporto che papa Francesco venga citato da giornalisti normalmente attenti e obiettivi per qualunque banalità dica. Perché un giornalista o un opinionista laico sente il bisogno di citare il capo di uno stato e di una religione quando costui dice cose già dette e ridette da fior fiore di filosofi, opinionisti, menti eccelse anni, secoli prima di lui? Come si fa a non vederci dell’evidente opportunismo? Oppure non sopporto il fatto che a scuola solo 6 bambini su 23 nella classe di mio figlio non frequentino le ore di religione e che, quando ne parlo con qualcuno (perchè a me sembra una follia) io venga preso per il cattivone intollerante che fa tante storie per una cosa da nulla. A me vengono i brividi anche quando sento dire cose tipo “grazie a dio” o “grazie al cielo” in un dialogo qualunque. Quindi, per quanto mi riguarda, cerco di essere tollerante fino a un certo punto, ma la religione, le religioni andrebbero eradicate il prima possibile. A volte mi vien quasi da sperare che esista un’entità superiore che con un “bzzzz” cancelli tutte le religioni dall’universo.

  8. Sarebbe utile in linea teorica ma è una impresa improba e che alla fine porterebbe a frequentissimi scontri. Vivo meglio nella tolleranza, certo se qualcuno cerca di convertirmi allora parte il fiume dialettico…

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