Elogio di Giuda

Nel piano di salvezza era indispensabile quanto Gesù. Però brucia all’inferno per l’eternità e sarà vituperato da chiunque fino alla fine dei tempi.


A sentire gli apologeti bigotti, un solido argomento in favore della verità del messaggio cristiano sta nel destino terreno del suo fondatore: poiché fu ucciso nel più umiliante dei modi come il più spregevole degli uomini, Gesù dev’essere davvero il Figlio di Dio. Siccome sembra assurda, questa storia non può essere stata inventata: i suoi seguaci si sarebbero vergognati e non avrebbero tramandato la sua vicenda. Siamo sempre lì: «Credo quia absurdum». Ovvero: «Più grossa è la cazzata e più io ci credo, ché a credere nelle cose ragionevoli c’è poco merito agli occhi di Dio». Sottovalutando la capacità tutta umana di Pietro, Giacomo, Paolo e compagnia credente di convivere con le dissonanze cognitive e di continuare a credere nelle stronzate anche quando ormai sono conclamate. Superfluo aggiungere che, se invece Gesù avesse goduto di un immediato e strepitoso successo terreno, proprio quella sarebbe stata la prova della verità del suo messaggio. Maometto sta lì a dimostrarlo per centinaia di milioni di musulmani. Insomma, che il fondatore fallisca o abbia successo, tutto fa brodo per rassicurare chi già crede per tutt’altri motivi e vuole cercare una conferma purchessìa, a costo di farsi andar bene tutto o il contrario di tutto. La falsificabilità dell’ipotesi sta a zero e vaffanculo a Popper.

Alcuni osserveranno che le conclusioni precedettero, senza dubbio, le «prove». Ma chi si rassegnerebbe a cercar prove di cosa che già non creda, e di cui non gl’importi?
– Jorge Luis Borges, Tre versioni di Giuda

Nel 1944 Jorge Luis Borges scrisse un racconto della raccolta «Finzioni» dal titolo «Tre versioni di Giuda». Personaggio principale è Nils Runeberg, immaginario teologo svedese dell’inizio del XX secolo, che riconobbe il vero Dio e Figlio di Dio. E non era chi si è sempre creduto che fosse.

Dio interamente si fece uomo, ma uomo fino all’infamia, uomo fino alla dannazione e all’abisso. Per salvarci, avrebbe potuto scegliere uno qualunque dei destini che tramano la perplessa rete della storia; avrebbe potuto essere Alessandro o Pitagora o Rurik o Gesù; scelse un destino infimo: fu Giuda.
– Jorge Luis Borges, Tre versioni di Giuda

A pensarci, è piuttosto ovvio. Isaia – per chi se la beve – profetizza l’umiliazione di Cristo.

Noi l’abbiamo rifiutato e disprezzato,
come un uomo pieno di sofferenze e di dolore,
come uno che fa ribrezzo a guardarlo,
che non vale niente,
e non lo abbiamo tenuto in considerazione.
– Isaia 53,3

Perché si è consegnato alla morte
e si è lasciato mettere tra i malfattori.
– Isaia 53,12

Cristo ha subito una morte ignobile, dopodiché però è stato adorato per 20 secoli. Giuda invece da 20 secoli è il peccatore per antonomasia, vituperato da chiunque fino alla fine dei tempi: quale destino peggiore del suo? Se Dio voleva essere il più abietto degli umani, doveva essere Giuda. Per sempre. E in incognito, come dichiara Giovanni.

Egli era nel mondo,
il mondo è stato fatto per mezzo di lui,
ma il mondo non l’ha riconosciuto.
– Giovanni 1,10

Senza arrivare alle vertiginose e postreme conseguenze dell’immaginario Nils Runeberg, Giuda merita più considerazione e dignità di quante gliene abbia concesse la memoria cristiana, che lo ha sbattuto in fondo all’inferno. Ingrata e stronza.

Il fato di Giuda è paradigmatico della stronzaggine di Dio, evidente per chiunque confronti il libero arbitrio con l’onniscienza divina. Infatti anche Giuda è stato uno strumento di Dio. Senza il suo tradimento, Gesù non sarebbe stato crocifisso, non sarebbe risorto, non avrebbe redento l’umanità dal peccato. Giuda doveva essere dannato affinché tutti fossimo salvati da Cristo. Il prezzo pagato da Giuda fu infinitamente più alto di quello pagato da Cristo e da chiunque altro. Cristo risorse e siede alla destra del Padre. Ciascuno di noi può sperare di entrare nel paradiso a bearsi all’infinito della gloria di Dio. A Giuda invece spettarono il suicidio e la sofferenza eterna. Altro che mezza giornata in croce! Lui era necessario per la nostra salvezza proprio come Gesù e proprio come Gesù venne sacrificato. Dovrebbe essere proclamato santo, povero Giuda.

Non voglio dare l’impressione di appropriami di un’idea altrui e peraltro molto antica. Già gli gnostici cainiti si erano accorti della centralità e della necessità di Giuda per il piano di salvezza. L’apocrifo Vangelo di Giuda, composto nel II secolo, arriva da quell’ambiente e racconta come il tradito e il traditore fossero in combutta e Giuda ubbidisse a un preciso ordine di Gesù. Lo conferma il solito Giovanni.

Appena Giuda ebbe preso quel pezzo di pane, Satana entrò in lui. Allora Gesù gli disse: «Quello che devi fare, fallo presto».
– Giovanni 13,27

Con la superficialità del bigotto convinto di possedere l’unica Verità, Ireneo di Lione, dottore della Chiesa, intorno al 180 condanna i cainiti in poche righe, senza riflettere sulla reale ineluttabilità di quel personaggio della Scrittura.

[I cainiti] dichiarano che Giuda, il traditore, era perfettamente a conoscenza di queste cose e che solo lui, conoscendo la verità come nessun altro, ha compiuto il mistero del tradimento; per mezzo di lui tutte le cose, sia terrene che celesti, sono state così gettate nella confusione. Essi producono una storia fittizia di questo tipo, che chiamano Vangelo di Giuda.
– Ireneo di Lione, Adversus haereses 1,31,1

D’altronde è palese: nella narrazione serviva un villain. Che però, per portare a termine il piano, è indispensabile quanto il protagonista. Perciò non può essere così cattivo. Non solo: con la sua presenza sputtana la logica di tutto il racconto.

Se un criminale uccide mia figlia, io m’incazzo abbestia e bramo la più spietata e implacabile delle vendette, ma Dio sa che comunque quella morte, terribile per lei e per me, ha un senso e uno scopo. Alla fine il Male produce un Bene più grande. Allora forse quel criminale non è malvagio, non ti pare? Pure lui è uno strumento di Dio, giusto? Eppure Dio lo punirà.

«Dio ha un piano anche per te», ti dicono i credenti. Di solito te lo dicono quando sei colpito da una disgrazia. L’idea è questa: poiché «non si muove foglia che Dio non voglia», ovvero tutto ciò che accade è voluto o permesso da Dio, e Dio è perfettamente giusto e sa che cosa è meglio per me, per te, per tutti nell’economia della storia della salvezza, allora qualunque cosa accada a me, a te, a tutti si inscrive nei piani di Dio. Noi qui e ora non possiamo conoscerli, quei piani misteriosi, tuttavia dobbiamo avere fede, cioè abbandonarci a una cieca fiducia in Dio e credere che alla fine tutto andrà per il meglio. Vale anche per il tuo libero arbitrio e le tue scelte, ché anche quelle Dio aveva previsto e contemplato. E sulla base delle quali lui sa già se sarai premiato o punito.

«Dio ha un piano anche per te», ti dicono i credenti. Quello che non ti dicono è che in quel piano tu potresti essere fottuto. Certo, la tua dannazione potrebbe essere necessaria nel misterioso piano di salvezza universale concepito da Dio. Questo però non cambia la tua sorte: tu vai a soffrire per l’eternità. Tu vieni sacrificato per un bene che sarà pure superiore dal punto di vista di Dio e di chi si salverà, ma che per te è solo una tortura. Una infinita, eterna tortura.

Proprio come per Giuda: voluto da Dio, progettato da Dio, creato da Dio per tradire Dio e per essere fottuto da Dio. A maggior gloria di Dio.

Choam Goldberg

(Foto: Cancre)


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3 pensieri su “Elogio di Giuda

  1. Articolo molto ben fatto, vorrei approfittare dell’argomento per una riflessione di cui non ho mai sentito parlare:
    La scelta degli apostoli non era stata scontata. Gesù, secondo i Vangeli, scelse i suoi discepoli con cura, pregando e riflettendo profondamente prima di selezionarli.
    Eppure Giuda, dopo aver trascorso 2/3 anni con lui, NON CREDE che egli sia il messia. Ė l’unica ragione che può giustificare Giuda. Se sta passando i suoi giorni con un presunto Dio, e ha ragionevole certezza che sia Dio, mai e poi mai, e per nessuna cifra al mondo lo avrebbe tradito.

    In Matteo 26:24-25, Gesù afferma: “Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo è tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato”. Giuda risponde: “Sono forse io, Maestro?”, e Gesù risponde: “Tu l’hai detto”. Questo scambio suggerisce che Giuda potrebbe non aver mai avuto una fede autentica in Gesù come Messia.

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