6 giustificazioni delle atrocità divine

Una lista non esaustiva di stronzate.


A me piace Giovanni Zenone. Mi piace davvero tanto. Zenone svetta per eleganza, cultura e coerenza in mezzo alle capre al pascolo nello zoo degli apologeti bigotti dei social e alla marmaglia dei credenti tiepidi e superficiali con il loro cattolicesimo fai-da-te.

Con la sua fede arcaica, tradizionalista, oscurantista e ostile a qualsiasi innovazione, con la sua divinità amorevole ma severa e spietata che spedisce all’inferno chiunque si trovi extra Ecclesiam ma pure chi in Ecclesia rinnega la Tradizione, Zenone è un modello di adesione al cattolicesimo sincera e consequenziale. Anche acritica, beninteso: Zenone ha la certezza che la Verità sta scritta nel Catechismo di san Pio X, e niente può schiodarlo da quella sicurezza. Né le innumerevoli evidenze scientifiche né il progresso culturale e sociale del mondo intorno a lui: Zenone schifa allo stesso modo la teoria dell’evoluzione e la democrazia liberale. Formidabili sono le sue rampogne per un mondo, anche cattolico – anzi soprattutto cattolico –, che lui giudica indegno e marcio fino al midollo. Da cui piazzate come il suo scazzo in difesa dei 10 comandamenti.

Sono un assoluto, sono la parola di Dio! Chi non rispetta i dieci comandamenti e muore non rispettandoli – e si tratta di peccato mortale – se ne va all’inferno!
– Giovanni Zenone

Per quale motivo i 10 comandamenti sì e le 613 mitzvot invece no non mi è chiarissimo, ma chi sono io per giudicare? Tanto gli uni quanto le altre sono stronzate, perciò anche ‘sticazzi. Comunque a Zenone non importa: è parola di Dio perché è scritta nella Bibbia. E che sia l’Antico testamento nemmeno importa: quel Dio è lo stesso Dio di Gesù. E che cazzo!*

Già, la Bibbia. Un gran bel libro, la Bibbia. Molto istruttivo. Un patrimonio dell’umanità. Affermare, come fanno alcuni atei, che è solo «un libro di merda» e che per questo merita di essere ignorato significa negare la sua enorme importanza storica, antropologica, filosofica. Poi certo è un libro pieno di atrocità, ma pure quelle atrocità fanno parte della Storia umana e meritano di essere conosciute.

Homo sum, humani nihil a me alienum puto.
– Terenzio

Di nefandezze nella Bibbia ne troviamo a iosa. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Genocidi. Assassini. Infanticidi. Sacrifici umani. Incesti. Stupri. Schiavitù sessuale. Schiavitù in generale. Misoginia e omofobia e sessuofobia. Tutte azioni compiute da Dio oppure ordinate da Dio oppure consentite da Dio. Dalle Sacre scritture emerge una divinità psicopatica, sadica, narcisista, manipolatrice, crudele, brutale, violenta. Le sue azioni potrebbero essere attribuite ad Adolf Hitler in nome del Lebensraum della razza ariana e nessuno si stupirebbe. Ma in quel caso susciterebbero orrore. Invece, se le compie o le ordina o le consente Dio, l’apologeta bigotto quadratico medio non si scompone e si lancia nel free climbing sugli specchi.

Le più comuni strategie per giustificare le atrocità divine nella Bibbia sono 6. Si lascia a chi legge il semplice esercizio di escogitarne altre con un po’ di fantasia.

1. Non bisogna prendere le Scritture al di fuori del loro contesto.
Il genocidio o l’infanticidio o lo stupro sono azioni orribili e immorali: questo giudizio etico è una conquista della civiltà umana, frutto del progresso culturale. Per noi oggi non è neanche immaginabile un contesto storico, culturale, sociale nel quale uccidere migliaia di persone o assassinare un bambino o stuprare una donna siano azioni lodevoli.
Inoltre, se cominciamo con il contesto, poi va bene tutto. Nel contesto opportuno, perfino Hitler. Non solo: subordinare il giudizio etico di un’azione al contesto in cui viene compiuta è una forma di relativismo culturale. Proprio la cosa brutta brutta brutta che ai bigotti fa orrore. Altrimenti dove a finire l’argomento morale con il quale i credenti si sciacquano la bocca? «Siccome una morale assoluta esiste, allora Dio esiste»: bravi, andassero a dirlo ai massacratori di cananei nell’Antico testamento. No no no: invece la Parola di Dio è l’Assoluto. Zenone docet.

2. Non si possono leggere la Sacre scritture in modo letterale. Bisogna interpretarle.
Beh, c’è poco da interpretare. Se Dio ordina di sterminare un intero popolo, che cosa devi pensare? Che intendesse l’esatto contrario? E se Dio fa sbranare 42 bambini, che cosa devi concludere? Che li volesse vivi? E ancora: se Dio ordina di lapidare le adultere, che cosa devi dedurne? Che volesse muovere a compassione? Dunque Dio si è sbagliato? Dio può sbagliarsi? Ma non è onnisciente? Peraltro nelle Scritture non c’è nulla del genere: Dio non si pente, non ha rimpianti né rimorsi. Se l’interpretazione si può spingere fino alla negazione del significato delle parole, allora diventa possibile sostenere una tesi ma anche il suo esatto contrario. Come decidere quale è giusta?
Del resto l’interpretazione deve fondarsi su alcuni princìpi. Agli Antichi garbava l’idea della pena di morte per gli omosessuali e quindi la loro interpretazione era letterale, mentre oggi a noi fa orrore e quindi neghiamo che fosse la reale volontà divina. E ci fa orrore perché siamo guidati da un codice etico differente. Un codice etico che in tutta evidenza non è il codice biblico. Ma le Sacre scritture non dovrebbero essere proprio una guida etica? Anzi la Guida etica per definizione, la Guida etica suprema?

3. Dio ha abrogato la Legge mosaica e l’ha sostituita con il messaggio evangelico.
Anzitutto ‘sta cosa non è per niente chiara. A volte Gesù sostiene di voler abrogare l’antica Legge. Altre volte invece…

«Non dovete pensare che io sia venuto ad abolire la legge di Mosè e l’insegnamento dei profeti. Io non sono venuto per abolirla ma per compierla in modo perfetto. Perché vi assicuro che fino a quando ci saranno il cielo e la terra, nemmeno la più piccola parola, anzi nemmeno una virgola, sarà cancellata dalla legge di Dio; e così fino a quando tutto non sarà compiuto. Perciò, chi disubbidisce al più piccolo dei comandamenti e insegna agli altri a fare come lui, sarà il più piccolo nel regno di Dio. Chi invece mette in pratica i comandamenti e li insegna agli altri, sarà grande nel regno di Dio. (…)»
– Matteo 5,17-19

Per esempio, Gesù non fa sconti ai figli irrispettosi.

«Gesù rispose loro: – E voi, perché non rispettate i comandamenti di Dio, per seguire la vostra tradizione? Dio ha detto: Onora il padre e la madre. E poi: Chi parla male di suo padre o di sua madre deve essere condannato a morte. Voi invece insegnate che uno non ha più il dovere di onorare suo padre e sua madre se dice ad essi che ha offerto a Dio quei beni che doveva usare per loro. Così, per mezzo della vostra tradizione, voi fate diventare inutile la parola di Dio.»
– Matteo 15,3-6

Poi Gesù aggiunse: «Siete molto abili nel mettere da parte i comandamenti di Dio per difendere la vostra tradizione. «Per esempio, Mosè ha detto: Onora tuo padre e tua madre, e poi: Chi parla male di suo padre o di sua madre deve essere condannato a morte. Voi invece insegnate che uno non ha più il dovere di aiutare suo padre e sua madre, se dice loro che sono korbàn, cioè doni offerti a Dio, quei beni che doveva usare per loro. Così, per mezzo della tradizione che voi insegnate, fate diventare inutile la parola di Dio. E di cose come queste, ne fate molte.»
– Marco 7,9-13

Ma quindi Gesù abroga o rispetta la terribile Legge mosaica? Boh.
D’altronde, anche ammesso che il messaggio evangelico dell’amore universale sostituisca i brutali e crudeli precedenti ordini di Dio, ricadiamo nel relativismo culturale: quello che era vero e buono e giusto prima di Cristo diventa falso e malvagio e ingiusto dopo Cristo. Come si spiega? Lo stupratore ebreo precristiano è premiato da Dio e lo stupratore cristiano è punito da Dio? Mah. E ancora: chi ci garantisce che Dio non cambi idea un’altra volta?
Questa risposta alle indiscutibili atrocità dell’Antico testamento è molto comune fra gli apologeti cattolici dei social, secondo i quali basta ignorarle perché Cristo ha sottoscritto un nuovo patto con l’umanità: «Il messaggio evangelico nel Nuovo testamento porta a compimento la pedagogia divina dell’Antico», sostengono. Costoro non arrivano all’eresia marcionita del II secolo, per la quale il Dio degli ebrei e il Dio di Gesù sono divinità differenti e solo il secondo è da adorare, il primo essendo inferiore. Tuttavia chi oggi sostiene la teologia della sostituzione pensa che la vecchia alleanza sia valida soltanto per gli ebrei, poiché Dio ha sottoscritto un patto del tutto nuovo con i cristiani. Ebbene, anche questa teologia è eretica per la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Infatti la teologia della sostituzione è stata respinta in modo esplicito dal Concilio Vaticano II. Sicché l’ortodossia è chiara: l’antica alleanza è sempre valida, l’Antico testamento è sempre parola di Dio, Giovanni Zenone ha tutte le ragioni per incazzarsi con chi nega il valore assoluto dei 10 comandamenti.

4. Le azioni orribili compiute da Dio nella Bibbia sono conseguenze del peccato originale commesso dagli esseri umani.
Dunque le crudeli azioni divine sono una prosecuzione delle pene imposte ai due sciagurati progenitori e a tutta la loro discendenza, fino all’arrivo di Cristo? Buono a sapersi. E facile a smontarsi, come ho già mostrato in un altro articolo: il peccato originale è una stronzata sesquipedale.

5. Dietro le sofferenze degli esseri umani c’è Satana, non Dio.
Primo: non è vero. Nell’Antico testamento si afferma senza ambiguità che l’artefice di innumerevoli porcate è solo Dio. Non Satana. Secondo: anche ammesso, chi ha creato Satana? Troppo comodo scaricare la responsabilità su un altro, quando pure lui è una creatura di una divinità onnisciente. Dio, sapendo tutto, sapeva con certezza che Satana si sarebbe ribellato, che avrebbe tentato gli umani, che gli umani avrebbero ceduto alle tentazioni di Satana e così facendo si sarebbero dannati l’anima. Dio avrebbe potuto evitare tutto ciò se non avesse creato Satana. Ma Dio ha creato Satana. Ergo Dio è responsabile addirittura più di Satana. Ergo Dio è stronzo.

6. Dio sa. Non possiamo giudicare Dio con la nostra limitata moralità umana. Dio agisce così perché solo lui può capire il senso delle proprie azioni.
Quelli del «non sappiamo» – vale a dire un’altra versione del Mistero della fede – sono gli stessi che però, su altre faccende, sul conto di Dio pensano di sapere tante cose. Per esempio che si è fatto uomo, è morto e risorto, che è uno ma è anche trino, soprattutto che è buono. Dio è buono? Boh. Come si può dirlo? Come si possono applicare a Dio categorie umane come la bontà e la giustizia? Quindi zitti e muti. Noi atei ma pure i credenti. Anzi soprattutto i credenti.

Chissà che cosa risponderebbe Giovanni Zenone a queste riflessioni sulle atrocità della Bibbia? Non lo sapremo mai. Zenone non leggerà mai quest’articolo. Zenone se ne sbatte i coglioni di noi atei. Talvolta ha parlato di noi e ha attribuito il nostro ateismo soltanto alla lussuria, però lo ha fatto di rado. Perduti e destinati alle fiamme eterne, non ci considera meritevoli della sua attenzione. I veri nemici di Giovanni Zenone sono all’interno della sua stessa Chiesa.

E noi qui, ad assistere allo spettacolo sgranocchiando popcorn.

Choam Goldberg

* Commento mio, ché Giovanni Zenone non dice mai le parolacce.


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4 pensieri su “6 giustificazioni delle atrocità divine

  1. solo un piccolissimo appunto alla n.2 : nella bibbia, in genesi 6-6, si ammette che dio si pente di aver creato l’uomo. Pertanto dio HA sbagliato con buona pace dell’onniscienza etc. ma questo gli apologeti non lo sanno…..

  2. Ciao Choam, cosa ne pensi di quelli, come Recalcati (mi viene in mente la sua conferenza sul “sacrificio del figlio”, disponibile su youtube) ad esempio, che leggono la bibbia come un mito, allo stesso modo dell’iliade e dell’odissea, o in chiave psicanalitica e ne traggono insegnamenti o lezioni di vita?
    grazie

    • Penso che è interessante. La Bibbia è un libro scritto da esseri umani, proprio come l’Iliade e l’Odissea, perciò può dire molto sulla natura, la psiche, i pensieri, la cultura, le tradizioni degli esseri umani.

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