Che cosa gli chiederesti?
Ancora un guest post de L’Eterno Assente. Mattia Fabbri, docente di storia e filosofia, risponde a una domanda che tanti atei si sono sentiti porre.
Una delle domande che i credenti rivolgono più spesso agli atei è: «Che cosa faresti o diresti a Dio se, dopo morto, scoprissi che esiste?». Ricalca un po’ la vecchia scommessa pascaliana – quello che io chiamo «argomento del non-si-sa-mai» – e in genere fa presa sulle persone con un livello di istruzione molto basso e incapaci di scrollarsi di dosso i condizionamenti dell’indottrinamento religioso infantile. La domanda è comunque viziata da un sottinteso: l’unico Dio possibile, con cui l’ateo dovrà fare i conti, è quello creduto dal credente di turno. Così trascurando il fatto che ci sono migliaia di religioni e rispettive divinità differenti, ciascuna con la propria volontà, spesso in contrasto una con l’altra. Il credente che pone la domanda non immagina – o non vuole immaginare – che, seguendo la sua stessa «logica», anche lui potrebbe, dopo la morte, trovarsi davanti a un Dio – o magari a più dei? – in cui non ha creduto.
La domanda è stata posta più volte anche a me. Così ho deciso di formulare una risposta molteplice e articolata.
Gli chiederei conto, nel caso si trattasse del Dio biblico, di tutte le atrocità che gli sono state attribuite nella Bibbia.
Gli chiederei perché ha eletto un popolo per poi permettere che subisse terribili persecuzioni nel corso della Storia fino ad arrivare alla barbarie nazista.
Gli chiederei perché ha creato persone con istinti che lui stesso considera «contro natura».
Gli chiederei perché ha vietato l’omicidio se poi lui stesso lo prescrive nella maggioranza dei casi di infrazione della sua legge.
Gli chiederei perché non si è reso manifesto a tutta l’umanità, di tutte le generazioni, piuttosto che pretendere, sotto minaccia di dannazione eterna, una fede cieca e timorata.
Gli chiederei perché ci ha donato la ragione se questa è di ostacolo alla fede che lui esige incondizionatamente da noi.
Gli chiederei perché ad alcuni ha fatto dono della fede in lui e a molti altri no.
Gli chiederei perché si è rivelato solo ad alcuni esseri umani e ad altri no, vincolandoli così a credere ciecamente alla parola di altri umani.
Gli chiederei perché ha ordinato sacrifici di animali e all’inizio anche di esseri umani*, dal momento che non dovrebbe aver bisogno di nulla, essendo lui stesso perfetto.
Gli chiederei perché ha rivelato falsità scientifiche (per esempio la Terra piatta, il movimento del Sole, l’acqua sopra oltre che sotto il firmamento, la luce precedente la nascita del Sole, la creazione istantanea delle specie animali eccetera), se sapeva benissimo che, data l’ottusità dei suoi «interpreti autorizzati», avrebbero ritardato di secoli il progresso delle conoscenze.
Gli chiederei inoltre come sia possibile che:
- il desiderio di conoscere il Bene e il Male sia un peccato gravissimo nei suoi confronti;
- tale supposto peccato si possa trasmettere per generazioni all’intera umanità;
- il sangue versato da un uomo innocente – fosse pure la sua stessa incarnazione terrena! – possa «redimere» da tale peccato;
- nonostante la redenzione da tale peccato l’umanità continui a peccare, a soffrire e a morire;
- anche gli animali debbano soffrire a causa degli effetti di un peccato che non hanno commesso;
- colpe temporali, dovute al fatto che lui stesso ci ha creati imperfetti e fragili, debbano meritare pene eterne;
- gli esseri umani siano «liberi» nell’atto di volere o di scegliere, se lui li ha creati esattamente come voleva che fossero, e sapendo ab aeterno come si sarebbero comportati;
- si sia rivelato in maniera così equivoca, contraddittoria, controversa, enigmatica, al punto da permettere che alcuni umani – fallibili come me – pretendessero di ergersi a unici suoi «interpreti autorizzati», dando luogo così a infinite prevaricazioni e abusi di potere in suo nome;
- la morale del bastone e della carota, basata sulle sue promesse e minacce, possa considerarsi una vera morale e non piuttosto un semplice e meschino commercio;
- la semplice mancanza di fede lo offenda così tanto, se è vero che, essendo perfetto, lui è al di sopra di tutto ciò che noi miseri mortali possiamo dire o pensare di lui;
- abbia autorizzato tanti dittatori della Storia a parlare e ad agire in suo nome.
Ma soprattutto, per concludere, gli chiederei come possa essere così sadico da compiacersi delle sofferenze delle sue creature al punto da pretendere, sempre usando la minaccia della dannazione eterna, che vengano accettate come un «dono» – come se non fosse legittimo rifiutare un dono che comporta la tortura di chi lo riceve –, una «prova» – con buona pace della sua onniscienza – o, alla peggio, una «punizione per i peccati» – con buona pace della sua tanto declamata misericordia – da parte di chi quelle sofferenze le subisce.
Mattia Fabbri
* Il Signore disse a Mosè: «Devi consacrarmi ogni primogenito, perché in Israele il primo nato di ogni madre, sia fra gli uomini sia fra gli animali, appartiene a me».
– Esodo 13,1-2
Qui sotto trovi la possibilità di commentare quest’articolo. Per farlo, devi
1. confermare che sei ateo/a,
2. essere consapevole che, se menti, stai commettendo il gravissimo peccato di apostasia,
3. aspettare che il commento sia approvato dall’admin.
L’approvazione dei commenti dipende dall’insindacabile e inappellabile giudizio dell’admin. Se vuoi saperne di più a proposito dei commenti, puoi consultare le FAQ.
Inoltre puoi commentare gli articoli e i post nel Gruppo Facebook de L’Eterno Assente, se ti iscrivi al Gruppo dopo aver risposto a una semplice domanda.
Potrebbero interessarti anche gli articoli di questi Percorsi:
(A)teologia
Dialogo
Esperienze
Fede
Teodicea
Potrebbero interessarti anche i video di questi Percorsi:
(A)teologia
Dialogo
Esperienze
Fede
Teodicea