Lo spreco di un Dio coglione

L’Eden è molto più razionale del fine tuning.


Fine tuning: così lo chiamano gli apologeti. In sintesi: le costanti fisiche dell’universo hanno precisamente i valori giusti affinché possa emergere la vita e dalla vita possa svilupparsi la coscienza umana. Se anche una sola delle costanti fosse stata appena un po’ diversa, qualcosa sarebbe andata storta e l’umanità non sarebbe mai apparsa. Questa – dicono sempre gli apologeti – è una prova dell’esistenza di un progetto dietro l’universo, con lo scopo preciso di arrivare a creare Homo sapiens. Poi, se sono abramitici, gli apologeti aggiungono che Homo sapiens non è un animale qualsiasi, ma è dotato di un’anima immortale ed è la creatura prediletta dal Creatore. Eccetera eccetera. Sorvoliamo sui dettagli e restiamo all’argomento del fine tuning. Che può essere demolito in molti modi. Io però voglio concentrarmi su una critica precisa: se le cose stanno così, Dio è un coglione.

Immagina di essere Dio. Premessa fon-da-men-ta-le: in quanto Dio, tu sei onnipotente. Questo dev’essere molto chiaro e devi sempre tenerlo presente: tu puoi compiere ogni atto, nulla ti è impossibile. In un certo momento – e già qui sorge una domanda: ha senso parlare di un certo momento nell’eternità atemporale di Dio? – tu decidi di creare gli esseri umani e di dotarli di libero arbitrio. Perché? Boh. Tu sei Dio, perciò dovresti essere perfetto e completo. Se vuoi creare qualcosa, allora senti una mancanza, quindi tanto perfetto non puoi essere. Ma sorvoliamo pure su questo e ammettiamo che tu voglia creare gli esseri umani. Che fai?

Chiediamolo ai credenti abramitici moderni che non vogliono prescindere dalle conoscenze acquisite dalla scienza contemporanea. (Ci sono anche i fondamentalisti, però su quelli torno più avanti.) Secondo loro, tu crei l’universo facendolo emergere – per esempio, ma è solo una fra le molte possibili teorie sviluppate dalla fisica teorica – da una fluttuazione della schiuma quantistica. Da lì viene fuori tutto: spaziotempo, materia, energia, campi. Confezioni tutto con le costanti fisiche giuste giuste, in modo che si formino dapprima degli atomi stabili e poi le stelle con le reazioni di fusione termonucleare nel nucleo, dalle quali emergeranno tutti gli elementi necessari per ottenere dei pianeti, sui quali la chimica organica porterà, per una straordinaria coincidenza nella quale magari c’è il tuo zampino, allo sviluppo delle prime forme di vita elementari che, attraverso il meccanismo dell’evoluzione naturale, condurranno alla specie Homo sapiens. Alla fine ti trovi con un universo nel quale ci sono centinaia di miliardi di galassie, ma a te ne interessa solo una, dentro la quale ci sono centinaia di miliardi stelle, ma a te ne interessa solo una, intorno alla quale orbita un certo pianeta con milioni di specie, ma a te ne interessa solo una: Homo sapiens, appunto. Tutto il resto è inutile. Tempo necessario: 14 miliardi di anni, pressappoco. Durante i quali il tuo prodotto finale, ossia lo scopo per il quale hai messo in piedi tutto questo cinema, non esiste. Alla fine però ci sei: Homo sapiens è emerso dall’evoluzione e tu puoi donargli l’anima e il libero arbitrio. Dopodiché, in un certo momento della Storia umana – e qui ancora una domanda: perché non prima o non dopo? –, rivolgi la tua attenzione su un certo popolo – ed ecco un’altra domanda: perché quello e non un altro? – e ti riveli. Gli dici che sei Dio, che hai creato tutto, che quel popolo è il tuo prediletto, che deve seguire le tue leggi. Fra queste leggi ci sono pure cose come la proibizione di mangiare i suini e i crostacei e di non compiere certi atti sessuali. Eccetera eccetera. Tuttavia non glielo spieghi in modo chiaro. No no: gli racconti una storia semplice, incasinata, contraddittoria e inverosimile. D’altronde che cosa può mai andare storto? Poi, siccome il tuo piano contempla tutto Homo sapiens e non solo quei quattro pecorai mediorientali, in un altro momento della Storia umana – e di nuovo: perché non prima o non dopo? – mandi un profeta o forse tuo figlio che però sei tu stesso – non indaghiamo in proposito, ché ci sono già abbastanza casini – a farsi ammazzare e poi a risorgere per poi spedire i suoi seguaci ad annunciare la sua/tua resurrezione al mondo intero. Intanto hai cambiato idea: per alcuni il maiale è ancora proibito e per altri no, i gamberetti invece sono ok. Comunque è sempre vietato scopare in modi che a te non aggradano. I seguaci diffondono la lieta novella con le buone ma più spesso con le cattive, e alla fine tu hai un pianeta popolato da 8 miliardi di Homo sapiens, molti dei quali aderiscono alla fede in te, ma con alcune varianti provocate dalla confusione della tua rivelazione. Varianti sufficienti a far sì che i sapiens si scannino fra loro, ciascuno nella convinzione che la propria variante sia l’unica vera e giusta. Sei contento?

Ed eccoci qui e nel presente. 14 miliardi di anni, un universo con dentro centinaia di miliardi di galassie inutili con centinaia di miliardi di stelle e di pianeti inutili, e a te interessa soltanto quella tua unica creatura prediletta. Creatura alla quale peraltro tu non fai mancare tragedie di ogni genere, fra pandemie, terremoti e sofferenze collettive e individuali spaventose, distribuite senza distinzioni fra coloro che ti adorano e coloro che ti detestano, fra i filantropi più altruisti e i malvagi più crudeli, fra i bambini innocenti e gli anziani carichi di colpe e di peccati.

Quanto sbatti per arrivare qui e ora, eh? Quanto tempo e spazio occupati. Quanta materia ed energia usate.

Non so a te, ma a me sembra uno spreco assurdo e insensato.

Rewind. Torniamo al punto di partenza e raccontiamo una storia differente.

Immagina di essere Dio. Sei onnipotente e vuoi creare gli esseri umani. Ok, lo abbiamo già detto. Che fai?

Secondo i fondamentalisti, che prendono alla lettera le Sacre scritture abramitiche, fai quello che è raccontato nella Genesi: la luce e le tenebre, il cielo e le acque, la terra e il mare, l’erba, le piante, gli animali, le stelle, il Sole e la Luna, gli animali, l’uomo e la donna. Li metti nell’Eden e via. Tutto in sette giorni. Poi gli dici di non mangiare il frutto di quell’albero là, loro disubbidiscono, tu t’incazzi e li sbatti fuori. Ma vabbe’. Questa è un’altra storia.

Domandona: che cosa è più semplice? Tu sei Dio e sei onnipotente e vuoi creare Homo sapiens. Quale delle due opzioni è preferibile? Quella dell’universo in 14 miliardi di anni, con le galassie, le stelle, i pianeti, l’evoluzione con i trilobiti, le felci, i dinosauri, gli squali, le sequoie, i canguri e tutto il resto della roba inutile per arrivare infine a Homo sapiens? Oppure quella dell’universo in sette giorni, con l’Eden, le piante e le bestie e gli umani creati già belli e pronti? Volendo e potendo – non dimenticare: tu sei onnipotente – scegliere, che cosa è più razionale?

Io dico l’Eden. Assolutamente. Se tu sei Dio, altro che il fine tuning di ‘stocazzo: l’universo così come lo conosciamo è uno smisurato, sterile e vano spreco di spazio e di tempo, di materia, di energia e di campi. Se sei Dio e hai concepito e realizzato tutto questo bordello, sei un coglione. Lasciatelo dire: sei un grandissimo coglione. Se poi vieni pure a seccarmi perché mi faccio le seghe, sei un coglione al quadrato.

Dunque io sono un fondamentalista? Manco per niente. Infatti, se io fossi Dio, mi sarei risparmiato anche quei sette giorni. «Abracadabra», e in un femtosecondo tutta la baracca viene fuori dal nulla esattamente come la voglio io fin nell’ultimo dettaglio. Anche la Genesi è una stronzata. Però, se proprio vogliamo un Dio razionale, lo è assai meno dell’universo così com’è.

Sicché non c’è fine tuning che tenga: Dio non esiste. E se esistesse sarebbe un coglione.

Choam Goldberg

«The stage is too big for the drama.»
– Richard P. Feynman


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1 pensiero su “Lo spreco di un Dio coglione

  1. Non leggo l’articolo per pietà. Non so se riuscirò a piangere ma io ho cercato di dare forma al passato presente e futuro, in una maniera tale che il tetramorfo è tutto quello che e che c’è. Non so se così si spezzano le giunture che collegavano i 2 mondi che ormai sono vaga

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