Scienza infusa

Se ti sei fatto/a un culo così per studiare fisica o matematica, sappi che la colpa è di Adamo e del peccato originale.


Chi è senza pregiudizi alzi la mano. Nessuno? Eh, già. Nemmeno io. Anch’io ho i miei. Negativi: i fascisti mi fanno ribrezzo a prescindere. Ma pure positivi: un po’ per spocchia e un po’ per snobismo di categoria, se scopro che una persona è un/a fisico/a mi sento ben disposto a prescindere e tendo a pensare che sia serio/a, colto/a, razionale. Superfluo dire che il mio pregiudizio viene smentito assai spesso: la percentuale di idioti/e e/o ignoranti è la stessa in ogni sottoinsieme della popolazione. Ma tant’è: per quanto tu li combatta, per quanto la realtà li smentisca, i tuoi pregiudizi non ti mollano. Esserne consapevoli è già un progresso.

Tanto sbatti per studiare fisica o matematica all’università? Un culo così per risolvere problemi assurdi o per capire dimostrazioni contorte? È colpa di Adamo. Sì, hai capito bene: di Adamo. Non di Eva: solo di Adamo, pare. Lo scopro leggendo un articolo segnalatomi dal mio fedele follower Simone, dal titolo «Scientia est cognitio rerum per causas», pubblicato da Ecclesia Dei nella ossimorica categoria «Cultura religiosa» per rispondere a una domanda: è possibile raggiungere una conoscenza fisico-matematica perfetta e completa?

A me, da fisico, perciò con una formazione scientifica e un approccio razionale all’indagine dei problemi, viene subito da rispondere no: le verità della scienza sono sempre provvisorie e perfettibili, ogni risposta suscita nuove domande, dunque non ha neppure senso parlare di «una conoscenza fisico-matematica perfetta e completa». Anche l’autore dell’articolo di Ecclesia Dei risponde no, ma per un altro motivo: il peccato originale.

Eh? Il peccato originale?

Già, la colpa è di Adamo. Infatti il nostro antenato aveva quattro doni: l’immortalità, l’impassibilità, l’integrità, la scienza. Esatto: la scienza. Non perché avesse studiato come un forsennato. Macché: era scienza infusa, cioè dono gratuito di Dio. Dono che – ci spiega Aleteia – Dio concede a proprio piacimento pure a santi, mistici e teologi, ma che non va confuso con la contemplazione infusa, raggiungibile da chicchessia.

La scienza infusa è una figata pazzesca. Altro che mega-sbatti sui libri: arriva dritta dritta da Dio, senza alcuno sforzo. Pertanto Adamo sapeva tutto, e quando diciamo «tutto» intendiamo davvero tutto tutto: la teoria che concilia la fisica quantistica e la relatività generale, la natura della materia e dell’energia oscure, il valore esatto della costante di Hubble fino all’ultima cifra decimale – e qua, se appena hai un’infarinatura di teoria degli errori, ti immagino sghignazzare – e ogni altra risposta ai problemi più affascianti della fisica contemporanea e pure di quella futura. Attenzione: Adamo, non Eva. L’articolo di Ecclesia Dei parla soltanto di lui e non di lei. La donna non c’entra mai. Pure Eva sapeva tutto? Boh. Anche ‘sticazzi: era femmina, quindi non era tenuta a sapere qualcosa.

Tuttavia lo stolto Adamo cedette alla tentazione di Eva, che a propria volta aveva ceduto alla tentazione del serpente, mangiò il frutto e così rinunciò a ogni dono. In pratica, si dimenticò tutto quanto, con tanti saluti alla perfetta conoscenza fisico-matematica. Lui e, beninteso, tutta la sua progenie, com’è nella consuetudine di un Dio amorevole e giusto che, se s’incazza, la fa scontare a te e a tutti i tuoi discendenti fino alla fine dei tempi, benché loro non abbiano fatto niente di male. Ma vabbe’, lo sappiamo: Mistero della fede.

La storiella di Adamo, di Eva e del serpente, del frutto e della cacciata dall’Eden è una minchiata. Chiunque la consideri vera – vera in senso fattuale e storico, intendo – alla luce delle conoscenze scientifiche moderne è un povero mentecatto. Difatti i credenti che non vogliono rendersi ridicoli tengono a dichiarare che no, ci mancherebbe, loro non sono mica ingenui e sprovveduti, e quello è solo un mito e non va interpretato alla lettera. Con ciò sollevando però ben altri problemi. Per esempio, quando con esattezza sarebbe avvenuto codesto peccato originale? Chi lo commise, fra i nostri antenati, da Australopithecus afarensis fino a Homo sapiens sapiens? Se non fu l’indebita sottrazione di un frutto, in che cosa consistette? Domande alle quali i credenti non rispondono perché non sanno rispondere. Ancora Mistero della fede, tanto per cambiare.

Nondimeno Ecclesia Dei ci spiega che Adamo, chiunque fosse, possedeva la perfetta conoscenza fisico-matematica. Sicché i casi sono due. O Adamo è un nostro antenato nel quadro della filogenesi umana, perciò dobbiamo concludere che un Habilis o un Erectus ben preciso sapeva spiegare alla perfezione la teoria M e dimostrare la congettura di Goldbach. Oppure Adamo è l’Adamo del mito, quello della storiella con Eva, il serpente, il frutto eccetera. Difficile dire quale delle due opzioni sia più demenziale.

Adesso tu dirai: «Choam, che c’entra tutto ‘sto discorso con il tuo fallace pregiudizio a favore dei fisici?». Per capirlo, va’ a vedere chi è e che cosa fa nella vita l’autore dell’articolo su Adamo e la sua perfetta conoscenza fisico-matematica. E poi piangi.

Choam Goldberg


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