E adesso che te ne fai?

Quello che ti pare. Basta che non lo consideri una figura storica reale. Però occhio alla coerenza.


Il Gesù del Nuovo testamento è un personaggio di fantasia, con ogni probabilità derivato da un profeta apocalittico ebreo vissuto nella Giudea occupata dai Romani. È una figura con molte caratteristiche encomiabili ma pure con tante idee e comportamenti spregevoli. La sua resurrezione non trova alcuna conferma in fonti indipendenti da quelle dei suoi seguaci, che peraltro sono contraddittorie e manipolate, perciò non può essere considerata un evento reale. Quindi che si fa? Lo si dimentica e basta?

Be’, con il Gesù del Nuovo testamento puoi fare quel che ti pare. Puoi considerarlo quella figura spregevole che è (anche) e dimenticarlo. O, meglio, lasciarlo lì, fra le conoscenze neutre della tua cultura generale, insieme a Buddha e a Maometto. Oppure puoi apprezzarlo per i suoi aspetti pregevoli – che ci sono, eh: mica lo nego – e fartene ispirare.

Anche se non è mai esistito? Anche: perché no? Scrive la mia amica Susanna Labirinto, teologa e atea:

Oggi sono ancora così: le letterature – greca e biblica come capofila a pari merito – sono la fonte a cui attingo per descrivere e descrivermi. Ci trovo dentro echi di una tenerezza di sguardo verso gli esseri umani nella loro fragilità.
– Susanna Labirinto

Dove sta scritto che solo le persone reali possono essere figure edificanti? Se ti garba, puoi ispirare il tuo pensiero, i tuoi gusti, le tue aspirazioni, le tue azioni e perfino la tua Weltanschauung a Hermione Granger o a Tyrion Lannister. Gli archetipi junghiani li puoi trovare dove ti pare. Dunque perché non anche nel Gesù del Nuovo testamento?

C’è però un problema: la coerenza. Quando un autore produce un’opera di fantasia si premura di creare personaggi dotato di congruenza nei pensieri e nelle azioni. Invece quel Gesù è frutto di più mani indipendenti, dagli evangelisti fino a Paolo e agli altri autori più o meno noti del Nuovo testamento, ciascuno dei quali delineava una propria versione del personaggio, con scopi e interessi differenti e spesso antitetici. Per non parlare delle vicende narrate: se il Nuovo testamento fosse una serie televisiva, potremmo sospettare che fosse scritta dagli sceneggiatori cialtroni e fancazzisti de «Gli occhi del cuore» (v. «Boris»). Il risultato è lì da vedere: c’è il Gesù dolce e amorevole, ma c’è pure il Gesù stronzo. Quale sceglierai? Se sei Massimiliano Kolbe, ti ispirerai al primo. Se sei Nicolas Eymerich, seguirai il secondo. In entrambi i casi ti troverai ad affrontare una dissonanza cognitiva e a dover ignorare l’altro Gesù. Vabbe’, c’è di peggio nella vita.

Sicché tu fa’ un po’ quel che ti pare. Basta che non lo consideri una figura storica reale, ché quella davvero è una fregnaccia. Poi però se ti garba lo stesso… Io però preferisco di gran lunga Tyrion Lannister. Sarà anche stronzo, ma almeno non è incoerente.

Choam Goldberg


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