La teodicea secondo il diretto interessato.
Finora nessuno fra gli apologeti bigotti si è mai cimentato con la sfida della teodicea. Ovvio: non sanno rispondere. In loro soccorso arriva adesso il diretto interessato: nientepopodimeno che Dio. Nella lettera di accompagnamento, il Supremo ci informa di aver deciso di affrontare la sfida che lo riguarda come «un esercizio di pensiero laterale imperfetto, un guardare a Dio e al mondo ribaltando un po’ la prospettiva». Potevamo noi esimerci dal dargli spazio? Certo che no. Anche perché il risultato è godibile, divertente, molto ben scritto.
Comincio col dire che io sono ateo. E aggiungo che sono anche onnipotente, onnisciente e buono. In altre parole, io sono il Dio forgiatore del tuo mondo, sono il Dio che oggi si è preso la briga di scriverti per dirti che Dio esiste. Almeno per ciò che riguarda il tuo mondo. Però, per complicare un po’ le cose, aggiungo ancora questo: sono onnipotente e onnisciente solo nei confronti del tuo mondo, mentre sono ateo, ma buono, nel mio. E questo – lo so – renderà problematica e imperfetta la soluzione che propongo alla tua sfida della teodicea.