Psicopompi della Santa Croce

Serial killing e falle teologiche.


Tornano i guest post de L’Eterno Assente. Stavolta tocca a Simone, filosofo e studioso di teologia che, tramite una immaginifica narrazione, porta la dottrina cattolica alle sue naturali ma aberranti conseguenze.


Una setta immaginaria di fanatici, che si fanno chiamare Psicopompi della Santa Croce (PSC), progetta un orribile piano omicida: convinti della verità della fede cristiana cattolica, decidono di salvare più persone possibile dalla dannazione eterna e di assicurare loro l’accesso alla beatitudine eterna praticando l’infanticidio sistematico dei bambini appena battezzati.

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Credenti «razionali» e dove trovarli

Alla prova della teodicea, il loro fallimento è totale.


Possiamo suddividere i cristiani in due grandi famiglie, beninteso non separate in modo netto e con uno spettro di posizioni intermedie: i superficiali e i (presunti) razionali.

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«Pregherò per te»

Anche no, grazie. Sarebbe tempo sprecato. Ché tanto è un’attività idiota, anche dal punto di vista del credente. Per tre motivi.


Ce lo siamo sentito dire dall’amica credente, dalla conoscente suora, dal parroco del paese. Perfino da Adriano Celentano. Sempre con le migliori intenzioni. Ma pure con quel tono di condiscendenza che – diciamolo, suvvia – ha un po’ rotto il cazzo. «Pregherò per te»: siccome noi non possiamo/vogliamo pregare, allora lo faranno loro. Per noi. Cioè per la nostra conversione. Oppure per qualche nostro problema, affinché Dio, nella sua infinita misericordia, intervenga e ci aiuti. E noi di solito ad annuire, a sorridere, magari addirittura a ringraziare con garbo, ché l’importante è il pensiero, e quello è un pensiero gentile e benevolo nei nostri riguardi. Invece forse dovremmo dire le cose come stanno: «Grazie, eh. Ma la preghiera è un’attività idiota. Anche dal tuo punto di vista».

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Chissenefrega della Natura

I bigotti cadono nella fallacia naturalistica. Cerchiamo di non emularli, dai.


Ah, la Natura: la scrivo con la maiuscola apposta. Mi piace, la Natura. A chi non piace, la Natura? Se a te non piace, sei un insensibile. Forse perfino un degenerato. Ché la Natura è bella, è sana, è giusta. Non fossimo atei e razionalisti, potremmo definirla santa, la Natura. Sì?

No. ‘Stocazzo.

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Seghe mentali

Ovvero come provare (invano) a risolvere il problema della teodicea e a giustificare l’ingiustificabile. Ma noi dobbiamo tirare i credenti giù dall’Iperuranio della metafisica e, come si fa con i cuccioli, mettergli il naso nella cacca delle loro credenze concrete e quotidiane.


L’argomento della teodicea è definitivo: di fronte all’esistenza della sofferenza innocente – perché subita da chi non ha colpa e non compiuta da qualcuno – l’ipotesi di un Dio onnisciente, onnipotente e buono è impossibile. Per quanto mi riguarda, l’argomento agisce come filtro per ogni credente che voglia confrontarsi con me sulla questione dell’esistenza del Dio abramitico. Nondimeno un follower, Raffaele, parecchio tempo fa aveva portato alla mia attenzione un paio di articoli pubblicati nel sito Croce-Via. Pellegrini nella Verità, «Dottor Veronesi, ascolti: se il male esiste, Dio esiste! /01» e «Dottor Veronesi, ascolti: se il male esiste, Dio esiste! /02», che all’argomento della teodicea propongono una risposta in apparenza meno idiota di quelle solite, come il rispetto del libero arbitrio umano, il peccato originale o il sacrificio di Cristo. Adesso finalmente trovo un po’ di tempo per occuparmene.

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Tutto e il contrario di tutto

E tutto per difendere il potere, i privilegi e il denaro. Tanto di Dio non frega un cazzo a nessuno.


Nel gregge cattolico troviamo di tutto. Non solo i frequentatori occasionali della Messa che, posti di fronte ai dogmi, fanno spallucce indifferenti e li definiscono «roba da preti», trincerandosi dietro uno spiritualismo generico, una fede indistinta in un Dio inteso come «Qualcosa di Trascendente» o in un «Mistero». Troviamo perfino il cattolico osservante capace di conciliare la propria fede con la credenza nella reincarnazione, per esempio. O con la meditazione orientale per raggiungere l’illuminazione. E stendiamo un velo pietoso sulla più totale superficialità nella dissociazione dalle prescrizioni. Quanti fra i sedicenti cattolici praticano la castità prematrimoniale? Quanti non usano alcun metodo contraccettivo? Quanti divorziano o addirittura abortiscono, quando si trovano con l’acqua alla gola e non sanno dove sbattere la testa?

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8 vantaggi dell’ateismo

Che cosa guadagni perdendo la fede nel Dio delle tradizioni abramitiche?


Te l’hanno detto in tanti: «Io credo in Dio perché mi fa sentire meglio». Magari lo hai pensato anche tu. In fondo qualche pregio la fede ce l’ha: ti fa credere che un essere invisibile e onnipotente ti osserva e ti vuole bene e che quando morirai ti accoglierà in paradiso, dove ritroverai tutte le persone care morte prima di te. Non come quei poveri atei tristi e soli, con le loro vite squallide e vuote senza la fede in Dio. Nell’abbandonare la fede non si guadagna nulla e si perde tutto.

Se pensi questo, non hai capito un cazzo. Infatti l’ateismo offre molto più di quanto toglie.

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Come fanno, sbagliano

Di fronte all’epidemia prevista ma non preparata, qualsiasi reazione dei credenti è oggetto di perculamento da parte degli atei. Ed è ovvio.


Te la ricordi, la SARS? Io sì. Molto bene. In quel periodo – parliamo di 17 anni fa – lavoravo per un quotidiano – quando ancora i giornali di carta se li cagava qualcuno – e mi occupavo delle pagine di scienza e di tecnologia. E ricordo bene le indicazioni dalla direzione: coprire l’epidemia, informare i lettori, fornire informazioni scientifiche e affidabili. Ogni articolo si concludeva con il parere di un esperto. Diverso l’esperto – di volta un volta un epidemiologo o un virologo – ma sempre lo stesso il parere finale: «Attenzione, perché magari stavolta ce la caviamo, ma presto o tardi ci toccherà la pandemia globale. L’incognita non è “se”. L’incognita è solo “quando”». Con la SARS, alla fine, andò come andò. A noi andò bene, per fortuna: ce la cavammo. Oggi il «quando» è arrivato e quella previsione è diventata realtà.

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