Letture magari lunghe ma mai banali, per non farsi mancare gli spunti di riflessione.
Che non è la rinuncia alla ragione.
«La ragione, scientifica se volete, non ha intaccato minimamente la meraviglia del mondo, anzi. Forse è proprio dalla comprensione dei fenomeni naturali, delle proprietà strabilianti della meccanica quantistica, dell’abbacinante complessità dei buchi neri che nuova meraviglia sgorga fuori. L’idea che il fatto assoluto della nostra esistenza, invece, sia da ascrivere a una ragione ineffabile, sovrannaturale, o che il mondo sia pervaso da energie o spiriti, o ancora, che c’è qualcosa di profondo, una verità più vera di ogni altra cosa, che si cela nelle nostre profondità, che è la nostra anima, è qualcosa che, per mancanza di espressioni migliori, mi imbarazza. Vedetela come volete, ma se pensate che questa sia l’evidente prova dell’incapacità della ragione patriarcale e colonialista, eurocentrica, o del maschio, perdipiù bianco ed eterosessuale, di pensare qualcosa al di là dei propri limiti, insomma l’evidente fallimento del pensiero occidentale, fallimento che il pensiero è incapace di ammettere addirittura quando messo di fronte il fatto compiuto, allora suppongo che voi non facciate uso né di medicinali né di computer, né di microonde né di automobili.»
Invito al reincantamento – L’Indiscreto
Gli stessi che «non si può più dire niente» si offendono quando gli tocchi il loro amico immaginario.
«Quello che voglio dire è: non veniteci a parlare di “eccessi della cancel culture” o di “eccessi del politically correct” in un paese in cui è ritenuto gravemente offensivo esprimere giudizi sulle fedi e su chi le vive, sulle religioni e sui comportamenti loro associati; in cui si commenta “e che sarà mai” rispetto a qualunque battuta o considerazione discriminatoria sui cinesi, sugli omosessuali, sulle donne, sugli immigrati, sugli anziani, ma sui cattolici – per esempio – non ci si permette. E in cui qualcuno si scandalizzerebbe persino di questi pensieri, a conferma di.»
La cancel culture più antica del mondo – Wittgenstein
I problemi di una divinità dormigliona.
«Maybe, on 10 June 1944, a god with billions of galaxies under management, was just too busy somewhere else, e.g. a few planets in the Andromeda Galaxy had collided, leaving a major mess to clean up. But that’s a lot to wrap our minds around. Let’s just accept that on 10 June 1944 – as was the case on 13 March 1996 – god overslept. God exists, but wasn’t paying attention. Perhaps this god isn’t even aware of what’s happening on the scattered cosmic debris that we call planets.»
God’s Bad Habit of Oversleeping – Debunking Christianity
Ci sono una razionalità sostanziale e una razionalità strutturale. E sono differenti. Ma tutto dipende dalla consapevolezza che se ne ha.
«We’re often incoherent through inattention to our mental states, through failure to put them together to draw the obvious conclusions. Still, the fact that we do tend to revise our states to make them coherent when they’re brought to our attention suggests that there is a kind of rationality – structural, rather than substantive, rationality – that we at least tend to approximate. We may not be very reasonable creatures a lot of the time. But we are coherent creatures, to some degree, and under certain conditions. For this baseline level of coherence is built into what it is to even have beliefs, intentions, preferences and the whole gamut of human responses to the world.»
What is incoherence? – Aeon
Per colpa della religione, ovviamente.
«La ragione per cui molte idee economiche sono riuscite ad attecchire così tanto nella società e sono diventate dogmi, partendo dall’Europa del Nord e diffondendosi poi soprattutto negli Stati Uniti, potrebbe dunque essere spiegata – almeno in parte – dal fatto che derivino a loro volta da idee religiose. L’idea di soffrire oggi ma per una salvezza e un benessere futuri, l’idea di comportarsi secondo le regole, di doversi meritare il regno dei cieli attraverso il lavoro derivano dal protestantesimo e dal calvinismo, che abbandonarono la celebrazione della povertà della chiesa cattolica per abbracciare una concezione diversa dello stare al mondo, maggiormente legata all’ambito materiale.»
Perché il lavoro è diventato una religione? – L’Indiscreto
Che c’entra Borges con Heisenberg?
«Like Borges, as he strove to imagine what the world must be like for someone who perceives perfectly, what Heisenberg grasped was that to simultaneously observe a particle’s position and momentum with exactitude would require the observer’s co-presence with the particle in a single instant of spacetime, a requirement that contradicts the very possibility of observing anything at all. Not because of some spooky quality of the world of fundamental materials, but because the very nature of an observation is to synthesise at least two distinct moments in spacetime. As the great Prussian philosopher Immanuel Kant had put it more than 100 years earlier, any observation requires distinguishing ‘the time in the succession of impressions on one another’. Observation undermines perfect being in the present because the observation injects space and time into what is being observed. A particle captured in a singular moment of spacetime is by definition unperceivable because, in Kant’s words, ‘as contained in one moment no representation can ever be anything other than absolute unity’ – an infinitely thin sliver of spacetime, with no before, no after, and hence nothing to observe.»
Quantum poetics – Aeon
Se io non sono io, allora che cosa sono?
«Il sé non è un’entità immutabile che si cela dietro le finestre degli occhi, affacciandosi sul mondo e controllando il corpo come un pilota controlla un aereo. L’esperienza di essere me, o di essere voi, è essa stessa una percezione – o, meglio, una collezione di percezioni –, un fascio strettamente intrecciato di predizioni codificate in termini neuronali volte a tenere in vita il vostro corpo. E questo, penso, è tutto quello di cui abbiamo bisogno per essere quelli che siamo.»
L’identità è un’allucinazione – L’Indiscreto
«Signora mia,… eh?». Eppure è proprio così: certi personaggi non esistono più. O forse esistono ma si sono nascosti bene.
«In un altro contesto, con altre persone, sarebbe stato un bagno di sangue perchè quello che si dicevano ad una mente meno aperta e intelligente poteva anche risultare offensivo. Ma loro si divertivano, e noi con loro, e si imparava perché anche la minima battuta era un concentrato di ragionamenti e nozioni che i due spiegavano e raccontavano, anche se nel frattempo erano intenti a punzecchiarsi a sangue. Mi sembra di ricordare, ma non vorrei sbagliare, che fossero moderati dal mitico Piero Bianucci che naturalmente, buttava benzina in quel magico fuoco.
Si potevano facilmente immaginare i due a discutere per ore in una piola torinese, oppure al telefono come pare in effetti facessero d’abitudine.»
Vattimo e l’arte perduta di litigare – Sergio Pistoi
Non bastavano tutte le altre: adesso c’è pure l’ansia quantistica.
«Possiamo dunque, e così entriamo nella seconda categoria, percepire il nostro libero arbitrio come una velleità inconsistente. Che differenza fa se scelgo questa o quest’altra cosa, se intanto in ogni momento fuoriescono da me e da questo mondo infiniti universi paralleli in cui sto prendendo qualsiasi decisione, o qualsiasi posizione intermedia tra quelle decisioni? E questo succede per ogni istante, dall’alba dei tempi, e continuerà per sempre a succedere, fino al tramonto dei tempi, sempre che questo avvenga. I multiversi si emanano continuamente, ogni istante, e non solo in base alle nostre scelte come in uno Sliding Doors (altra pellicola basilare nella creazione del sostrato di quanxiety nel nostro inconscio collettivo) qualsiasi: ogni singolo istante, sia che stiamo decidendo qualcosa o no, si creano infinite copie di noi, infinite se ne sono create e infinite se ne creeranno. Il senso stesso di continuità con se stessi è un’illusione: siamo davvero una moltitudine, una moltitudine di possibilità, che si avverano tutte, ma di cui noi, che osserviamo dalla finestra della piccola brana del nostro universo, ne vediamo solo una.»
Oppenheimer inaugura ufficialmente l’era della quanxiety – L’Indiscreto
Ma ne vale la pena?
«This leads directly to the question of whether Being Extinct might be, in some morally relevant way, better than Being Extant. Here I find myself sympathetic with the sentiments behind pro-extinctionism. Although Being Extinct would mean no more happy experiences in the future, no more poetry, painting, music and laughter, it would also guarantee the absence of the worst atrocities imaginable – child abuse, genocides, and the like. There would be no more love, but there would also be no more heartbreak, and I suspect many would agree, upon reflection, that heartbreak can hurt worse than love feels good. It’s also entirely possible that scientific and technological advancements make unspeakable new forms of suffering feasible. Imagine a world in which radical life-extension technologies enable totalitarian states to keep people alive in torture chambers for indefinitely long periods of time – perhaps hundreds or thousands of years. Is our continued existence worth risking such agony and anguish? Those who answer ‘yes’ put themselves in the awkward position of saying that torture, child abuse, genocide and so on are somehow ‘worth it’ for the good things that might come to exist alongside them.»
The ethics of human extinction – Aeon
Uno dei risultati più importanti ma meno conosciuti del XX secolo. Spiegato in modo semplice (ahem…).
«His incompleteness theorems meant there can be no mathematical theory of everything, no unification of what’s provable and what’s true. What mathematicians can prove depends on their starting assumptions, not on any fundamental ground truth from which all answers spring.»
How Gödel’s Proof Works – Quantamagazine
La teodicea in tribunale.
«You are supposed to get the feeling that the defenses are not airtight. But do believers really need airtight explanations for suffering? Do any of us need theories that make other people’s suffering more meaningful to us? Any absolutely compelling answer to the problem of suffering risks producing moral inactivity. When hurt happens, these defenses, by making hurt meaningful, risk cutting the nerve of a moral responsibility to ease that hurt. We have all heard people say that natural disasters are a punishments for sin. How could anyone think this without devolving into smug indifference to suffering?»
The God of the seismologists – OnlySky
Io ho il mio corpo oppure io sono il mio corpo?
«Ovviamente il corpo è il primo oggetto che incontro, ma proprio per questo è trasparente, quando tutto va bene. Di solito l’occhio non si vede, il naso non si odora, la lingua non si gusta. E meno male. Ma quando qualcosa va male, ecco che vediamo il giallo del cristallino, il muco nelle narici, il corpo estraneo nel colon. Sono casi in cui il corpo diventa oggetto e non solo condizione di esistenza.»
Io non sono il mio colon: la teoria della mente allargata – L’Indiscreto
Affrontato con la teoria delle descrizioni di Russell.
«In definitiva, il problema vero rimane quello antico della causa prima. Si tratta di capire se il mondo che noi conosciamo abbia o no una causa prima, e di che natura essa sia. Le credenze e i miti che si sono diffusi intorno all’idea di Dio, nel corso dei millenni, non sono condivisibili. Molto probabilmente, sono tutti falsi. La mia proposta consente di formulare il problema dell’esistenza di un Dio come origine delle leggi che regolano i fenomeni del mondo fisico e biologico, sfrondato dagli attributi metafisici divisivi delle dottrine religiose. È sufficiente ipotizzare che un tale Dio abbia fissato una volta per tutte le leggi fondamentali che governano l’evoluzione del cosmo e della vita, secondo le componenti del caso e della necessità, come ha ben illustrato Jacques Monod nel suo celebre saggio. L’ipotesi che possa intervenire nelle vicende umane, invocato da un singolo individuo di una specie che ha appena duecentomila anni, comparsa dopo circa 13,8 miliardi di anni dal Big Bang su un pianeta piuttosto periferico della Via Lattea, una fra almeno 2000 miliardi di galassie stimate… ecco, tale ipotesi non è solo superflua: rivela una visione antropocentrica del mondo in netto contrasto con la conoscenza. Il metodo che ho illustrato permette di superare tale contraddizione.»
Il problema dell’esistenza di Dio – MicroMega
Paolo, ovviamente.
Christianity as we know it today was invented by Paul. Jesus, for the reasons stated above, would probably be horrified at the shambling mess Paul made of Judaism in order to create the new religion.
Who invented Christianity?
Un miracolo trattato con tutto il rigore scientifico che merita.
«Prima di tutto un rapido ripasso dei concetti di base, che risulterà verosimilmente superfluo per quelli di voi che si siano anche moderatamente già interessati a queste tematiche. La transustanziazione si configura a pieno titolo come un miracolo, e nei miracoli è fondamentale più d’ogni altra cosa la grazia divina. Negli ultimi tempi, in luogo di “grazia divina”, sta sempre più prendendo piede il termine “benedittanza”, una traduzione pedestre dall’inglese benedictance. Sebbene personalmente sia un nostalgico della vecchia terminologia, userò anche io qui la parola benedittanza, a beneficio del lettore che volesse approfondire queste tematiche consultando le riviste specialistiche che ormai sono passate al nuovo lemma (principalmente per depurare il concetto fisico dall’alone di significati sfumati che col tempo è andato acquisendo l’espressione “grazia divina”).»
Celiachia e Santa Eucaristia – Risposte Cristiane
I classici non smettono mai di parlarci. Eco è un grande classico.
«”When religion fails, art provides,” observes Belbo, as though in passing, but in fact pointing to the root cause of this crisis. Eco thinks that our crisis of meaning stems from one of the main by-products of modernity: radical secularization. Conspiratorial thinking is ultimately about displaced faith. In Foucault’s Pendulum, as elsewhere, he engages with Karl Popper, for whom the “conspiracy theory of society” was born of “abandoning God and then asking: ‘Who is in his place?'” Whatever imperfections philosophers may have found in the old notion of God, it served reasonably well as an authoritative source of meaning – social and epistemic, individual and collective, for the poor and for the wealthy, in this world and the next. It brought about a sense of cosmic order, and a measure of mental comfort.»
Always Narrating: The Making and Unmaking of Umberto Eco – Los Angeles Review of Books
Già, che cos’è? Lo spiega un articolo lungo e difficile ma chiarificatore.
«The laws of nature, then, fall somewhere between the accidental facts (which lack the laws’ necessity) and the facts that possess a stronger variety of necessity than the laws do. The laws are distinguished by having the variety of necessity that distinguishes the laws. But we must do better than that if we are to understand what a law of nature is.»
What is a law of nature? – Aeon
Sappiamo che è una leggenda. Ma come si è diffusa? Una storia interessante.
«Even if Galileo never spoke those words, they have some relevance for our current troubled times, when even provable facts are under attack by science deniers. Galileo’s legendary intellectual defiance – “in spite of what you believe, these are the facts” – becomes more important than ever.»
Did Galileo Truly Say, «And Yet It Moves»? A Modern Detective Story – Scientific American
Che cosa è esattamente la coscienza? Un esperimento mentale, anche se sbagliato, ci aiuta a riflettere sul problema.
«Another problem centres on what consciousness actually does. As a philosopher would put it, what causal role does it play? Does it cause matter to move about? Or to put it another way: does consciousness impact behaviour? By Chalmers’s account, the zombie is supposed to behave exactly like us – even though we have conscious experiences and the zombie doesn’t. The implication seems to be that conscious experiences play no causal role in the world. But in that case, why even postulate its existence? The usual response is that consciousness is something we immediately experience; we can’t be wrong when we claim to be conscious. But when we reach for a glass of water, aren’t we doing so because of the conscious experience of being thirsty? If we are, then consciousness does, in fact, seem to impact behaviour; and if we aren’t, then consciousness seems to be nothing more than what philosophers call an epiphenomenon, a kind of secondary phenomenon. As Hanrahan puts it, consciousness would be like the humming sound that your computer makes – it’s always there when the computer is on, but it has no bearing on what the machine is actually computing.»
The philosopher’s zombie – Aeon
Una chiara introduzione ai teoremi di Gödel, sebbene un po’ tecnica, e alle loro conseguenze sulla simulazione del pensiero umano.
«Tutto questo ci conduce alla lezione più profonda che i teoremi di Gödel ci danno sulla natura della matematica: lungi dall’essere un’enorme gioco tautologico costituito da un’insieme di procedimenti meccanici durante i quali ogni proposizione si trasforma continuamente in altre in una catena infinita di equivalenze, la matematica è un sistema aperto, in grado di generare sempre nuovi problemi, un albero che si arricchisce continuamente di nuovi imprevedibili rami.»
I teoremi di Gödel e l’intelligenza artificiale – L’Indiscreto
Fisicalismo? Idealismo? Forse esiste una terza via.
«In realtà non è un’idea difficile (come potrebbe essere invece difficile capire, chessò, lo spazio tensoriale della relatività generale). L’identità con il mondo è invece facilissima da capire. Ma è difficilissima da accettare. Perché? Perché va contro quello che la gente crede, ovvero di essere dentro il corpo (o di essere il corpo). È difficile che le persone cambino quello in cui credono, anche solo per un attimo e anche se quello in cui credono si è rivelato sbagliato e insoddisfacente sia sul piano esistenziale che su quello scientifico.»
Il mondo e la coscienza coincidono? Un dialogo con Riccardo Manzotti – L’indiscreto
Il patriarcato è più antico dei monoteismi abramitici, ma ci sguazza dentro alla grande.
«Proprio per questo ogni progetto di vera emancipazione umana (e quindi, in particolare, della liberazione delle donne) non può prescindere dalla lotta incessante contro tutte le ideologie religiose. Una lotta, ovviamente, che va condotta con gli strumenti della politica e della cultura: non si può “abolire” la peste religiosa per decreto. Solo la presa di coscienza individuale e collettiva, in particolare della parte femminile dell’umanità (la più oppressa e, paradossalmente, la più sottomessa alle fantasie religiose) potrà un giorno sbarazzarci da questo ingombrante fardello oscurantista, aprendo nuove prospettive di sviluppo umano e di maggiore felicità per tutti.»
L’assassinio di Sana: religioni e maschilismo
Altroché!
«La Toscana è una delle Regioni con la migliore qualità della vita in Italia. Molti attribuiscono la cosa al fatto di avere uno dei sistemi sanitari migliori di tutta Italia. E invece no. E perché? Si bestemmia. Tanto, Dioc…!»
Contraddizioni del multiculturalismo a tutti i costi: quando i liberali finiscono per coincidere con i fascisti.
«In pratica, si tratta della questione di come la modernità che prese le mosse dall’Illuminismo e dalle rivoluzioni del XVIII secolo debba gestire il rapporto con la sua controparte: il fascismo eterno.»
Il fascismo eterno delle «sette». Appunti di semiotica dei culti – MicroMega
Nella recensione di un libro, un’introduzione al neopositivismo breve ma chiara, esaustiva ed equilibrata.
«Circle members never arrived at an adequate formulation of verificationism. Is the statement “there is water on the far side of the moon,” which cannot be verified, meaningless? It certainly does not seem so. What’s more, physics affirmed the existence of nonobservable entities, and no one wanted to declare these affirmations meaningless. Perhaps one ought to say verificationism meant verifiable in principle? In that case, isn’t the affirmation of an afterlife a meaningful statement? As Schlick argued, when you die, you will see. And then there was the apparently fatal objection that the verification principle itself could be proven neither logically nor empirically.»
Verifiable Truths – The American Scholar
La fantascienza viene considerata banale letteratura di evasione. Non che non lo sia. Ma non è solo questo.
«This is true of pretty much every discipline that exists today. Medicine, mathematics, economics, political science, education – everything is an offshoot of philosophy. When people study the founding and influential thinkers in their fields, they are studying the work of philosophers – like Hypocrites, Descartes, Adam Smith, Plato, Dewey – who discovered methods and answers so groundbreaking and important that they spawned their own discipline. This is why philosophy has the (inaccurate) reputation of being a discipline about unanswerable questions. In reality, philosophers find answers to questions all the time! It’s just that when they do, the answers are so groundbreaking that they spawn new disciplines that get new names – and the people still dealing with the questions that have yet to be answered are still called philosophers.»
What Sci Phi Is All About: Treating Science Fiction as Philosophy – Sci Phi Journal
La coscienza umana. La possibilità di una coscienza artificiale. Un bell’articolo che suscita molte riflessioni.
«O meglio, non sappiamo di non esserlo. Vedete, anche nel momento in cui io vi rivolgo queste parole, non ho alcuna certezza che dall’altro lato ci sia davvero qualcuno o qualcosa che stia ascoltando, che queste parole causino in voi un qualche tipo di sensazione. Ho accesso solo alle mie sensazioni, è per me indubitabile di essere cosciente. Non posso, però, dire lo stesso di nessun altro. La persona seduta di fronte a me, dall’altro lato del tavolo di questo bar, per quanto ne so io, potrebbe essere un automa. Se le sue reazioni non fossero altro che il prodotto di un sistema in qualche modo automatizzato per dar l’idea — per ingannarmi — di essere cosciente? È questo il noto problema delle altre menti.
Per stabilire se una mente è cosciente non esiste nessun metodo decisivo, bisogna basarsi su quello che riusciamo a percepire dall’esterno: comportamento, apparenza, e poi prendere una decisione sostanzialmente con un balzo di fede.»
Il mistero è dentro il nostro pensiero – L’indiscreto
Deconvertire le persone è giusto? Boh. Intanto però ecco 10 consigli per chi vuole provarci.
«Belief is a product of ignorance to some degree. So there’s much to inform them about. As you proceed, inform them about what you know, whatever that is. You will learn as you go. Study as you go too. The more you know the better you’ll do.»
How to Change the Minds of Believers
Esistiamo perché ci raccontiamo e altri ci raccontano?
«Tutti noi siamo, in un certo senso, dei romanzieri. Per quanto accada senza rendersene conto, le nostre esperienze quotidiane sono sempre accompagnate da un narrare queste esperienze a noi stessi. Esperiamo ciò che accade attorno a noi, lo interpretiamo, e poi intessiamo il risultato di questa interpretazione nel romanzo nella nostra vita. Questo romanzo ha un protagonista e l’idea di base (che fra poco amplieremo) è che quello sia il nostro sé – ciò che costituisce la nostra identità personale.»
L’io è una costruzione narrativa – L’Indiscreto
La blasfemia serve. Eccome se serve. Di più: è indispensabile.
«Il sacro esiste per chi il sacro ce lo vede. Ma per chi non concepisce nessuna dimensione metafisica o spirituale, cosa rappresenta la sacralità?
Niente di niente.
Per quelli come noi, la bibbia non è un libro sacro, è solo un insieme di scritti che vanno dal XIII sec. a.e.v. fino al II sec. e.v.
Gesù, la Madonna e gli apostoli, non sono figure sacre, ma figure letterarie su cui c’è dibattito in merito alla reale esistenza storica.
Dio, gli angeli, gli arcangeli, i cori, i cherubini e via dicendo, non sono esseri sacri, ma semplici creature fantastiche appartenenti al folklore popolare.
Pertanto, agli occhi di una persona priva di qualsiasi forma di fede, ridere di Topolino, di Goku o di Babbo Natale è esattamente la stessa cosa del ridere di Dio, Gesù, e compagnia bella.
La cosa, però, si complica per colpa del cosiddetto “sentimento religioso”.
In pratica, il fatto che qualcuno creda a dei personaggi di fantasia e a degli amici immaginari, in automatico fà sì che la critica e lo sberleffo a tali figure siano vietate, o comunque socialmente non accettate.
Puoi insultare Mazinga, ma non Dio.
Fra l’altro non basta il semplice credo individuale, poiché anche i bambini credono a Babbo Natale, eppure se io dicessi che è un “panzone di merda”, a nessuno interesserebbe nulla e probabilmente molti riderebbero.
Quindi, alla fine, il risultato è che non si deve insultare quello a cui credono gli adulti e che alle sue spalle abbia un’istituzione, un’organizzazione ed una realtà giuridica, politica e sociale.
Ma è proprio per motivi sociali che bisogna affrontare il dibattito sulla blasfemia, collegato soprattutto al Pride, e quindi ai diritti umani. Perché storicamente, nel nostro paese, la religione cristiana cattolica ha dettato legge per moltissimo tempo e continua a farlo tutt’ora (motivo per il quale la satira nostrana colpisce principalmente loro, nonostante in italia ci siano diverse confessioni religiose).
Non è solo una questione di fede, che dovrebbe rimanere nella sfera privata del singolo ed essere un diritto intoccabile, ma è proprio una questione pubblica e politica che impatta sulle leggi, sulle relazioni interpersonali, sulla libertà di parola, di pensiero, la cultura, l’arte e su ogni aspetto della vita umana.»
Considerazioni sulla Madonna a seno nudo e la blasfemia nel Pride – L’Osservatore Pastafariano
Forse non c’è proprio nulla da interpretare. Forse sono solo narrazioni.
«The conclusion from all of this is that interpretation and representation in language and mathematics are little different than the supernatural explanations of ancient religions. Trying to resolve the debate between Bohr and Einstein is like trying to answer the Zen kōan about whether the tree falling in the forest makes a sound if no one can hear it. One cannot say definitely yes or no, because all human language must connect to human activity. And all human language and activity are ritual, signifying meaning by their interconnectedness. To ask what the wavefunction means without specifying an activity – and experiment – to extract that meaning is, therefore, as sensible as asking about the sound of the falling tree. It is nonsense.»
Quantum Wittgenstein – Aeon
Se la filosofia ti sembra una grandissima supercazzola, non è colpa tua: è colpa dei filosofi.
«Per altre discipline, prima fra tutte la filosofia, l’oscurità del linguaggio è invece in ultima analisi soltanto una mera scelta stilistica che non si sostiene su reali necessità oggettive, ma che viene tramandata acriticamente soltanto per motivazioni di ordine secondario, come vedremo più avanti; il paradosso, in questo caso, è che il profano che decida di penetrare quell’oscurità potrebbe accorgersi, dopo anni di studio, che dietro quel linguaggio pomposo e incomprensibile c’è spesso davvero poco di interessante – o addirittura nulla, per quanto spaventoso possa sembrare ammetterlo.»
L’incomprensibile esoterismo dell’accademia – A ragion veduta
È un simbolo. Ma un simbolo politico, più che religioso.
«Most importantly, wherever the numbers of Muslim students reach a critical mass in either a school or a neighbourhood, peer pressure and group dynamics gain a certain level of clout and force girls and young teenagers to wear the veil. I documented these cases in my forthcoming book on non-violent Islamism. Some will tell you it was their free choice. But when they try to take it off, they learn that free choice only applies to choosing to wear the headscarf. No free choice is the other way around.»
The Veil as a Political Act – E-International Relations
Differenze importanti sulle quali il dibattito è aperto. L’opinione di Sabine Hossenfelder.
«So if you want to know whether a model is scientific, ask how much data it can correctly reproduce and how many assumptions were required for this.»
How to tell science from pseudoscience – Sabine Hossenfelder
I disastri immaginari possono diventare oggetto di sperimentazione filosofica.
«Finally, while it may feel perverse to be entertained by disaster stories, we do not on the whole find them fascinating or entertaining because we are bad or evil people. There are undoubtedly some people who simply enjoy this genre of movie for the certain frisson of excitement that comes from imagining what the protagonists are enduring. But this is not the only or even the most prevalent response from people living peaceful and stable lives. These narratives do more than offer a quick thrill. They alert us to the moral conundrums that would occur in such situations and how they threaten the very ideals and values we hold dear. Our interest in this genre of entertainment provides a safe window through which we can assess the values and character traits that really matter to us – those which tend to be over-simplified, forgotten, ignored or even denigrated in good times.»
The attraction of apocalypse – iai news
Alcune riflessioni moderatamente ottimiste sul futuro.
«If certain aspects of religions can be definitively shown to improve the physical, mental, social, or sexual health of people, then, certainly, those aspects of religion should be emulated. However, there is very little compelling evidence that religion contributes any clear benefits to physical or mental health and it is almost assuredly detrimental to sexual health. It does have benefits for social health, but that can be replaced and people who are socially engaged without religion are just as healthy as those who engage socially as a result of religion. Thus, the only notable and clearly demonstrable health benefit of religion appears to be its social nature (though the extent of the social benefit of religion is not that big). Should that be replicated by secular culture? That’s a great question for a politician or a philosopher. I would probably only suggest that, if it was decided that the contributions to social health from religions were worthy of emulation that care should be taken in how those benefits are replaced. Religion also causes a lot of harm by creating divisions between people. So, any efforts to replace religion should keep that in mind and ideally avoid the negative aspects of religion if the positives are to be replaced.»
«Secularization is the failure of transmitting religiosity across generations» – unique
Una proposta orientale. Non convince, ma fa riflettere.
«Secondo una posizione molto diffusa, tutto quello che noi percepiamo sono immagini mentali. A darcisi nell’esperienza non è il mondo stesso, ma una sorta di film mentale che forse corrisponde alla realtà e forse no. Anche in questo caso, sarà utile avere un’etichetta per questa posizione; chiamiamola “teoria indiretta”. L’idea dei sostenitori di questa posizione è che non esista una cosa come l’avere accesso diretto alla realtà.»
E se la realtà ci parlasse? – L’Indiscreto
L’ignoranza non basta. La stupidità nemmeno. Forse la pazzia?
«I dubbi sono legittimi quando sono fondati su una conoscenza della materia, mentre mettere in dubbio le nozioni condivise da chi si occupa di quella materia senza averne nessuna conoscenza non è “avere dei dubbi”, è solo un espediente retorico per poter dire la propria anche quando non se ne sa niente.»
Complotti. Istruzioni per crederci – In coma è meglio
Meno conosciuto di Popper e Kuhn, Lakatos ha proposto idee originali nella filosofia della scienza. Originali e utili, specie in quest’epoca di crisi per la fisica fondamentale.
«Despite these contradictions, Lakatos saw merits in both Popper’s and Kuhn’s approaches. His ‘research programme’ has parallels with Kuhn’s paradigm. A research programme consists of a ‘hard core’ theory or collection of theories surrounded by a ‘protective belt’ of auxiliary hypotheses. The auxiliary hypotheses serve two purposes. They help to connect the hard core to the empirical world through predictions, and they also serve to insulate the core and render it essentially irrefutable. It is the combination of hard core and auxiliary hypotheses that is subjected to empirical test and is in principle falsifiable.»
How science fails – Aeon
I diritti dei genitori non sono illimitati: di sicuro non suoi corpi, ma nemmeno sulle menti dei loro figli e delle loro figlie. Una lunga, appassionata e convincente filippica sul rispetto dei bambini e delle bambine.
«In learning science we learn why we should believe this or that. Science doesn’t cajole, it doesn’t dictate, it lays out the factual and theoretical arguments as to why something is soand invites us to assent to them, to see it for ourselves. Hence, by the time someone has understood a scientific explanation they have in an important sense already chosen it as theirs.
How different is the case of religious or superstitious explanation. Religion makes no pretence of engaging its devotees in any process of rational discovery or choice. If we dare ask why we should believe something, the answer will be because it has been written in the Book, because this is our tradition, because it was good enough for Moses, because you’ll go to heaven that way … Or, as often as not, don’t ask.»
What Shall We Tell the Children? – Edge
Quattro ipotesi sull’origine della coscienza. E la più bistrattata non è la più assurda.
«L’idealismo offre un’immagine estremamente omogenea della realtà: essa è una ed è mentale. Tuttavia, esistono due prospettive su di essa, una interna e una esterna, e nessuna delle due causa o produce l’altra perché sarebbe come dire che il verso di una moneta causa o produce il suo complementare. La coscienza umana, quindi, viene interpretata non tanto come un qualcosa ma più come uno stato, una temporanea distorsione della realtà che ritorna su sé stessa e così facendo crea quella prospettiva esterna che è la nostra esperienza del mondo. Va notato, inoltre, che tale visione non offre solo un modo per spiegare come si arrivi alla coscienza umana ma risolve anche la domanda della coscienza in generale, fondamentalmente eliminandola: non c’è nessuna questione di come sia possibile che l’universo contenga il fenomeno della coscienza perché la coscienza è tutto ciò che c’è nell’universo. In altre parole, la domanda del perché esiste la coscienza è ora nient’altro che la domanda del perché esiste una realtà.»
Il mistero della coscienza e la mente universale – L’Indiscreto
Che cos’è una domanda filosofica? Già chiederselo significa fare filosofia.
«Alla fine di questo lungo viaggio, dunque, ci richiediamo “che cos’è una domanda filosofica?”. Una domanda sul mondo, sul principi primi che lo regolano e sulla sua natura ultima.»
La filosofia della filosofia – L’Indiscreto
Un nemico tanto più pericoloso quanto più è subdolo.
«In a cynical way, Islamists achieve far more through dawa than when they confine themselves to simply blowing things up and stabbing people to death. The threat is not as obvious. Jihad and the use of violence tend to provoke an immediate response. With dawa, on the other hand, it is possible to talk about charity, spirituality and religion — and then compare it to normal religious proselytising missions. In a free society, what reasonable person would take issue with that?»
Why Islamism became woke – UnHerd
Non solo non pretende di scoprire delle verità assolute, ma anche le modeste verità provvisorie che scopre sono influenzate dalla società.
«La scienza contiene quindi probabilità, margini di errore e gradi di attendibilità in una scala di continuità, ma non certezze, afferma Roberts. E non esistono prove empiriche sufficienti per dirimere molte questioni morali e discrezionali, competenza invece della politica e delle decisioni umane. La scienza “può aiutarci a capire quali politiche aiutano i malati e i più vulnerabili, ma non può dirci se, o quanto, dovremmo aiutarli”. Può dirci quali effetti avranno le emissioni di anidride carbonica sulla salute pubblica ma non può dirci se dovremmo prevenire quella sofferenza, o come soppesarla rispetto ad altre considerazioni.»
La scienza non è «neutra» – il Post
Cose che anche molti italiani nemmeno sospettano di sé stessi.
«Are italians religious?
Ottima domanda. Si potrebbe rispondere semplicemente sì, ma “sì” non rende abbastanza bene l’idea. Per capire quanto gli italiani siano religiosi in una scala da 1 a disturbo ossessivo-compulsivo, si considerino i seguenti fatti:
Uno.
A Torino è conservato un lenzuolo che, dicono, è stato usato duemila anni fa per avvolgere il cadavere del figlio di Dio, non di una qualche divinità minore tipo Mosè, San Giuseppe o lo Spirito Santo (qualsiasi cosa sia), no: Gesù Cristo in persona, Dio Jr.
Due.
A Roma abita il rappresentante ufficiale di Dio nella nostra Galassia: il signor Jorge Mario Bergoglio. Quali altre città del mondo si possono vantare di avere il sostituto di Dio fra i suoi residenti? 19? 8? 3? Te lo dico io quante: 0. Zeta, E, Erre, O.
Tre.
A Napoli, un paio di volte all’anno, la gente si raduna in una chiesa per assistere alla liquefazione di un campione del sangue di un certo Gennaro, il personaggio di un raccontino di fiction scritto secoli fa per la formazione morale del giovane, conservato in un’ampolla sigillata (il sangue, non il giovane) che nessuno è autorizzato ad aprire, analizzare e verificare se sia veramente sangue o, per dire, colatura di alici.»
Cose da sapere sugli italiani – In coma è meglio
No. Ovviamente no. Basta osservare la società per rendersi conto che assolutamente no.
«But “low information voters,” those who don’t make the effort, or have the capacity, to develop usefully nuanced understandings of current events and political controversies, are a particularly serious problem. They end up voting with their guts rather than heads, and instincts are wrong far more often.»
Is universal suffrage really such a great thing? – OnlySky
Ancora no. Ma il campionario si amplia. Inglobando, curiosamente, anche la termodinamica.
«La domanda ha a che fare, essenzialmente, con il programma di ricerca di Wheeler: esiste davvero una corrispondenza tra le cose (it) e l’informazione (bit)? Se sì, la risposta si cela certamente nei profondi misteri della seconda legge della termodinamica e di quella multiforme ed elusiva quantità che chiamiamo entropia. Semmai una teoria del tutto sarà davvero conseguita nella fisica fondamentale, questo sarà quasi certamente l’ingrediente fondamentale per far tornare i conti e restituire un’immagine comprensibile dell’universo in cui viviamo.»
C’è, finalmente, una teoria del tutto? – L’Indiscreto
Che c’entra un’intuizione di fisica teorica vecchia di quasi un secolo con una congettura matematica mai dimostrata? Un articolo difficile ma ricco di interessanti spunti di riflessione.
«Le costruzioni della fisica nascono da un problema ben definito, non è lecito estenderle al di là del proprio dominio. Se l’ipersfera a 5 dimensioni mi permette di avere una descrizione coerente della cosmologia quantistica, non posso desiderare altro, soprattutto non devo sognare altro. I sogni speculativi in fisica teorica sono generati dai problemi.»
Dalla torre di Majorana all’infinito – L’Indiscreto
La cultura figlia dell’illuminismo è in crisi. Perché?
«Se dovessimo chiedere agli psicologi il perché di questa fragilità del pensiero razionale, forse ci direbbero che l’oscurantismo è la massa grigia dell’umano, il suo fondamento, il suo essere profondo, la sua natura, a cui tende sempre a ritornare, così come si torna volentieri ai luoghi d’origine per ritrovare un senso di pace. E che, soprattutto, la ragione è una conquista. In quanto figli dell’Illuminismo siamo portati a ritenerci esseri razionali e pensanti, di godere di questo privilegio per natura e, grazie a questo dono, di differenziarci dalle altre forme viventi.
Niente di più erroneo. Non è un attributo scontato, e pertanto deve essere preservato. La ragione è un privilegio che va coltivato come una pianta preziosa.»
La distruzione della ragione – MicroMega
Perché i matematici sono esseri umani. Tutt’altro che perfetti.
«Invece anche nella vita “pratica” di un matematico si possono trovare delle controversie su alcune inferenze, cioè il processo di affermare “da questo fatto deriva questo altro fatto”. Ci possiamo chiedere se una “inferenza” sia valida o meno: e una comunità matematica “sana” dovrebbe avere procedure e strumenti per rispondere sempre a questa domanda. Non dico che sia una cosa facile, ma, in teoria, a forza di affrontare insieme tutti i dettagli, si dovrebbe riuscire a trovare un accordo.»
Anche la matematica è un’attività umana – Il Tascabile
Tutto ha un costo. E non è strano né scandaloso.
«Sia chiaro: non sto dicendo che questo calcolo è giusto. Sto dicendo che è ovunque, e ha esiti mostruosi che pure, in qualche modo, tolleriamo. L’ingiustizia emerge in modo palese quando si parla di comprare la riapertura degli uffici con una data quantità di cadaveri, ma scandalizzarsi dicendo che la vita non è negoziabile è ingenuo: perché è di questo negoziato che consiste, in ultima analisi, la politica.»
Il costo della vita – il Post
La morte è il nulla. Ma il nulla non è. Perciò anche la morte non è?
«Secondo Severino è indubbio che per disinnescare l’angoscia della morte si debba compiere un lungo percorso di comprensione dell’evoluzione del pensiero occidentale. Un percorso al termine della quale si può arrivare a cogliere l’erroneità del nichilismo, che per altro non è sempre identico a se stesso, ma assume forme storicamente diverse. C’è ad esempio il nichilismo metafisico. Poi c’è il nichilismo radicale di Nietzsche, Leopardi e Gentile, per intenderci: le tre cuspidi della filosofia occidentale, coloro che hanno smantellato definitivamente ogni metafisica. Infine c’è il nichilismo della scienza. Severino si pone il problema di cosa sia davvero evidente: come possiamo percepire il contrario del nichilismo, ossia l’eternità degli essenti? La risposta che dà è di stampo iper-razionale, ultra-logico: il nulla non appare se non come parola astratta, che non indica alcunché dell’essere. È una parola che logicamente si oppone all’essere e non lo intacca minimamente.»
La morte non esiste più – Il Tascabile
Si può essere antinatalisti in due modi. Ma non esiste una risposta «giusta» alla domanda.
«Come dirimere la questione dunque? Bè, in nessun modo che si possa considerare definitivo. Non potendo interpellare chi di dovere, decideremo seguendo il nostro criterio personale, che dovrà poi scontrarsi con istinti irrazionali, emozioni, volontà di un(a) eventuale partner, o anche solo col semplice caso. Non è possibile sapere se sia giusto o sbagliato far nascere una persona, ma possiamo sapere che per lo stesso motivo qualunque consiglio daremo lascia il tempo che trova – quando non è addirittura irritante.»
È giusto fare figli? – L’Indiscreto
«Ma che male fa?». Domanda stupida: la religione non è innocua. Manco per niente.
«Solo una società solidale, umanitaristica ed equa potrà promuovere il superamento della religione.
Questa conclusione rivela i limiti dell’ateismo razionalistico contemporaneo (Dawkins, Onfray, Odifreddi, ecc.) il quale non tiene conto del fatto che l’apparato mentale umano comporta al tempo stesso la consapevolezza della finitezza e l’intuizione emozionale dell’infinito.
Il superamento della religione non potrà avvenire contestando la stupidità e l’ignoranza dei credenti bensì attraverso una rivoluzione culturale e al tempo stesso politica.»
Religione e disagio psichico – Nil Alienum
Adonis, il più importante poeta arabo contemporaneo, si esprime sull’islam e in generale sui monoteismi abramitici. Senza eufemismi, senza giri di parole. E con un grande coraggio.
«Non si può essere né nel giudaismo né nel cristianesimo né nell’islam un grande poeta e al tempo stesso un credente. La poesia è un grande punto interrogativo: pone un interrogativo continuo sul mondo. La religione è agli antipodi: è una risposta definitiva, totale e radicale. La poesia è per natura anti-religione.»
«Violenza e Islam»: incontro con Adonis – Laser
Credi di essere libero/a? Be’, ti sbagli. E chi ti manipola lo sa bene.
«People sometimes imagine that if we renounce our belief in “free will”, we will become completely apathetic, and just curl up in some corner and starve to death. In fact, renouncing this illusion can have two opposite effects: first, it can create a far stronger link with the rest of the world, and make you more attentive to your environment and to the needs and wishes of others. It is like when you have a conversation with someone. If you focus on what you want to say, you hardly really listen. You just wait for the opportunity to give the other person a piece of your mind. But when you put your own thoughts aside, you can suddenly hear other people.
Second, renouncing the myth of free will can kindle a profound curiosity. If you strongly identify with the thoughts and desires that emerge in your mind, you don’t need to make much effort to get to know yourself. You think you already know exactly who you are. But once you realise “Hi, this isn’t me. This is just some changing biochemical phenomenon!” then you also realise you have no idea who – or what – you actually are. This can be the beginning of the most exciting journey of discovery any human can undertake.»
Yuval Noah Harari: the myth of freedom – The Guardian
Ce la tiriamo tanto, ma forse non siamo né migliori né più interessanti dei batteri. Forse. O forse sì. Comunque dipende tutto da noi.
«Perché e in che modo l’umanità ha avuto un “insolito successo”? E cosa significa, per un biologo evoluzionista, “successo”, se l’autodistruzione fa parte della definizione? Questa autodistruzione include il resto della biosfera? Inoltre, cosa rappresentano gli esseri umani nel grande schema dell’universo, e dove siamo diretti? Qual è la natura umana, se esiste, e come l’abbiamo acquisita? Cosa fa presagire questa natura riguardo alle nostre interazioni con l’ambiente? Con 7 miliardi di persone che affollano il pianeta, è difficile immaginare domande più vitali.»
Il successo evolutivo è la condanna dell’Homo sapiens? – L’Indiscreto
Per protestare bisogna essere discreti e modesti. Non bisogna infastidire, non bisogna fare casino. Ma vaffanculo, va’.
«E se mi incazzo, perché capita pure che mi incazzi, vengo invitata a “stare calma”, a moderare i toni, se voglio che le persone stiano dalla mia parte. Altrimenti no. Perché la gente deve essere persuasa con le buone a sottoscrivere cause di elementare giustizia. Altrimenti si porta via il pallone.»
Protesterai solo quando te lo dirò io – Giulia Blasi
Astutillo Smeriglia rivendica una libertà troppo spesso trascurata.
«Forse l’ho già detto da qualche parte in questo blog, ma per sicurezza lo ripeto: se lo Stato fosse davvero un’istituzione creata nell’interesse dei suoi cittadini, ci sarebbe un qualche tipo di servizio per chi vuole suicidarsi, in modo che uno non sia costretto a buttarsi sotto un treno e incasinare la giornata a migliaia di persone, qualcosa tipo un ufficio suicidi: uno va lì, prende il numerino, firma la liberatoria e tutto quanto e alla fine della procedura gli viene fornito un kit per suicidarsi in tutta sicurezza.»
Come suicidarsi in modo semplice e divertente – In coma è meglio
Una libertà data per scontata. Troppo scontata.
«Credere, come volere, sembra indispensabile alla propria autonomia, è il fondamento ultimo della propria libertà. Ma, come ha osservato anche Clifford: “La convinzione di un uomo non è sempre una questione privata, che riguarda solo lui”. Le credenze danno forma ad atteggiamenti e motivazioni, guidano le scelte e le azioni. Credere e conoscere si formano all’interno di una comunità epistemica, che ha delle conseguenze pratiche. C’è un’etica del credere, dell’acquisire, sostenere e abbandonare le credenze – e questa etica genera e limita il nostro diritto a credere. Se alcune credenze sono false, o moralmente ripugnanti, o irresponsabili, sono anche pericolose. E a quelle non abbiamo diritto.»
Non hai il diritto a credere a quello che vuoi – L’Indiscreto
L’etica può avere un fondamento razionale? No, certo che no. Una bella riflessione su Hume e Moore.
«Moore considera il bene come l’oggetto di una intuizione, di conseguenza anche i giudizi etici potranno essere valutati solo attraverso il ricorso all’intuizione: soltanto controllando se effettivamente a un oggetto o a un’azione corrisponde la qualità etica predicata, è possibile stabilire se l’oggetto – o l’azione – possa dirsi buono.»
Principia Ethica – Il Chiasmo
Per un transteismo. Che va bene, eh. Però chiamiamolo con il suo vero nome: panteismo.
«L’immagine teista di Dio è servita per spiegare l’esistenza del mondo e per mantenere l’ordine, promuovere la bontà ed evitare danni reciproci. Ma tale immagine non trova più posto nel quadro culturale del nostro tempo, all’interno del «credibile disponibile» (P. Ricoeur) della nostra epoca. E pertanto non serve più. Non possiamo più continuare a dire “Dio” come spiegazione, causa, fondamento o giustificazione di alcunché.»
Al di là di «Dio» o del teismo – MicroMega
Ecco perché è sbagliato invocare la Natura anche quando ci fa comodo.
«Certamente dire che anche altre specie fanno questo o quello esclude che si tratti di un comportamento “contro natura”. Ma affermare che SICCOME ci sono n specie di animali omosessuali, o che si masturbano, o che sono necrofili, allora è un comportamento che la specie umana deve accettare, ehi, fermi tutti. La specie umana è una specie molto complessa. Deve accettare l’omosessualità, o la diversa identità di genere, non perché così fan tutti, a cominciare dai pinguini, ma perché è un comportamento comune nella nostra specie, tanto quanto cantare bene, o scrivere poesie. E’ un comportamento perfettamente consono alla nostra biologia, è irrilevante che sia consono anche a quella dei pinguini, o delle cimici. I germani reali, i pinguini e tante altre specie sono necrofile, ovvero hanno una soglia bassa di eccitazione ed è sufficiente, come abbiamo visto, che ci siano i segnali giusti. Questo non vuol dire che dobbiamo essere necrofili anche noi. Non fa parte della nostra biologia. Nei vertebrati, per esempio, i corteggiamenti tra maschi aumentano col grado di poliginia e sono prevalenti in specie che fanno lek. Tra le femmine i corteggiamenti tra individui dello stesso sesso avvengono invece più frequentemente in specie monogame con sviluppo precoce (McFarlane et al, 2007).»
La triste storia del cover-up dei pinguini «depravati» – le Scienze Blog
Dopo la polemica sulle affermazioni di Barbero, vediamo se si può dire qualcosa di razionale.
«Praticamente tutti i tratti di cui abbiamo parlato, anche quelli che sembrano più fortemente influenzati dalla biologia, si piegano come giunchi davanti alla cultura e dalla presenza di stereotipi di genere. Attenzione: il fatto che si pieghino non significa che siano irrilevanti. Lo sfondo biologico andrebbe considerato semplicemente come uno dei tanti fattori che costruiscono la nostra personalità, che può essere importante per uno e irrilevante per l’altro, a seconda dell’interazione di tutti gli altri fattori. Inoltre spesso ci focalizziamo su possibili differenze cognitive a livello profondo, quando in realtà le differenze che contano sono più emotive e psicologiche. Per esempio per il successo in matematica il principale fattore da considerare nel gap tra uomini e donne è la fiducia in sé stesse. Di nuovo, allora, avrebbe ragione Barbero -se è questo che intendeva- a parlare di spavalderia e sicurezza di sé: ma è assai dubbio che sia una differenza «strutturale» e non, invece, inculcata a livello culturale e sociale.»
Il sesso dei nostri cervelli: esistono differenze mentali tra generi? – L’Indiscreto
Altroché se sbaglia.
«Perché domina questo grande silenzio quando i valori dell’illuminismo vengono minacciati dai fondamentalisti islamici? La lotta per i valori dell’illuminismo e la libertà non fanno parte del DNA politico e culturale della sinistra?»
La sinistra sbaglia a tacere sull’islam – MicroMega
La scienza produce verità oggettive sulla realtà? Oppure è determinata dalla Storia umana?
«A distanza di tanti anni dalla sua uscita, dunque, L’ape e l’architetto risulta un libro che ha aperto una strada, negli studi di filosofia e di storia della scienza, e a cui la storia ha dato per molti versi ragione, tanto che molte delle osservazioni dirompenti di allora sono entrate nel senso comune. E come tutti i libri che hanno fatto epoca, permette di ritrovare, anche nelle sue parti più datate, che oggi non ci sarebbe bisogno di scrivere, ma allora erano cruciali, il sapore preciso di un periodo del passato e delle sue tensioni intellettuali. Da questo punto di vista è diventato un classico, che per essere inteso pienamente ha bisogno di essere contestualizzato e ricollocato nel suo tempo.»
La lotta contro l’ortodossia – Brescia Anticapitalista
Un’altra forma di discriminazione a causa di un’identità non ideologica. Ma non frega niente a nessuno.
«Quello che voglio capire è quale argine si può mettere per evitare che una credenza personale che diventa condivisa da un gruppo torni a influenzare la vita di chi non ci crede, come hanno fatto e fanno le religioni laddove l’illuminismo non è entrato o lo ha fatto solo attraverso persiane ancora chiuse. Con l’aggravante che nel frattempo quelle religioni (almeno la maggioranza di esse) si sono messe in discussione, loro e i loro testi. Talmente criticate, rigirate, fatte a pezzi e rimesse assieme da aver creato il paradosso per cui se in una conversazione confessi di leggere regolarmente la Bibbia o il Corano passi per un sinistro collaborazionista dell’oscurantismo, o al limite solo come uno sfigato, mentre se non scendi nemmeno dal letto se prima non hai consultato le previsioni del giorno online di Paolo Fox sei un cittadino del tuo tempo. E chi se ne frega se bruciare del legno di palo santo, a parte fare buon odore, non elimini nessuna cattiva energia scientificamente dimostrabile: fa parte della coolness, mica di stupida superstizione.»
Contro l’astrocrazia – il Post
Fare, non limitarsi a imparare ciò che fecero altri. Creare, non ridursi a contemplare le creazioni altrui.
«Le humanities o le liberal art, al contrario, sono sì un momento di studio, ma anche di produzione e creatività. Sono diverse dal sapere scientifico in quanto materia e metodo, ma non in quanto spirito e a volte si declinano nelle scienze umane, sociali e psicologiche. Il motto oraziano della Royal Society nullius in verba (“non bisogna fidarsi delle parole dei maestri”) suona proprio come la negazione del conformismo estetico che ha spesso animato le belle lettere del nostro stivale. Paradossalmente, la nostra tradizionale formazione umanistica venera i grandi innovatori del passato (coloro che crearono, produssero, cambiarono, fecero, rivoluzionarono), ma scoraggia l’innovazione e induce alla ripetizione.
Se risolvessimo questo equivoco tra umano e umanistico, potremmo ripensare quello che, soprattutto in Italia, è un vulnus che trascina nell’abisso innocenti e colpevoli. Parlo dell’identificazione tra cultura e cultura umanistico-storico-artistico-letteraria. Vuoi per inerzia, vuoi per spirito conservatore, vuoi per difesa di gerarchie sociali, vuoi per semplice incompetenza, siamo rimasti prigionieri della confusione tra materie umanistiche e sapere.»
Humanities sì, cultura umanistica no – DoppioZero
No. Siamo noi che gliene diamo uno. Qui e ora.
«What people are looking for is somebody to tell them what the purpose of their life is and that’s the wrong way to search.»
Ask an atheist: Does the universe have a purpose?
Grandi pippe mentali. Oppure no?
«È difficile stabilire quanto sia verosimile che viviamo in una simulazione digitale. È però probabile che saremo capaci di averne una comprensione maggiore con il progresso scientifico e lo sviluppo di una maggiore conoscenza del nostro universo. In mancanza di certezze, possiamo comunque consolarci con il pensiero che – nel caso i nostri presunti creatori non siano malvagi o folli – l’oppressione e la sofferenza di cui facciamo esperienza nella nostra vita con ogni probabilità non è futile.»
Una teodicea per universi artificiali – L’Indiscreto
Atei «aridi» e «senza cuore»? Ma anche no.
«Parafrasandolo, si può invece azzardare che, più che emotiva, la storia dell’ateismo è emozionante. Perché, a differenza delle singole religioni, è sbocciato spontaneamente in tempi e in luoghi diversi. In India e in Cina, tre millenni fa: in Grecia e a Roma, oltre due millenni or sono; persino nel mondo islamico e – benché perseguitato – anche nei lunghi secoli del totalitarismo cristiano. L’ateismo è sempre emerso quando gli è stato possibile emergere, quando cioè si sono raggiunti livelli di istruzione e benessere che hanno permesso di esprimersi in relativa sicurezza.»
L’emozionante storia dell’ateismo – A ragion veduta
Argomentazioni inoppugnabili in favore dei matrimoni fra persone dello stesso sesso.
«In primo luogo, perché questa soluzione divide ancora una volta gli americani in base alla principale istituzione sociale. Come le leggi che proibivano i matrimoni misti, l’unione civile crea un sistema a due livelli, in cui il modello del matrimonio è superiore. Può darsi che i vantaggi siano gli stessi, come lo erano per le coppie di colore, ma la segregazione è altrettanto marcata. Uno dei maggiori meriti del matrimonio civile è la sua semplicità. A qualunque razza apparteniate, a qualunque religione, quali che siano le vostre idee politiche, la vostra classe o la vostra professione, il matrimonio è sempre il matrimonio. Afferma un’eguaglianza tra i cittadini che si estende a tutta la società civile. Ritagliare al suo interno uno spicchio di segregazione significa fare lo stesso errore che facemmo con le leggi sui matrimoni misti. Significa “balcanizzare” una delle più importanti e unificanti istituzioni che ancora abbiamo. È un impulso illiberale in teoria e in pratica, e i progressisti dovrebbero opporsi.»
Viva gli sposi – Internazionale
Carnap e Heidegger: davvero sono incompatibili?
«The truth is that Heidegger and Carnap are closer to one another than they first appear. Heidegger would accept something of this similarity between philosophy and poetry. But he doesn’t see it as a problem; Carnap does. Carnap’s vision of philosophy is for it to be airtight and true. He wants to think and speak with the utmost certainty, and logic is the means by which to do that.»
Peak Ellipsis – Aeon
Quando supera i limiti della comprensibilità umana, la scienza diventa una religione?
«By writing about concepts like quantum entanglement and cosmic background radiation, physicists are trying to help us acclimate to a modern metaphysical reality that remains permanently new and challenging, even though its essence has been clear for centuries. That’s because we are all born with an instinct to find human meanings in the universe. The scientific revolution isn’t a historical event that happened a few centuries ago, but a process that takes place in the life of every person who learns scientific truth.
The final irony, however, is that this piety toward the truth is itself a legacy of the old, religious metaphysics that science rejects. For why would we be so intent on living in the truth, even at the cost of our own happiness, unless truth is a commandment, a mitzvah? In the end, Nietzsche wrote in The Gay Science, “it is always a metaphysical faith on which our faith in science rests – that even we seekers after knowledge today, we godless anti-metaphysicians, still take our fire from the flame lit by a faith a millennium old… that God is truth, that the truth is divine.”»
The Ontology of Pop Physics – Tablet
Un problema che prima o poi ci dovremo porre.
«This is profoundly disturbing because it goes against the grain to think that a machine made of metal and silicon chips could feel pain, but I don’t see why they would not. And so, this moral consideration of how to treat artificially intelligent robots will arise in the future and it’s a problem which philosophers and moral philosophers are already talking about.»
Does conscious AI deserve rights? – Big Think
Teodicee inverse: se il Male è compatibile con un Dio infinitamente buono, allora il Bene è compatibile con un Dio infinitamente cattivo. In sintesi: le teodicee in generale non servono a niente.
«Most religious believers immediately reject the evil God hypothesis based on these kinds of simple observations but if the religious can say “Look at how much good there is in the world. This disproves the evil God hypothesis”, why can’t atheists say “”Look at how much evil there is in the world. This disproves the good God hypothesis”?»
Could God Be Evil? – CosmicSkeptic
Le religioni sono influenzate dalle malattie infettive.
«E il diavolo? Credenze e superstizioni vitalistiche (diavolo, stregoneria, malocchio, spiriti maligni, ecc.), chiamate nel complesso “vitalismo morale”, sarebbero secondo Bastian Brock, professore di Psicologia dell’Università di Melbourne, una “teoria ingenua” delle malattie infettive. In psicologia una teoria ingenua è quella che usiamo per spiegare i fatti della vita quotidiana, quando anziché applicare il metodo scientifico ci basiamo sull’esperienza personale. Lo psicologo Jean Piaget osservò che un bambino, prima di una certa età, giudica il volume di un liquido sulla sola misura dell’altezza del recipiente: più alto il vaso, più acqua ci sarà; ma il vaso può essere più o meno largo, più o meno profondo… Ecco, spiega Piaget, in questo caso il bambino formula una teoria ingenua per fare assunzioni sul mondo, su cui basare poi le proprie scelte. Spesso le teorie ingenue sono anche delle “euristiche”, ovvero ragionamenti rapidi ma non precisi o esaustivi che nella maggior parte dei casi portano a risultati sufficientemente efficaci. Credere agli spiriti maligni, seppur sia un ragionamento fallace, porta a tenersi lontano dalle fonti di contagio: dà quindi risultati concreti in termini di riduzione dell’infezione e viene rinforzato, selezionato e trasmesso alla collettività.»
Il diavolo, le streghe e la nascita delle epidemie – il Tascabile
Gli esperimenti mentali sono divertenti e istruttivi. Ma non privi di problemi. Perciò vanno usati con cautela.
«Overall, ethical thought experiments are, at best, fallible ways of constructing simplified models that map rather imperfectly onto the world as we experience it, and can distort as much as they illuminate. So should we give up on them as sources of ethical insight?
Responsible thinking requires calibrating our levels of credence to the reliability of our intellectual tools. Clearly, ethical thought experiments are not particularly reliable tools. But that’s not to say that we have other, more reliable tools. Pre-theoretical ethical ‘common sense’ is subject to distortions brought by prejudice, power and many other factors, and the reason why we turn to philosophical ethics in the first place is that it’s unclear how to resolve competing ethical duties that arise at a pretheoretical level. Ethical thinking is hard, and even our best tools for doing it are not very good. Humility should be the watchword.»
The trolley problem problem – Aeon
Chissà come sarebbe stata la Storia se Giuliano fosse stato meno temerario? Forse ci saremmo risparmiati la barbarie cristiana.
«Whether it could be called bravery or madness, Julian’s last act is one of those moments where historians wonder… what if? Julian was the last pagan emperor, who in his short reign of just twenty months began to turn the tide against Christian hegemony in the Roman Empire.
Had he survived, we can only speculate – living as we are in an age when Presidents still pose outside churches holding a bible – as to how different history would be.»
The Great Philosopher-Emperor You’ve Never Heard Of – Medium
C’è una «regola di ferro» nella scienza. Che la rende una forma di pensiero innaturale per gli esseri umani, ma dalla quale nessuno scienziato si può prescindere.
«In school, one learns about “the scientific method” – usually a straightforward set of steps, along the lines of “ask a question, propose a hypothesis, perform an experiment, analyze the results.” That method works in the classroom, where students are basically told what questions to pursue. But real scientists must come up with their own questions, finding new routes through a much vaster landscape.»
How Does Science Really Work? – The New Yorker
Un riassunto sintetico ma efficace del fenomeno culturale noto come «religione» e del fenomeno psicologico noto come «fede».
«Il narcisismo diventa veramente fastidioso quando assume forme collettive, come per esempio le religioni. Contrariamente a quello che si dice, il sentimento che sta alla base della religione non è l’amore per l’umanità, l’amore per la verità o l’amore per le frasi a effetto, ma l’amore per se stessi. Il tacito assunto di ogni religione è sempre e solo uno: “sono talmente affascinante, arguto e sveglio che solo un dio può avermi creato, di certo non una volgare trombata”. Ogni idolatria è in fondo un’egolatria e tutti i preti del mondo non sono altro che delle specie di ventriloqui, gente che si mette sulle ginocchia un pupazzetto di dio e gli fa dire quello che vuole. Mi dai torto? Relativista! Non mi obbedisci? Peccatore! Mi sfotti? Empio! Il sentimento religioso è solo narcisismo messo dietro il paravento della metafisica, in modo che uno possa lasciarsi andare alla più sfrenata autocelebrazione al riparo da occhi indiscreti, compresi i suoi (nota per gli extraterrestri: sulla Terra l’autocelebrazione si chiama “devozione”, l’autostima si chiama “fede” e i gusti personali si chiamano “leggi morali”). Quando un paravento è fatto bene ed è stato intessuto e amorevolmente preparato per millenni, magari con l’aiuto di qualche filosofo specializzato in paraventi, allora un narcisista può veramente realizzare il suo più grande sogno, che non è tanto autocelebrarsi, quanto sfondare il cranio a chiunque non lo celebri. Perché, dice il narcisista mentre impugna il badile, se non mi celebri non stai mancando di rispetto a me, nel qual caso potrei anche chiudere un occhio, ma stai mancando di rispetto a dio, e dio non è uno che sa stare allo scherzo (nota per gli extraterrestri: in caso di sbarco sulla Terra, meglio non togliersi il casco).»
Dio non è uno che sa stare allo scherzo – In coma è meglio
La giustificazione definitiva della legittimità della bestemmia. Assolutamente inoppugnabile. Da vedere e apprezzare fino alla fine.
«Perché dovrei reputare “sacro” il delirio di una persona che crede a un amico immaginario?»
Don Alberto Ravagnani: Viva la Blasfemia – #VivaLaBlasfemia
Contro i laici «debolisti», che non hanno alcuna percezione del pericolo reale.
«Secondo i “debolisti”, la satira alla Charlie Hebdo, atea e provocatoria, offende l’islam. Innanzitutto, io dico, la satira, fin dalla notte dei tempi, è provocazione, altrimenti non è satira: un Charlie Hebdo dell’antico Egitto raffigurò il faraone con una testa di topo; Seneca nell’Apokolokyntosis paragonò a una “zucca divinizzata” l’imperatore Claudio dopo la morte. La critica e il dileggio del Potere è la linfa vitale della satira. Che può essere atea, e quindi irriguardosa per le religioni, i loro cleri, Profeti e Testi Sacri. Come ha detto Macron, riferendosi a Charlie Hebdo: “La libertà di non credere è inseparabile dalla libertà di espressione, fino al diritto alla blasfemia”. Lo Stato laico è tale perché protegge la libertà di espressione di tutti e di ciascuno, che sia ateo o credente, musulmano o cristiano, vignettista satirico o salmodiante religioso. In questo senso, è protezione e garanzia anche per l’islam, come per qualsiasi credenza e miscredenza. Purché rispettino la legalità, i diritti e i principi costituzionali.»
Terrorismo, satira e laicità – MicroMega
Surprising? Ah ah. Ma no. È ovvio, invece.
«Although some religious conservatives warn that the retreat from faith will lead to a collapse of social cohesion and public morality, the evidence doesn’t support this claim. Surprising as it may seem, countries that are less religious actually tend to be less corrupt and have lower murder rates than religious ones.»
Why is religion suddenly declining? – OUPblog
La difesa delle persone è irrinunciabile. La difesa delle identità e delle culture invece è un’assurdità pericolosa.
«C’è una competizione tra le vittime e una competizione per vedere chi è più vittima. Ma non è così che si fanno andare avanti le cose: non si conquista il rispetto dei dominatori agendo solo come vittime. È necessario denunciare uno stupro, le molestie sessuali, l’omofobia, qualunque tipo di aggressione. Ma non possiamo rendere lo status di vittima come uno status invidiabile. Siamo passati da una società della morale a una società dell’ipersuscettibilità e dell’ipersensibilità, io aspiro invece ad una generazione di uguaglianza, una generazione realizzata che costringe al rispetto.»
Fourest: «La “generazione offesa” ha rinunciato alla lotta libertaria e si rifugia nel vittimismo identitario» – MicroMega
Quando si proibisce qualcosa che non è nemmeno ben definito, i risultati sono demenziali.
«Agli arbitri è chiesto di muoversi lungo un confine sottile, far rispettare una regola molto poco terrena in uno sport molto terreno. È vero: ascoltare una bestemmia in tv può essere sgradevole, poco educativo per il pubblico più giovane, ma al tempo stesso è difficile impedire ad un giocatore di esprimere il proprio disappunto (o la propria gioia) come meglio credono. Le espressioni blasfeme in televisione sono la controindicazione di un calcio sempre più vivisezionato, con telecamere e microfoni che seguono i giocatori fin dentro gli spogliatoi, anche prima delle partite, anche mentre i giocatori scendono dal pullman.
Possiamo volere uno senza volere le altre? Impossibile.»
Storia della bestemmia nel calcio italiano – l’Ultimo Uomo
Steven Pinker sulla morale, il senso, la razionalità, le ragioni dell’ottimismo.
«Reason is the ideal that we ought to guide our beliefs and values by the application of reason rather than, say, scripture, dogma, charisma, authority or tradition. Science is the application of reason to the understanding of the physical world, and it’s driven by the view that our ideas should be testable and calibrated by observations of the world. Humanism is the moral stance that the ultimate good is the wellbeing of humans and other conscious beings as opposed to the glory of the tribe, faith, race, or clan, or the propagation of some mystical quest, dialectic, or struggle. Progress is the idea that if we apply reason to the goal of making humans better off, we can gradually succeed – that is, if we try out ideas for improving our wellbeing, keep the ones that work, and discard the ones that don’t, we can indeed, make ourselves better off.»
A Conversation with Prof. Steven Pinker – ThoughtEconomics
No, non possiamo affidarci ai tempi evolutivi della religione.
«Se l’Europa è uscita dai secoli in cui i cristiani e le chiese fondevano religione e politica, in parte lo si deve al lavoro esegetico sulle scritture, delle quali rilevanti componenti sono state definite un prodotto dell’epoca storica in cui sono nate, pertanto l’interpretazione dei contenuti è stata aggiornata. Gli studi esegetici del Corano faticano a percorrere un analogo cammino. Un caso per tutti, quello di Nasr Abu Zayd, che appunto proponeva di inquadrare il Corano in una cornice storica. La Corte del Cairo lo dichiarò apostata e l’intellettuale dovette riparare in Olanda. Possiamo affidare ai tempi evolutivi della religione la tutela dei valori democratici?»
Pretese e sentimento – MicroMega
Cinzia Sciuto intervista Ashkan Rostami. Per scoprire che l’islam c’entra eccome.
«In molti però, specie nell’ambito della sinistra europea, temono che sottolineare i nessi con l’islam alimenti l’islamofobia. Cosa rispondi?
Che non capisco neanche cosa voglia dire la parola “islamofobia”. È una parola stranissima, che dovrebbe significare “avere fobia dell’islam”, ossia di una ideologia – perché tali sono per me tutte le religioni. Ma naturalmente non ha senso: le ideologie si contrastano, si criticano, ma non se ne può avere una “fobia”. Io sono contro il fascismo, non sono “fascismofobo” e critico tutte le religioni, senza per questo essere “cristianofobo” né “islamofobo”. “Islamofobia” è una parola inventata dai musulmani più fondamentalisti per mettere a tacere le critiche all’islam. Se invece con questa parola si vuole indicare un sentimento di odio nei confronti dei musulmani in carne e ossa, beh allora ha ancora meno senso: io sono profondamente critico verso l’islam, ma non odio nessuno. E in particolare non odio i musulmani. Farlo significherebbe odiare il 90 per cento dei miei concittadini iraniani. Ma io amo il mio paese.»
L’uccisione di Romina Ashrafi e le responsabilità dell’islam – MicroMega
Due pesi e due misure. Mentre le religioni fanno schifo. Tutte, senza eccezioni.
«Quale collera, quale rabbia?
Quella che provo nei confronti di coloro che hanno tradito la causa della libertà, per vigliaccheria, per accecamento, per mantenere una certa postura, per calcolo elettorale… La collera contro questa sinistra spesso radicale che ci ha pugnalato diventando bigotta. Questa sinistra diventata identitaria attraverso le minoranze: il suo nuovo culto. Dov’è finita la sinistra libertaria, universalista e laica? Perché questo imbarazzo?»
«Gli islamisti stanno vincendo» – Il Foglio
Astutillo Smeriglia, geniale come sempre, espone i fondamenti del metodo scientifico.
«Mia moglie Maria Paola (che in realtà non si chiama né Maria né Paola e non è nemmeno mia moglie), mi ha detto che ai congressi, quando fai il tuo intervento, i ricercatori avversari non vedono l’ora di farti a pezzi con domande bastarde per dimostrare a tutti che non hai capito niente. C’è anche qualcuno che prende la parola solo per manifestare il suo disprezzo con un lapidario “so what?”. Ci sono le fazioni e i tifosi, ci sono quelli che pensano sempre di avere capito tutto e quelli che si tengono stretti i loro dati per evitare che qualcuno freghi loro l’idea. Incredibile, eh? Proprio come nel mondo reale. Ma se a uno capita fra le mani l’idea buona, la usa senza nessun problema, se è “eretica” ancora meglio, sarà più facile vincere lo scudetto.»
Il mito della scienza non ufficiale – In coma è meglio
Graeber è sempre stimolante e propone un principio ludico per giustificare il libero arbitrio e – addirittura! – il panpsichismo. Anche per queste riflessioni sentiremo la sua mancanza.
«I fisici sono più giocherelloni e meno rigidi dei biologi, in parte, senza dubbio, perché raramente hanno dovuto litigare con fondamentalisti religiosi che cercavano di negare le leggi della fisica. Sono i poeti del mondo scientifico.
Se si è già disponibili a prendere in considerazione l’esistenza di oggetti a tredici dimensioni o un infinito numero di universi alternativi o a suggerire casualmente che il 95 per cento dell’universo è fatto da materia oscura ed energia delle cui proprietà non sappiamo nulla, allora forse non è poi così traumatico contemplare l’idea di particelle subatomiche dotate di “libero arbitrio” o anche di esperienza. E certamente, l’esistenza di libertà a livello subatomico è uno scottante tema di dibattito.»
Che senso ha se non possiamo divertirci? – MicroMega
Quasi 20 anni dopo l’attacco, un articolo scritto 10 anni dopo resta attuale. E ci ricorda che presto o tardi nessuno ricorderà più alcunché.
«Tutte le grandi tradizioni spirituali affermano che la nostra memoria è mortale più o meno quanto noi: che si tratti del concetto buddista della caducità della storia e della persona o delle parole agghiaccianti dell’Ecclesiaste: “Non resta più ricordo degli antichi, ma neppure di coloro che saranno si conserverà memoria presso coloro che verranno in seguito”. Lo stesso concetto si trova in Ozymandias, il poema di Shelley in cui un viaggiatore racconta di aver visto, semisepolta nel deserto, la statua ormai deteriorata di un grande sovrano del passato, sul cui piedistallo era incisa l’iscrizione: “Guardate alle mie opere, o voi Potenti, e disperate!”. Ma di quelle opere non rimane nient’altro che sabbia “nuda e sconfinata”.»
Dimenticare l’11 settembre? – Internazionale
La recensione di un libro che non esiste, la presentazione di un principio fondamentale per la filosofia e per la scienza.
«Come a volte capita, la formulazione ha acquistato per i posteri un significato che va ben al di là del contesto specifico in cui venne escogitata: la polemica, cioè, contro l’introduzione di concetti esclusivamente intellettuali (di Begriffi, avrebbe detto don Benedetto Croce parodiando la filosofia tedesca), i quali non trovavano riscontro nella realtà. Oggi il rasoio di Occam non ha più a che fare con la teologia, ma con la validità delle teorie scientifiche e con la teoria della probabilità. In questo senso la formulazione più efficace, fra quelle che effettivamente si trovano nelle opere di Occam, può essere questa: frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora, è sbagliato arrivare a un risultato con argomentazioni tortuose quando ci si può arrivare in modo più lineare. Un’interpretazione moderna potrebbe suonare così: le soluzioni più semplici hanno maggiori probabilità di essere corrette, rispetto a quelle più complicate.»
IoRestoaCasa e leggo un classico: «Il rasoio di Occam» presentato da Alessandro Barbero – MicroMega
Riflessioni bioetiche durante la quarantena.
«Alle generazioni più giovani sono stati chiesti enormi sacrifici a favore delle generazioni più anziane, a fronte di vantaggi minimi per la loro salute. Le ripercussioni sul loro benessere psicofisico, dovute ad esempio alla chiusura delle università e alla perdita di opportunità lavorative, sono invece significative. Parliamo delle stesse generazioni che un giorno saranno costrette a pagare gran parte dei debiti che stiamo accumulando per finanziare i programmi di aiuti governativi. Al di là dei legami familiari, l’assunto morale su cui poggia tale richiesta non è scontato. Da un lato, chiediamo moltissimo ai più giovani senza giustificare adeguatamente le misure che abbiamo adottato. Dall’altro, quando loro avanzano richieste – ad esempio sul cambiamento climatico e sulla salute futura del pianeta – le generazioni più anziane al potere sembrano avere difficoltà nell’accoglierle. Dopo che in questa crisi abbiamo preteso così tanto dai giovani, forse dovremmo restituire loro qualcosa.»
Non doveva per forza andare così – MicroMega
Un’eccellente riflessione del sempre stimolante Edoardo Lombardi Vallauri, sulla necessità di raccontar balle a un volgo di incivili.
«Insomma, lo stato tratta i cittadini da stupidi, come il proverbiale medico pigro che usa paroloni e non spiega al paziente la sua malattia e il funzionamento della cura, ma gli dà solo istruzioni da seguire pedissequamente. O come il genitore incapace che non fa capire al figlio le ragioni dei suoi editti. In certi casi è la cosa migliore per raggiungere un effetto immediato; in molti più casi si ottiene un malato che si cura male, e un figlio che diventa sempre più discolo. Credo che questa volta trattare gli italiani da stupidi fosse il male minore, perché c’era un’emergenza; e credo che sia interessante accorgersene per chi studia le problematiche della comunicazione. Ma stiamo attenti a non perpetuare questo modo di procedere, perché non è giusto, perché alla lunga logora la fiducia dei cittadini (soprattutto di quelli intelligenti) nello stato, e anche proprio perché produce dei cittadini stupidi, che è il male peggiore di tutti e foriero di infiniti altri mali.»
Le bugie come metodo (a fin di bene) al tempo della pandemia – MicroMega
André e Simone Weil: fratello e sorella, matematico e filosofa. Storie differenti per cercare la verità. Anzi la Verità.
«André concluded his acceptance speech for the Kyoto Prize with a rhetorical question: “Having thus become acquainted with beauty in mathematics, to what else could I have dedicated my life?” Is that a sufficient reply to Simone’s request for “the interest and significance” of his work? The question may have no non-circular answer, no answer that doesn’t start from a deep belief that truth is beautiful and justifies itself.»
The Mathematician and the Mystic – Atlantis
Nell’immaginario collettivo sono la stessa cosa. Niente di più falso.
«L’anarchia dunque non è soltanto l’antitesi del caos e della mancanza di regole ma meriterebbe di essere conosciuta meglio e di avere più spazio. Il modo più semplice per definirla è probabilmente quello di dottrina della libertà, un modello societario che propugna la rivoluzione nella misura in cui abbatte il potere costituito per garantire e tutelare i diritti di ogni individuo. È un pensiero legato a doppio filo all’azione. È concretezza radicata, nella nostra storia e nel mondo, un modo di essere e di vivere che capovolge quanto è stabilito e lo trasforma. A prescindere da come alcuni di questi esperimenti sono andati a finire, o di ciò che saranno quelli che stanno nascendo adesso, segnano una tappa fondamentale verso l’emancipazione di intere collettività.»
E se smettessimo di confondere il caos con l’anarchia? – The Vision
Dalla scienza tutti vogliono qualcosa che la scienza non può dare: le certezze. Le riflessioni di Beatrice Mautino.
«Ecco, tornando a Boccia e alle aspettative che abbiamo nei confronti della scienza e degli scienziati, a me sembra che si sia un po’ tutti in attesa della app che ci dia i bollini ai comportamenti. Vogliamo che la scienza ci dica che cosa fare, cerchiamo le previsioni sull’arrivo del picco e la fine dell’epidemia, applaudiamo chi ci dice di metterci la mascherina perché «è meglio che niente», condividiamo le simulazioni su quanto distante arriva un colpo di tosse e chiediamo quante ore sopravviva il virus sul cartone, quante sulla plastica e quante sull’acciaio. Non per niente «funzionano» molto meglio sui mezzi di informazione, ma anche nei social, quegli esperti che si sbilanciano, che esprimono opinioni nette e non importa se poi se le rimangiano dopo pochi giorni o settimane. Quello che importa è avere qualcuno che ti dia una «certezza inconfutabile». Se poi la confuta, alla peggio, te la prendi con lui.»
Certezze inconfutabili – le Scienze
La Natura è matematica oppure la matematica è necessaria per capire la Natura?
«Surely we must say that Nature’s book isn’t written in the language of mathematics. We can say that Nature’s book can be written in the language mathematics. Indeed it often is written in the language of mathematics. Though Nature’s book is not itself mathematical because that book – in a strong sense – didn’t even exist until human beings began to write (some of) it.»
Nature is Not Mathematical – Medium
Le metafore belliche sono inadeguate? Forse no. Anzi.
«Recuperare una sana cultura della guerra, insomma (per i perplessi: sana non significa l’esaltazione sciocca della guerra armata, bensì la cultura dell’essere eticamente preparati e coesi di fronte a quella contesa perenne che ai vari livelli è la vita), ben lungi dal rivelarsi un atteggiamento atto a discriminare persone o a produrre vittime e schiavi, creerebbe le condizioni per una società matura e responsabile. Un società in cui non si debba assistere al proliferare di deliri complottisti da parte di individui che, dovendo canalizzare il panico da situazione eccezionale e angosciante, individuano ogni piano segreto pur di non rispettare le misure che il governo impone in vista della salute pubblica.»
Il virus ci ha dichiarato guerra, svelando un Occidente smidollato – L’urto del pensiero
La quarantena è l’occasione per riscoprire i grandi autori del pensiero razionale. Come Jacques Monod.
«Scienza che diventa (o torna a essere) filosofia naturale. Una filosofia naturale radicalmente anti-antropocentrica. Per Monod, se questo è il funzionamento della vita e dell’evoluzione, la presenza umana nell’universo diventa del tutto marginale, frutto di una lotteria fortunata, senza alcun piano preordinato. Ogni metafisica antiscientifica e ogni sistema di credenze che si basi sull’idea di un’evoluzione finalizzata alla comparsa dell’umanità vanno rigettati senza remore, tanto più che diventano sempre giustificazione di dogmi etico-religiosi conservatori e oppressivi. Se i valori si basano sul finalismo, allora in tal caso “la scienza attenta ai valori”. Il potenziale umano si alimenta, invece, con la libertà inviolabile di autodeterminarsi e con la conoscenza, scientifica e non solo, senza la quale non vi può essere fondamento per l’etica. In Monod, un’etica della solitudine umana, un’etica senza numi tutelari né trascendenze risolutive, un’etica di radicale autonomia. Siamo cosmicamente irrilevanti, ma sappiamo di esserlo e possiamo farne tesoro. Siamo invischiati nei nostri limiti biologici, ma aspiriamo alla libertà.»
#IoRestoaCasa e leggo un classico: «Il caso e la necessità» di Jacques Monod presentato da Telmo Pievani – MicroMega
Come la definizione di «ateismo» rispecchia la sensibilità della propria epoca.
«The shift in the portrayal of “atheism” in dictionaries reveals the effects of secularization, as upper-class Christians no longer hold a monopoly on dictionary writing. Indeed, more and more, dictionary writing has become democratic, taking a greater range of perspectives (religion, gender, race, etc.) into account. Still, issues surrounding which words are included, which are excluded, and which quotations are used as examples, remain critically important today since dictionaries continue to be seen as authorities for the correct use of language.»
A History of the Word «Atheism» and the Politics of Dictionaries – NSSN Online
La testimonianza di Giovanni Fontana, che ha creato e gestisce Second Tree, una ONG che opera nei campi profughi in Grecia.
«Uno dei nostri principi è che noi non rispettiamo le culture, noi rispettiamo le persone. Perché rispettare una cultura vuol dire rispettare chi comanda in quella cultura, e generalmente vuol dire maschi, anziani ed eterosessuali.»
La creazione dell’altro – il Tascabile
Il panpsichismo sembra un’assurdità. Eppure, anche se non è reale, è pur sempre un’ipotesi che merita una riflessione non superficiale.
«This notion sounds crazy, but the question has been seriously posed. It falls under the category of theories referred to as panpsychism, which entertains the possibility that all matter is imbued with consciousness in some sense. If the various behaviors of animals can be accompanied by consciousness, the thinking goes, why not the reaction of plants to light—or the spin of electrons, for that matter? Panpsychism postulates that consciousness is embedded in matter itself, as a fundamental property of the universe. And while the term has been attached to a wide range of ideas throughout history, contemporary panpsychism describes reality very differently than the earlier versions, and it is unencumbered by any religious beliefs. Modern panpsychism is informed by the sciences and fully aligned with physicalism and scientific reasoning.»
Consciousness Isn’t Self-Centered – Nautilus
Forse gli studi sulla coscienza ci costringeranno a ripensare il concetto di «oggettività».
«The science of consciousness has enjoyed a renaissance in the last couple of decades and the study of our own minds—consciousness/subjectivity—has finally become a respectable pursuit. It’s still tricky, however, to determine what kinds of data and what kinds of experiments we should consider legitimate in the study of consciousness.»
How to Make the Study of Consciousness Scientifically Tractable – Scientific American
Prosegue la polemica sul sessismo e la sessualità.
«Naturalmente percepire la donna sempre come oggetto e mai come soggetto ogni volta che c’è di mezzo il sesso è un pregiudizio antico e pervasivo nella nostra società, e quindi non c’è niente di colpevole ad esserne ancora permeati; ma è una visione falsata di che cosa sia l’incontro fra l’uomo e la donna, che continua a danneggiare moltissimo i rapporti fra i sessi, e quindi anche la causa femminista.»
Risposta a «Il sessismo c’è e si vede. Anche se qualcuno lo nega» – MicroMega
«Sessuale» e «sessista» sono o non sono sinonimi? La replica.
«Ma il problema non è che non vengano rappresentati tutti gli aspetti della donna (che poi ognuna avrà i suoi di aspetti, non credo esistano degli aspetti della donna in quanto tale) ma quella subcultura che porta ad associare un motorino elettrico a un (annunciato) atto sessuale.»
Il sessismo c’è e si vede. Anche se qualcuno lo nega – MicroMega
Un riflessione originale su una polemica culturale. In gran parte condivisibile, ma nel caso specifico non centra il nocciolo del problema.
«Il sesso mette naturalmente in relazione il maschio e la femmina. L’attività sessuale è quella forma di relazione che non può non mettere in relazione il maschio e la femmina. O meglio, potrebbe non metterli in relazione, ma per interrompere questo tipo di relazione fra i due sessi bisognerebbe rinnegare la natura biologica e profonda del maschio e della femmina, e determinare come conseguenza l’estinzione della specie. Chi nel sessuale vede il sessista, cioè il manifestarsi del sopruso da parte di un sesso sull’altro, senza saperlo sostiene che la relazione naturale tra il maschio e la femmina è quella del sopruso. Cioè, che il maschio è per sua natura nemico della femmina. E in che cosa consisterebbe questa inimicizia naturale? Sostanzialmente, nel desiderio. Per queste persone il fatto di desiderare è in sé un sopruso. Il desiderio sessuale è in sé una sopraffazione sessista. Oppure è un sopruso il manifestarlo; ma non c’è differenza, perché un desiderio che non ha diritto di manifestarsi è un desiderio ammissibile solo a condizione di essere frustrato e di rimanere sterile, quindi viene trattato esattamente come se fosse un sopruso in sé.»
Sessista non coincide con sessuale – MicroMega
Un intellettuale che costringe a riflettere, che spesso le spara un po’ grosse, che è diventato un business.
«When I later spoke to Pinker, he said that he admired Harari’s avoidance of conventional wisdom, but added, “When it comes down to it, he is a liberal secular humanist.” Harari rejects the label, Pinker said, but there’s no doubt that Harari is an atheist, and that he “believes in freedom of expression and the application of reason, and in human well-being as the ultimate criterion.” Pinker said that, in the end, Harari seems to want “to be able to reject all categories.”»
Yuval Noah Harari’s History of Everyone, Ever – The New Yorker
Nichilismo attivo e nichilismo passivo. Applicato all’epistemologia, alla morale, alla politica.
«According to Nietzsche, we can then become active nihilists and reject the values given to us by others in order to erect values of our own. Or we can become passive nihilists and continue to believe in traditional values, despite having doubts about the true value of those values.»
Nihilism – Aeon
Più che da un’ideologia, Thomas Piketty è mosso dalla passione per i dati. Una recensione del suo ultimo libro.
«What would drive someone to write a book like this? If Piketty has one core political and methodological belief it is in the emancipatory power of public data: that when people are given sufficient evidence about the structures of society, they will insist on greater equality until they are granted it. Amid the distraction and perpetual outrage of our dysfunctional public sphere, this enlightenment confidence in empirics feels beamed in from another age. It also makes for a unique scholarly edifice, which will be impossible to ignore.»
If inequality is illegitimate, why not reduce it? – The Guardian
Per quale motivo dovremmo portare rispetto ai morti? E perché solo ai morti appena morti?
«What I wish to suggest here, however, is that there is more than one alternative to posthumously and disingenuously praising deceased bad people. We can engage in, as Sonmez suggested, perhaps a little too quickly, somber and honest reflection on the person’s entire legacy — the good, the bad, and the ugly.»
What Do We Owe the Dead? – The New York Times
La fisica teorica è finita su un binario morto? Le riflessioni di Sabine Hossenfelder.
«Instead of examining the way that they propose hypotheses and revising their methods, theoretical physicists have developed a habit of putting forward entirely baseless speculations. Over and over again I have heard them justifying their mindless production of mathematical fiction as “healthy speculation” – entirely ignoring that this type of speculation has demonstrably not worked for decades and continues to not work. There is nothing healthy about this. It’s sick science. And, embarrassingly enough, that’s plain to see for everyone who does not work in the field.»
Why the foundations of physics have not progressed for 40 years – iai
La logica sembra la più astratta delle discipline. E invece…
«Recent historians have criticised analytic philosophy for disengaging from public affairs during the long 20th century. Some of its leading exponents, such as W V Quine, have been accused of cocooning themselves in a methodology they were pleased to call apolitical, particularly during periods when academics were coming under attack for purported Leftist sympathies, such as during the Joseph McCarthy era. One prominent critic (the philosopher John McCumber) has even suggested that, since anti-German sentiment in Britain during the First World War resembled in irrational vitriol the anti-communist sentiment during the McCarthy years in the US, the very founding of analytic philosophy itself – including in the hands of Russell – was also tainted with a self-serving political quietism.
But in fact that gets things almost exactly backwards. Russell’s antiwar protest was so extensive that it would cost him both his job and, for a time, his personal freedom. His theoretical antidote to the irrational, sectarian vitriol between European nations was to try to show how logic could function as an international language that could be used impartially and dispassionately to adjudicate disputes. His theoretical antidote was, in other words, analytic philosophy.»
The politics of logic – Aeon
La libertà consiste anche nella libertà di morire. Come si vuole, quando si vuole, perché si vuole.
«Consider why a person might reasonably decide that now is the right time to die, and not for immediate medical reasons. Perhaps someone looks at the shape of her life and wants not to hang on, as it were, to the bitter end but thinks that this is a good time to go. She wants to die happily. Who is to say that this cannot be a shrewd assessment made with a clear-headed comprehension of the fact that we must all go at some time? We can imagine other, more controversial cases. What about a couple who wish to arrange a Liebestod or ‘love death’? Should they be permitted to design a romantic and erotic end together, as is their wish? What about those who want to die young? Or die fighting?»
Death by design – Aeon
Mila è atea. E Mila conferma: essere blasfema è un suo diritto. Su tutte – tutte! – le religioni. Una ragazzina coraggiosa.
«…je ne regrette absolument mes propos.»
Mila s’exprime sur son affaire sur Quotidien! (Complet) – YouTube
Semplicità o complessità? Le due strade possibili per la ricerca in fisica teorica.
«Although simple insights appear trivial in retrospect, discovering them is a rare privilege. Complex arguments which are born after tedious labor can be regarded as fruits that are in plain sight but difficult to reach. Rare insights, on the other hand, are low-hanging fruits often hidden from view. These two options are the only ones left when all the visible low-hanging fruits are already picked up.»
The Simple Truth about Physics – Scientific American
Il lutto per gli atei è terribile, poiché è senza speranza: il racconto di Amber Scorah, che ha perduto un figlio.
«What I had not anticipated about the cost of losing my faith was that it would no longer be possible to deceive myself. I could no longer make a pact with any higher being. No hours of service could convince a God that I deserved to have this child again. Whatever I had done to deserve him once, I was not worthy of him twice.
I am not saying there is no God, but I am saying no God would do this to someone.»
Surviving the Death of My Son After the Death of My Faith – The New York Times
Che cos’è il nichilismo? Ma, soprattutto, che cosa non è?
«Again, I believe that Gertz is asking the right questions, and that his book has made me more sensitive to those questions: how do we, in practice, relate to the meaninglessness of life? And how are our attitudes even towards this transcendental existential question informed or mediated by the specific social institutions and technologies of our time? These questions, in bringing nihilism back to the mundane, allow us to look for answers in our everyday lives, and as such a study of nihilism can in principle serve as a starting point of cultural criticism.
However, if you want to accurately diagnose individuals or societies as carriers of an “ideology of nothing”, you need to look at them with more patience and care than does Gertz: the meaning of human actions is simply not visible from too great a distance. Rather than pointing at passengers looking at their smartphones in a bus and judging that they are clearly all sick, we might start by asking them where they are going, and what they are watching or reading. Perhaps, confusingly, they are watching Netflix on their way to a political manifestation. In that case, we can always follow up by asking what they really think they are doing.»
Nihilism In The 21st Century – 3 Quarks Daily
È solo manutenzione.
«We already know the truth.»
Kit – Jesus and Mo
In difesa del capitalismo, ma solo fino a un certo punto: l’opinione di Sabine Hossenfelder.
«Capitalism, of course, cannot fix all our problems, even if it was working perfectly from tomorrow on. That’s because change takes time, and if we don’t have time, the only thing that will get human society to move quickly is a centralization of power.»
Capitalism is good for you – BackRe(Action)
La misura del tempo condiziona il modo in cui noi pensiamo alla realtà. E tutto iniziò nel 311 a.C.
«Why does all this matter? While chronology and dating might at first seem not the most exciting of things, they are the stuff that history is made on, for dates do two things: they allow things to happen only once, and they insist on the ordering and interrelation of all happenings. Every event must be chained to its place in time before it becomes an available object of historical articulation. And the modes by which we date the world, by which we apprehend historical duration and the passage of time, frame how we experience our present, conceive a future, remember the past, reconcile with impermanence, and make sense of a world far wider, older and more enduring than any of us.»
A revolution in time – Aeon
Non ci furono due Bertrand Russell, ma uno solo. E il secondo non fu meno grande del primo.
«If we look to the full completion of goals and ambitions as the mark of success, Russell’s life was a heroic failure. But if achievement means living a life according to your passions and values, Russell’s life was a glorious success.»
What people get wrong about Bertrand Russell – Prospect
E se la depressione fosse l’occasione per comprendere come la realtà è davvero, e non come ci illudiamo che sia? (Ma l’esperimento alla fine è molto pericoloso.)
«What if, to the contrary, positive thinking represents a biased grasp of reality? What if, when I was depressed, I learned something valuable, that I wouldn’t be able to learn at a lower cost? What if it was a collapse of illusions – the collapse of unrealistic thinking – and the glimpse of a reality that actually caused my anxiety? What if, when depressed, we actually perceive reality more accurately? What if both my need to be happy and the demand of psychotherapy to heal depression are based on the same illusion? What if the so-called gold standard of therapy is just a comforting pseudoscience itself?»
Depressive realism – Aeon
Presupposto della democrazia a suffragio universale è la cultura di chi vota. Appunto.
«Il potere, ogni potere, ha sempre cospirato affinché i suoi sottoposti siano ignoranti. Gli arcana imperii di cui parlavano gli antichi, cioè i segreti del potere, una volta erano tali grazie alla coercizione, o tutt’al più alla censura che chi comandava era in grado di imporre.
Oggi c’è stato un evidente cambio di paradigma: i segreti del potere sono tali nella misura in cui il popolo viene ridotto all’incapacità cognitiva e all’indolenza personale di conoscere, approfondire e quindi agire per potersi liberare di governanti incapaci, inadeguati o semplicemente non disposti a curare bisogni e istanze di chi li ha eletti.
Cos’altro può essere, d’altronde, un popolo sempre più irretito e rimbambito dagli schermi colorati, che si preoccupa di apparire bello (magari con foto ritoccate), interessante e impegnato nella vita virtuale in maniera direttamente proporzionale a quanto diviene ripugnante, ignorante e bellicoso in quella reale?!»
La vera emergenza nazionale che nessuno vuole vedere – L’urto del pensiero
Cinque caratteristiche del negazionismo: un articolo con esempi un po’ datati, ma sempre attuale nelle sue conclusioni.
«Whatever the motivation, it is important to recognize denialism when confronted with it. The normal academic response to an opposing argument is to engage with it, testing the strengths and weaknesses of the differing views, in the expectations that the truth will emerge through a process of debate. However, this requires that both parties obey certain ground rules, such as a willingness to look at the evidence as a whole, to reject deliberate distortions and to accept principles of logic. A meaningful discourse is impossible when one party rejects these rules. Yet it would be wrong to prevent the denialists having a voice. Instead, we argue, it is necessary to shift the debate from the subject under consideration, instead exposing to public scrutiny the tactics they employ and identifying them publicly for what they are. An understanding of the five tactics listed above provides a useful framework for doing so.»
Denialism: what is it and how should scientists respond? – European Journal of Public Health
Universi paralleli ed Eterno ritorno: c’è una relazione? E che cosa possono dirci sul senso della vita di ciascuno di noi?
«So, one last time, should we be comforted by the thought that our life is, in some sense, multiplied across many universes or destined to occur again and again? Or should we be terrified by it?»
Parallel Universes And Eternal Return Again – 3 Quarks Daily
La scienza è debitrice della Riforma protestante? Pare di sì.
«In essence, the Protestant reformers’ literal approach to scriptures brought two basic changes to making a new science. First, it hastened the collapse of the symbolic universe of the Middle Ages. In this way, it made for alternative ways of reading and ordering the natural world. Experimental natural philosophy allied with natural theology came to define an approach to investigating the cosmos. Second, the Protestants’ literal apprehension of the scriptures, in particular the Fall, came to motivate scientific activity that could now be seen as a redemptive process to restore nature and extend human dominion over it.»
Reformation of science – Aeon
Sempre efficace e sul pezzo, il Ferrini.
«Infatti codesta è la “tua” religione, e di conseguenza sono le “tue” tradizioni. Sei tu quello che si riconosce nel cattolicesimo, e infatti non ti sarai mai masturbato, sicuramente non hai avuto rapporti prematrimoniali e dopo esserti sposato avrai fatto sesso solo per procreare. Come se ti vedessi. Sei tu quello che non ha mai contaminato il proprio corpo col fumo, che non si ubriaca e che non ha mai usato droghe di nessun genere, proprio come raccomanda la Bibbia. E sei sempre tu ad osservare i vari precetti andando regolarmente a messa, confessandoti e praticando il digiuno e l’astinenza nei giorni della quaresima. Ma soprattutto sei tu a credere alla natura divina e all’infallibilità del Papa, quindi se lui vuole lo Ius Soli e parla di accogliere e proteggere i migranti in teoria dovresti volerlo anche tu. Altrimenti quale religione e quale cultura stai difendendo?»
È la tua religione, non la nostra – L’Odio
Che cos’è la coscienza? Le riflessioni di Massimo Pigliucci
«It is certainly true, as the illusionists maintain, that we do not have access to our own neural mechanisms. But we don’t need to, just like a computer user doesn’t need to know machine-language – and, in fact, is far better off for that. This does not at all imply that we are somehow mistaken about our thoughts and feelings. No more than I as a computer user might be mistaken about which ‘folder’ contains the ‘file’ on which I have been ‘writing’ this essay.»
Consciousness is real – Aeon
Un altro incomprensibile comportamento dei credenti, nella riflessione di Giovanni Gaetani.
«Ora, la mia domanda è: perché volete per forza convertirci alla vostra fede, anche quando vi diciamo con franchezza che ci abbiamo già pensato e non vogliamo essere salvati?»
Andremo all’inferno, ma almeno lasciateci liberi di «peccare» – Ad altezza d’uomo
Un chiaro, lucido, efficace, convincente articolo di Cinzia Sciuto sulla polemica intorno alla sardina velata.
«Il mio articolo suggeriva invece che è non solo possibile, ma anche doveroso, scindere le due cose: i migranti vanno accolti e i loro diritti difesi a prescindere dalla loro fede, e non in nome della loro fede. Così come vanno difesi a prescindere da qualunque altra considerazione: se sono belli o brutti, simpatici o antipatici, persino se sono onesti o criminali. Vanno dunque riconosciuti non in quanto membri di un gruppo, esponenti di una comunità, rappresentanti di una fede, ma in quanto persone. Il che significa che per accogliere e difendere te come persona non è necessario accogliere e difendere tutte le tue credenze, i tuoi valori, le tue tradizioni, le tue convinzioni ecc. Sono semplicemente due piani distinti.
Questa capacità di analisi (nel senso etimologico e filosofico del termine, ossia di scomposizione di una realtà complessa nei suoi diversi elementi) la utilizziamo ogni giorno in diversi ambiti, e non ci crea particolari problemi. Se siamo di sinistra, per esempio, difenderemo i diritti dei lavoratori a prescindere dalle loro convinzioni politiche e, di fronte a un lavoratore fascista, non ci verrà in mente che per difendere i suoi diritti in quanto lavoratore si debba anche accogliere la sua fede politica. Siamo capaci di analisi, di distinzione. Quando invece si tratta della difesa dei diritti degli stranieri questa capacità collassa e, per essere sicuri di stare dalla parte giusta, si crea un corto circuito fra la difesa dei diritti delle persone e la difesa delle loro tradizioni e convinzioni religiose. Che invece vanno trattate – soprattutto se vogliamo riconoscere queste persone come soggetti a pieno titolo – esattamente come le tradizioni e le convinzioni religiose di chiunque altro.»
Se la sinistra confonde l’antirazzismo con la difesa dell’islam – MicroMega
I tutt’altro che trascurabili vantaggi delle credenze nelle cazzate: Yuval Harari scrive di verità e di menzogne.
«Even if we need to pay some price for deactivating our rational faculties, the advantages of increased social cohesion are often so big that fictional stories routinely triumph over the truth in human history. Scholars have known this for thousands of years, which is why scholars often had to decide whether they served the truth or social harmony. Should they aim to unite people by making sure everyone believes in the same fiction, or should they let people know the truth even at the price of disunity? Socrates chose the truth and was executed. The most powerful scholarly establishments in history — whether of Christian priests, Confucian mandarins or Communist ideologues — placed unity above truth. That’s why they were so powerful.»
Why Fiction Trumps Truth – The New York Times
Tempo di Natale. Tempo di mitologie e di consumismi. Perciò recuperiamo un articolo risalente a due anni fa ma sempre attuale.
«Eh? Non ti basta portar fuori tuo figlio nello splendore di una notte stellata invernale, mostrargli le costellazioni, i pianeti, le nebulose e le galassie e introdurlo alla stupefacente poesia di un cosmo ordinato, comprensibile e descritto da leggi scientifiche eleganti e rigorose? Non ti basta condividere con lui i sogni, le avventure, i pensieri dei poeti, dei romanzieri, dei filosofi? Non ti basta accompagnarlo in una mensa o in un rifugio per i poveri a fare volontariato con te, per toccare con mano il dolore e l’ingiustizia e per comprendere quanto sia importante lenirli almeno un po’? Per trasmettere a tuo figlio la poesia, la fantasia, la meraviglia, la solidarietà, la magia… hai proprio bisogno di Babbo Natale? Ossia di un pagliaccio obeso sfruttato da una multinazionale in nome della filosofia capitalista del «Nasci, produci, consuma, crepa»?»
Io non prendo per il culo mia figlia – L’Eterno Assente
Marxismo e buddhismo: che ci azzeccano? Molto più di quanto si possa pensare.
«But can’t we be both tyrannical and interconnected? Buddhist practice could help us overcome the evil aspects of our nature and promote the compassionate side within us. The socioeconomic system of Compassionate Marxism could be the breeding ground for compassion, and compassion the motor of a socioeconomic system with low duḥkha. Working on the inner Tyrannosaurus would benefit those suffering from Capitalism, which, according to Marx and Buddha, is everyone. The problem with Left-activists is that they see the evil as being exclusively caused by the socioeconomic system (this was Marx’s problem too), without understanding how these factors operate within us. ‘Social change requires inner change – becoming less selfish,’ says the Dalai Lama. The question is not who we are – we are malevolent creatures, as far as I can tell. The question is who we want to be.»
Marxism and Buddhism – Aeon
La filosofia serve a qualcosa? Oppure è diventata inutile? Se è così, come potrebbe essere cambiata la pratica filosofica?
«In any event, Socrates in the agora is the very antithesis of the armchair philosopher. However, philosophers’ greater public involvement alone would not necessarily be sufficient for our needs. It is not clear how they could contribute to a change in an increasingly deintellectualized social and media climate, in which the status of the public intellectual has long since been eroded and marginalized. It is increasingly difficult to penetrate the mass media and public space. Journalists and editors try to attract a large readership in the ‘attention economy’ during a time of general ‘tabloidization’ and superficial thinking. Attention is earned primarily by ambitious provocateurs, lawyers, or IT specialists who provide of disposable ‘instant truths’. Put another way, philosophers do not have only themselves to blame for not taking on the role of public intellectuals.»
In search of lost time – Eurozine
Bellezza e verità: una riflessione di Massimo Pigliucci.
«And of course, beauty is, notoriously, in the eye of the beholder. What struck Feynman as beautiful might not be beautiful to other physicists or mathematicians. Beauty is a human value, not something out there in the cosmos. Biologists here know better. The capacity for aesthetic appreciation in our species is the result of a process of biological evolution, possibly involving natural selection. And there is absolutely no reason to think that we evolved an aesthetic sense that somehow happens to be tailored for the discovery of the ultimate theory of everything.»
Richard Feynman was wrong about beauty and truth in science – Aeon
Il poeta siriano Adonis riflette sulle colpe dei monoteismi abramitici.
«Il monoteismo è certamente basato sulla violenza. Pensiamo alla Bibbia: ci sono due fratelli, uno uccide l’altro. Tutto questo viene accettato, addirittura difeso, con una spiegazione molto bizzarra, assurda: il male ha ucciso il bene. La violenza è fondatrice del monoteismo e tutta la storia del rapporto con l’altro da sé nella Bibbia è una storia di violenza. Analogamente l’Islam in quanto religione di Stato, già prima della morte del profeta appare fondato sulla violenza. I primi tre califfi sono stati assassinati. La guerra tra i successori di Maometto è durata cinquant’anni. Dunque tutta la prima età dell’Islam si basa sulla distruttività. Per non parlare dei versetti contenuti nel testo sacro, che sono innervati di violenza.»
Senza laicità non c’è vero cambiamento – Left
In breve: se credi che l’unico vero Dio sia quello in cui ti hanno insegnato a credere, allora devi concludere che hai avuto una colossale botta di culo.
«Does it not make you at least somewhat apprehensive that almost every person of faith chooses belief not because its virtues, supporting evidence, moral codes or expression of worship, but rather because it was what they were born into?»
Dear Believer, Why Do You Believe? – YouTube
Rana Ahmad: dall’Arabia Saudita alla Germania, per avere la libertà di dire «Allah non esiste».
«”That’s what happens when girls get out of Saudi Arabia. We are hungry to be free, we are hungry to work, we are hungry to study, we are hungry to experience everything that we weren’t allowed to”, she says.»
The lonely atheist: why renouncing your religion in Saudi Arabia can be deadly – New Statesman
Shawn Rosenberg offre altri argomenti contro il suffragio universale.
«And therein lies the core of his argument: Democracy is hard work and requires a lot from those who participate in it. It requires people to respect those with different views from theirs and people who don’t look like them. It asks citizens to be able to sift through large amounts of information and process the good from the bad, the true from the false. It requires thoughtfulness, discipline and logic.
Unfortunately, evolution did not favor the exercise of these qualities in the context of a modern mass democracy. Citing reams of psychological research, findings that by now have become more or less familiar, Rosenberg makes his case that human beings don’t think straight. Biases of various kinds skew our brains at the most fundamental level. For example, racism is easily triggered unconsciously in whites by a picture of a black man wearing a hoodie. We discount evidence when it doesn’t square up with our goals while we embrace information that confirms our biases. Sometimes hearing we’re wrong makes us double down. And so on and so forth.
Our brains, says Rosenberg, are proving fatal to modern democracy. Humans just aren’t built for it.»
The Shocking Paper Predicting the End of Democracy – Politico Magazine
La fantascienza rende progressisti. Ecco perché.
«Science fiction is inherently biased in favor of liberalism in the same way that higher education is (which conservatives ascribe to a conspiracy of indoctrination by closet-Marxist professors): it expands the mind, exposing it to more breadth and diversity, exploring alien cultures and civilizations, time-traveling to distant epochs, introducing perspectives as disorienting as higher dimensions. Science fiction is ultimately about possibility: the revolutionary possibility that things don’t have to be this way.»
How Science Fiction Made Me Liberal – Medium
Una panoramica sulle quattro principali scuole filosofiche della Grecia classica, con uno speciale occhio di riguardo per l’epicureismo.
«Their theory of nature had ethical consequences for the Epicureans. Prayer was useless, and there was no hell, regardless of what the priests taught, for the wicked. The life of eudaimonia was simply one in which pleasure dominated over pain. This required prudence, and the ability to tell the difference between experiences and occupations conventionally assumed to be pleasurable and those that were truly pleasurable.»
Forget Plato, Aristotle and the Stoics: try being Epicurean – Aeon
Che cosa è diventato il New Atheism?
«Most movement atheists weren’t in it for the religion. They were in it for the hamartiology. Once they got the message that the culture-at-large had settled on a different, better hamartiology, there was no psychological impediment to switching over. We woke up one morning and the atheist bloggers had all quietly became social justice bloggers. Nothing else had changed because nothing else had to; the underlying itch being scratched was the same. They just had to CTRL+F and replace a couple of keywords.»
New Atheism: The Godlessness That Failed – Slate Star Codex
La «famiglia naturale» non esiste. Da far leggere ai bigotti che pretendono di imporre i propri pregiudizi all’intera società.
«In short, parenting is not set in stone but instead depends on what Charles Super and Sara Harkness at the University of Connecticut called ‘ethnotheories’, or cultural beliefs, that parents held about raising children. We have our ethnotheories, modern hunter-gatherers have theirs. And our ancestors must have had theirs, too.»
Against «natural» parenting
Una panoramica sulle epistemologie a partire dalle teorie sulla gravità.
«Whatever anyone thinks should or shouldn’t qualify as science, the fact is that science is done by people. Some of those people are rationalists, some are empiricists, and some are pragmatists; and no matter what rules are imposed, people break them.»
Philosophy of Science: The First 2 1/2 Millennia – Philosophy Now
Ancora su scienza e religione: l’opinione di Sabine Hossenfelder.
«We have fought hard for secularism, and we don’t want religious leaders to meddle in scientific debate. Scientists, likewise, should respect the limits of their discipline.»
Mind the Gap Between Science and Religion – Nautilus
Davvero la filosofia è morta? Hawking pensava di sì. Ma Hawking aveva torto.
«You don’t come to philosophy for satisfying answers — you come to philosophy for satisfaction beyond knowledge through understanding. Understanding need not be grounded in facts, but in simply grasping the general framework of what knowledge, value, and purpose could be and how we think we can come upon it in our lives and in the broader ecology in which we exist.»
Philosophy as Practice and Philosophy as Body of Knowledge – Medium
La libertà sessuale dev’essere libertà per tutti: anche per chi il sesso non lo pratica. Una lucida riflessione di Julian Baggini.
«Civil partnerships were supposed to reflect a retreat from the law from what goes on in people’s bedrooms, but that retreat is not complete all the time the law is still based on the assumption that something goes on there. It’s time to add to the old mantra “your rights should not depend on who you sleep with” the clause “or if you sleep with anyone at all.”»
Why you should be allowed to «marry» your sister – Prospect
Una critica alla critica di John Gray all’umanismo. Interessante, ma non convince del tutto.
«It may be that what really motivates Gray’s views is that he is less optimistic than the average human and more inclined to despair. Gray is more a cynic than a skeptic. He may be more realistic than average. We assert that, on average, humans are irrationally optimistic and that this aspect of human nature is a result of evolution. If the average human felt no purpose and no reason to live, humanity might have died out eons ago. Religions have evolved to give people more sense of purpose and reason to live than they can achieve by accurately perceiving reality and applying reason. For those who understand this dilemma of human existence, we think secular humanism is the best available antidote.»
A Refutation Of John Gray’s Rejection Of Humanism – Free Inquiry
Un’intervista a Lee McIntyre sul metodo scientifico, la post-verità e le ragioni del rifiuto di alcuni risultati scientifici.
«What scientists learn in graduate school isn’t just a set of facts, it’s a way of reasoning. And where can the general public learn that? I wish that scientific results were more clearly communicated, as scientists do with one another, with “errors bars”. Scientific knowledge is always to some extent uncertain. Now that doesn’t mean it isn’t worthy of belief. Far from it! Statistics and probability still hold. It’s just that when we pretend science is about proof, and then it can’t prove something, science deniers and other critics walk around like they’ve won some sort of victory. The fact is that the confidence level for anthropogenic climate change has now reached the five sigma level. That means there’s a one out of a million chance that the consensus of climate scientists is wrong. Would you take that bet? This is where ignorance really comes in. Not so much about the results of science, but of what it means to reason scientifically. Most of the public are completely ignorant of that. Scientific uncertainty doesn’t mean that any other damn fool hypothesis is more likely to be true.»
«Science deniers embrace a double standard of evidence» – New Humanist
Conta di più la forza degli argomenti oppure il numero di chi li sostiene? Jerry Coyne in una (piccola) polemica con Agnes Callard.
«Take an issue that I’ve written about and that has brought me a lot of grief from others. I think that infants born with an incurable disease or deformity that will certainly kill them after a prolonged period of suffering (e.g., anencephaly) should be allowed to be euthanized: with, of course, the parents’ consent, medical concurrence, and a proper way of painlessly ending its life. (Peter Singer has argued the same thing, leading to many people calling for him to be fired.) I can make that argument, and I have, and have been dismissed and sometimes vilified. But if a hundred ethical philosophers – who have expertise in thinking about such issues – agree with me, doesn’t that make you think more seriously about the issue? That is, it’s easy to dismiss one person as an outlier or even a crackpot, but it’s not so easy to dismiss the intellectual cream of an entire field.»
Philosopher: Do not sign petitions – Why Evolution is True
La realtà è molto più complessa di quanto facciano credere gli slogan: le riflessioni di grandissimo buon senso di Dario Bressanini.
«Ma a un certo punto gli adulti devono prendere in mano la situazione. E ammettere che sì, è anche una questione di soldi, e che non c’è nulla di strano o vergognoso. Perché servono risorse per fare qualsiasi cosa. Risorse che andranno tolte a qualcos’altro e a qualcuno. Che si lamenterà perché ne soffrirà. È un pensiero che mi pare a Greta Thunberg disgusti, e non mi stupisce, ma le leggi dell’economia reggono le nostre società. Sarebbe ingiusto pretendere da un adolescente la padronanza della complessità del problema e ancor più di tutte le implicazioni economiche, etiche, e di giustizia sociale di qualsiasi approccio venga proposto. Quindi va bene l’”Ascoltate la scienza!” di Greta Thunberg, ci mancherebbe. Ma se ci si fermasse qui sarebbe un’occasione buttata. La scienza non dà risposte ai problemi etici o di giustizia, come ben ricorda un articolo di commento su Nature Climate Change intitolato “I limiti retorici del movimento #FridayForFuture” (paywall, mi spiace), anche se serve indubbiamente per incanalare la discussione nei giusti binari.»
Di Greta Thunberg, voli aerei e concerti in Central Park – Scienza in cucina
Una legge che non viene fatta rispettare – perché chi la viola non viene punito – di fatto è una legge che non esiste.
«La verità è che permettere ad alcuni di violare gratuitamente le leggi in nome di ragioni così opinabili e personali come quelle “di coscienza” genera da una parte abusi e ingiustizie, e dall’altra avvilisce le stesse ragioni di coscienza. Se le nostre democrazie hanno espresso delle regole, quelle regole sono da ritenersi fondate su buoni principi, approvati dalle maggioranze: se decidiamo che non lo sono, la soluzione è cambiare le regole, non lasciare libertà di seguirle o no. Non si creano aree di giurisdizioni personali e autonome, opinabilissime, dove alcuni fanno come gli pare con lo stesso diritto con cui altri rispettano le leggi. Soprattutto, perché poi è questa la sostanza, non si creano eccezioni all’applicazione di diritti, una volta che abbiamo stabilito che sono diritti, si tratti di aborto o suicidio assistito.»
Coscienze gratis – Wittgenstein
Che cos’è la razionalità? E può essere appresa?
«Society is complex and requires complex thinking. Rationality is learnable; being more rational will assist humans in navigating the world much better. Higher levels of rationality ensures better judgments and better decisions—in sum, better critical thinking.»
Can Rationality Be Learned? – Center for Inquiry
L’essere umano non è un unicum in Natura.
«If it seems like scientists trying to find the basis of human uniqueness in the brain are looking for a neural needle in a haystack, it’s because they are. Whatever makes us different is built on the bedrock of a billion years of common ancestry. Humans will never abandon the quest to prove that they are special. But nor can we escape the fact that our minds are a modest tweak on an ancient plan that originated millions of years before we came onto the scene.»
The Mystery of Human Uniqueness – Nautilus
La filosofia e il sesso: Massimo Pigliucci in polemica con Victoria Brooks.
«All of that said, however, it strikes me as somewhat bizarre to claim that one needs a philosophy that “does not judge” and is “aligned” with one’s sexuality. First off, ethics is a prescriptive discipline, therefore it judges, by definition. If you want descriptions instead, the psychology and sociology departments are located across the street. Second, to require that an ethical philosophy aligns a priori with one’s views or experience of sexuality amounts to a massive case of begging the question, a notorious logical fallacy. Rather, one should confront a number of models of sexual ethics (there is more than one, not just the western one!) with one’s experience, and then either change one’s views in the light of the ethical analysis, or critique the ethics on the basis of well reasoned arguments — not just because they don’t fit with one’s wishes.»
Another attack on western philosophy, because, sex – Figs in Winter
Fu Newton a segnare la separazione fra scienza e filosofia. Quella separazione può essere ricucita? La proposta del fondamentalismo critico.
«The outcome is natural philosophy, a synthesis of physics and metaphysics, science and philosophy. Metaphysics, methodology, even epistemology, traditionally subjects of philosophy, have become an integral, fruitful part of science. The Critical Fundamentalist conception of philosophy is massively endorsed. Within the framework of aim-oriented empiricist natural philosophy, science has almost become a specialised part of philosophy! The divorce between science and philosophy, so harmful for the latter, is at an end. Philosophy has a fruitful, indeed vital, role to play for science; some of its problems are at the leading edge of scientific research. And as a bonus, aim-oriented empiricist natural philosophy does what Newtonian science cannot do; it solves Hume’s problem of induction: (…)».
Natural philosophy redux – Aeon
I terrapiattisti non ci dicono nulla di utile sulla forma della Terra. Ma possono dirci qualcosa di interessante sulla nostra società.
«In many ways, a public meeting of flat earthers is a product and sign of our time; a reflection of our increasing distrust in scientific institutions, and the moves by power-holding institutions towards populism and emotions. In much the same way that Foucault reflected on what social outcasts could reveal about our social systems, there is a lot flat earthers can reveal to us about the current changing relationship between power and knowledge.»
I Watched an Entire Flat Earth Convention – Here’s What I Learned – LiveScience
L’etica dev’essere razionale. Limpidamente razionale. Spietatamente razionale. Fino alle estreme ma inevitabili conseguenze. Una stimolante intervista a Julian Savulescu.
«We’re playing god every day. As the English philosopher Thomas Hobbes said, the natural state for human beings is a life that’s nasty, brutish, and short. We play god when we vaccinate. We play god when we give women pain relief during labor. The challenge is to decide how to change the course of nature, not whether to change it. Our whole life is entirely unnatural. The correction of infertility is interfering in nature. Contraception is interfering in the most fundamental aspect of nature.»
The Philosopher Who Says We Should Play God – Nautilus
La matematica è come l’alpinismo, con le sue sfide, le sue soddisfazioni, i suoi fallimenti, i suoi eroi. E anche le sue narrazioni.
«In mathematics, the role of these highest peaks is played by the great conjectures — sharply formulated statements that are most likely true but for which no conclusive proof has yet been found. These conjectures have deep roots and wide ramifications. The search for their solution guides a large part of mathematics. Eternal fame awaits those who conquer them first.»
The Subtle Art of the Mathematical Conjecture – Quanta Magazine
Un’eccellente descrizione dell’omeopatia. Pure divertente, che non guasta.
«E quindi il mio suggerimento è “the ultimate homeopathy”: boccette vuote, contenenti aria che è stata in contatto con l’acqua che è stata in contatto con l’acqua che è stata in contatto con il vingardum goduriosus aforensis cuprum. Evvai! Molto eco-friendly, tra l’altro! E se poi quell’aria dovesse disperdersi all’apertura della boccetta, tanto meglio! Sarebbe una diluizione aggiuntiva, e il portentoso medicamento andrebbe a permeare tutto l’ambiente, con grandi benefici per grandi e piccini. Ma non è geniale? Basta solo ricordarsi di sventolare l’aria con una Bibbia, per rendere il tutto più efficace. O al limite con un santino.»
Il futuro dell’omeopatia – Helter Skelter
Lucrezio, il precursore Lucrezio, il materialista Lucrezio, l’ateo Lucrezio… era un terrapiattista. Scoprirlo ci fa riflettere sulla relazione fra scienza ed etica, niente affatto banale.
«Lucretius shows that we have not changed in two millennia. We’re still happy to believe things that conflict with scientific consensus. It just isn’t natural for humans to think objectively. That’s why we find the discoveries of modern science such a challenge and why, even now, we are not willing to accept them without a fight.»
Atoms and flat-earth ethics – Aeon
Se la coscienza non è legata solo alla chimica del carbonio, alcune domande sono ineludibili.
«Discussions of ‘AI risk’ normally focus on the risks that new AI technologies might pose to us humans, such as taking over the world and destroying us, or at least gumming up our banking system. Much less discussed is the ethical risk we pose to the AIs, through our possible mistreatment of them.
This might sound like the stuff of science fiction, but insofar as researchers in the AI community aim to develop conscious AI or robust AI systems that might very well end up being conscious, we ought to take the matter seriously. Research of that sort demands ethical scrutiny similar to the scrutiny we already give to animal research and research on samples of human neural tissue.»
AIs should have the same ethical protections as animals – Aeon
Come finirà tutto? Ecco. Ed è vano provare a cercare un senso.
“This is the way the Universe ends, not with a bang, but with an unfathomably profound and gradual chill.”
Deep time and beyond: the great nothingness at the end of the Universe – Aeon
La realtà fisica non esiste? Esiste solo l’informazione? Se è così, esiste dunque solo la mente? Ma la mente non ha forse bisogno della realtà fisica?
«Tegmark is correct in considering matter—defined as something outside and independent of mind—to be unnecessary baggage. But the implication of this fine and indeed brave conclusion is that the universe is a mental construct displayed on the screen of perception. Tegmark’s “mathematical universe” is inherently a mental one, for where does mathematics—numbers, sets, equations—exist if not in mentation?»
Physics Is Pointing Inexorably to Mind – Scientific American
Il pensiero di Karl Popper dalla sua viva voce: chiaro, semplice, comprensibile. Fossero così tutti i filosofi…
«Comprising excerpts from the documentary Philosophie Gegen Falsche Propheten (1974), or ‘Philosophy Against False Prophets’, this video is a robust primer on the ideas and legacy of Karl Popper. The influential Austrian-born thinker elucidates his concept of falsifiability, which holds that scientific theories can never be proven true, only demonstrated to be false, and discusses his political philosophy, using his book The Open Society and Its Enemies (1945) as a starting point. From his home in the Chiltern Hills outside London, Popper issues a rigorous defence of liberal democracy and a warning against the centralisation of power favoured by thinkers such as Plato, G W F Hegel and Karl Marx. He calls for modesty and clarity in both political ethics and science so as to pursue ‘a continuous approximation to the truth’ – even though we can never be certain when truth has revealed itself. A humane and enormously influential thinker, Popper’s ideas continue to resonate today, with both the liberal democratic order and the very concept of truth facing renewed threats worldwide.»
A doctrine against doctrinaires: the enduring radical modesty of Karl Popper – Aeon
La storia di Anna, uccisa a 17 anni dalla depressione. Da squadernare davanti a quelli che «Dio è amore».
«On the night Anna died, a social worker led us to a room where we saw her for the final time. Although stricken with a deep sadness, my only reaction was to approach her bed gingerly, and then woodenly stroke her hair. I wanted to know: why? Why didn’t she hold out a little longer? Why couldn’t we have made it to the consultation for a different therapy? What more could I have done? But as my thoughts wandered back to her note, I realised her pain was something I could not understand. Despite my own suffering in that moment, I knew that Anna’s hope was not my hope.»
Total eclipse – Aeon
La toccante esperienza di emancipazione di una ex-musulmana. Che però è intrappolata nel proprio dramma sociale. Quante persone soffrono così nel mondo?
«I feel free but also devastated. So many years of my life wasted. I had met two wonderfully amazing guys in my life but did not pursue a relationship because I thought it was haram. I did not apply to grad school in Germany despite being eligible because of Halal/Haram issues. So many opportunities lost. And I can’t share this experience with anyone. If I tell my deeply conservative family, all hell will break lose. They’ll probably disown me; they hate it whenever I voice my questions regarding Islam, to the point it brings tears in my mom’s eyes.»
My Pilgrimage to Mecca made me an Agnostic Ex-Muslim – Recovering from Religion
«Anche se ci vorrà tempo, ci arriveremo»: gli argomenti di Raffaele Carcano sono inoppugnabili, ma il suo ottimismo – temo – è ingiustificato.
«La circoncisione su minori, esattamente come l’infibulazione, è un abuso su un essere umano che non ha alcuna possibilità di sottrarsi a una pratica che inciderà per sempre sul suo corpo, e spesso anche sulla sua vita. In quanto tale, andrebbe sempre sanzionata. Non possono essere surrettiziamente riconosciute irragionevoli eccezioni, assegnando una volta di più alle religioni uno status preferenziale. La circoncisione dovrebbe sempre rappresentare una scelta consapevole e un’operazione eseguita in condizioni di massima sicurezza. Se qualche comunità musulmana la ritiene un cardine dell’islam, benché non rientri tra i suoi cinque pilastri, dovrebbe sovvenzionarla direttamente.»
Contro la circoncisione, per i diritti dei bambini – A ragion veduta
Con il suo stile peculiare, Enrica Tesio percula e demolisce i congressisti di Verona.
«Detto questo io al congresso ho visto la difesa della famiglia spaventata, che diventa spaventosa. Talmente terrorizzata dal mondo e dalle sue istanze da volerlo riportare indietro di cinquant’anni e cinquant’anni sono pochi. E fa bene ad essere spaventata e arroccata, perché fuori sappiamo che quel modello non esiste, non è mai esistito, perché non prevede la complessità, l’umanità, meno che mai il dubbio. L’unica famiglia naturale che conosco io è quella da cui naturalmente scappi 100 volte e a cui naturalmente torni per 100 e una. Lo spareggio dell’amore fa la differenza, quell’una volta in più, non il sesso d’appartenenza, non la fertilità, il numero di figli o cicciobelli.»
La (mia) famiglia e altri animali – Prima o poi l’amore arriva. E t’incula
Il Nuovo Ateismo è morto? Jerry Coyne lo ha chiesto a Steve Pinker, Dan Dennett, Richard Dawkins e Sam Harris.
«Finally, I don’t believe that “New Atheism” or its proponents are more bigoted, sexist, or “alt-right”ish than any other group of educated people. In fact, I think they’re less so. Yes, of course there will be some atheists who are sexists or bigots. No large barrel is free of such bad apples. But, at least in my experience, I haven’t seen the pervasive bigotry that’s supposedly associated with New Atheism—either at meetings or among prominent New Atheists, some of them friends with whom I’ve spent a lot of time. Anecdotes simply don’t make the case that New Atheism is palpably afflicted with these problems.
Of course one bigot and one incident of sexism is too many, and we should always strive to call this stuff out and treat people equally, but I don’t see these issues as especially prominent in New Atheism, nor do I think that bigotry and conservativism have driven many people away from the “movement”—if it is indeed a movement. Rather, the New Atheists had their say in the four books, which all sold well, their publication lit a fire that helped promote secularism in the West and elsewhere, and that fire is still burning and consuming belief. New Atheism isn’t dead; it’s just becoming a mainstream idea. (I’ll add that I’ve never heard anybody say, “Well, I’m going back to religion because I didn’t like Dawkins’s last tweet.”)»
Is New Atheism really dead? Four New Atheists respond – Why Evolution is True
Davvero il Nuovo Ateismo è morto? Quali sono le responsabilità dei suoi esponenti più vista? Ma, soprattutto, è davvero una perdita?
«Optimistically, New Atheism might have been a chrysalis. I’ve observed that people who are new to atheism, especially people who escaped a traumatic religious upbringing, usually go through an “angry atheist” phase. It could be that atheism as a whole has to go through a similar transition before it can get down to the real work of changing the world for the better.»
The New Atheism Is Dead, Long Live Atheism – Daylight Atheism
Un lungo resoconto sull’evoluzione del Nuovo Ateismo, dalle origini fino al presente, in una dialettica non sempre facile con la Sinistra statunitense.
«New Atheists and their allies look around them and don’t recognize the rationalist liberalism they used to know. But many of today’s liberals can hardly avoid drawing grim conclusions, based on the best evidence available, about where the reliance on reason and science has led them. With Donald Trump in the White House, a return to the strategies of Bush-era liberalism would seem to be irrational at best.»
What Was New Atheism? – The Point
I punti di contatto e le connivenze fra alcuni esponenti di spicco dell’ateismo e il movimento dell’Alt-Right sono molto inquietanti.
«There’s one more fallacy specific to atheists that has made the atheist community uniquely resistant to changing course. This mistaken idea could best be summarized as, “Because I am rational, my opponents must be irrational, otherwise they’d believe the same things as me.” Many atheists assume that, because they so often defend scientific skepticism against outside attacks, that makes them the supreme advocates of reason and gives them the right to speak with the authority of science on whatever topic they address, regardless of how much or how little familiarity they have with it.60 Worst of all, it lures them into believing that they can’t possibly be susceptible to unconscious bias and other common errors of thinking.»
What’s the Matter with Secularism? How New Atheism Feeds the Right – Political Research Associates
Gelosia e possessività non sono la stessa cosa. Per niente.
«Il geloso vuole che ciò che ha lui non lo abbiano anche altri. Il puro possessivo vuole semplicemente averlo lui, e se poi l’hanno anche gli altri, va bene. Certo, parlando di una persona, se gli altri la hanno troppo, non ne rimane per te, perché la vita è limitata nel tempo. Quindi la possessività rappresenta comunque un limite alla disponibilità del proprio partner per altri. Ma un limite relativo, dovuto alla limitatezza del tempo e delle energie, non allo specifico bisogno (la gelosia, appunto) che nessuno goda della persona amata e che lei non goda di nessuno. Dunque il possessivo, a meno che sia anche geloso, non soffrirà se in sua assenza, quando lui comunque non potrebbe stare con lei, la persona amata va con un altro che le piace. Il possessivo vorrà avere molto della persona amata. Non vorrà proprio tutto, perché per ricevere davvero tutto il tempo e tutte le energie di un altro bisognerebbe dargli tutto il proprio tempo e tutte le proprie energie, estinguendosi in una simbiosi che non lascerebbe spazio a nient’altro. Certamente se la ama vorrà averla molto. Però per il resto, per la parte che la sua propria disponibilità lascia libera all’amato (il caso più tipico è appunto la propria fisica assenza), non sarà disturbato che fra le tante cose che la persona amata può fare senza di lui, ci sia anche l’avere rapporti fisici con altre persone. Se invece questo lo disturba, abbiamo non solo un possessivo, ma anche un geloso.»
Le parole della laicità – Gelosia – MicroMega
Forse perculare i gonzi sarà inutile. Ma vuoi mettere quant’è divertente?
«Prendere in giro i terrapiattisti è inutile. Non convincerà loro del contrario, come chi crede ad una fake news non crede alla sua smentita, non dissuaderà altri dal crederci. L’unica risposta è l’educazione, una divulgazione scientifica più facile forse, non l’ironia saccente. Alla fine, per qualche motivo, è un po’ come se noi stessi fossimo i “terrapiattisti” di qualcun altro, magari del prossimo futuro.»
Perché non dovremmo prenderci gioco dei terrapiattisti – agi
Monica Cirinnà è stata criticata per un cartello che dice una semplice verità. E la dice proprio come deve esser detta.
«Ma questo riguarda l’amico nostalgico e molto religioso, mi pare chiaro. Vedere, invece, gente che si proclama “di sinistra” e s’indigna se un politico lancia strali contro uno slogan fascista mi fa cascare le palle. E se mi dite che il problema è il linguaggio triviale mi fate venire voglia di darvi due ceffoni. Ma come? Abbiamo il partito di maggioranza salito al potere a colpi di vaffanculo, il Ministro dell’Inferno che mette alla gogna ragazze anche minorenni che lo contestano e che paragona le oppositrici a bambole gonfiabili, e voi v’incazzate perché una donna ha detto che gli ideali espressi in uno slogan fascista (con tutto il carico di “obbedisci!” che quello slogan si porta concettualmente dietro) conducono a una vita di merda? So’ le basi, ragazzi, è una frase fascista che esalta gli ideali del fascismo, per quanto mi riguarda non c’è un cazzo di modo per cui prenderne le distanze con tutta la forza possibile sia “sbagliato” in qualche modo.»
Questi dei, patrie e famiglie ve li lascio volentieri – Non si sevizia un paperino
Che cosa rende la scienza più affidabile della pseudoscienza? Lo spiega Stefano Marcellini, con l’esempio del forno a microonde e il cancro.
«Quando ci si trova al cospetto di una possibile scoperta, l’approccio scientifico impone innanzitutto di scoprire se e dove si è sbagliato, ovvero si cerca di falsificare quella scoperta. E fare questo richiede impegno mentale e consapevolezza delle cose, oltre che voglia di capire. In contrapposizione la pseudoscienza cerca conferme delle proprie tesi preconcette, utilizzando veloci scorciatoie: “Come hai detto? Ci sono le radiazioni? Allora vedi che fa male!”»
Scienza contro pseudoscienza: perché la spiegazione scientifica perde sempre – Helter Skelter
«Pensavo fosse ateismo… invece era uno scazzo»: per quanti è così?
«Non deve essere facile rinnegare convincimenti così profondamente radicati e mai messi in discussione prima. Non si può approdare a un punto di vista ateistico così, di punto in bianco, sulla base di una singola, seppur devastante, esperienza. Rimane sempre qualche strascico, qualche eco dal profondo. Anche se potrebbe sembrare un paradosso, per arrivarci serve intraprendere un percorso privo di condizionamenti dettati dall’onda emotiva. E naturalmente occorre un’elaborazione che richiede del tempo. Del resto lo stesso vale nel senso opposto, procedendo dalla non credenza a una fede qualsiasi a seguito di circostanze ed emozioni che possono essere determinanti sul momento, ma che invece sul lungo periodo potrebbero svanire. Come ad esempio avviene nelle conversioni in punto di morte, che guarda caso sono sempre verso la fede professata dalle persone vicine.»
Il difficile viaggio dal disprezzo di Dio all’ateismo – A ragion veduta
Chi sono io? La mia mente. Il mio corpo. E forse anche gli strumenti che estendono la mia mente e il mio corpo.
«Ma oggi, nell’epoca della tecnologia pervasiva, i filosofi stanno cominciando a chiedersi se il nostro corpo sia l’unico contenitore della nostra identità. Considerato il ruolo che giocano i personal device nelle nostre vite, dovremmo iniziare a domandarci se questi meritino la stessa protezione della nostra mente e del nostro corpo.»
Se gli smartphone sono un’estensione della nostra mente, non dovremmo tutelarli come una parte di noi? – The Vision
L’idea del progresso è antica e di origine religiosa. E se lo dice Dio in persona possiamo credergli.
«In sintesi, questo magnifico funnel funziona così bene, e ci credete così tanto, perché è roba mia: non è la struttura della storia, questa è un’altra illusione che serve a fidelizzarvi, perché questo è il mio marketing!
Io lo so che vi piacciono tanto le strutture progressive, vi danno speranze, illusioni produttive, vi aiutano a tirare avanti mentre lavorate e versate l’8×1000.
Senza questa roba sareste perduti, non siete capaci di gestirvi da soli. Per farvi mandare giù il vostro cucchiaino di pappa quotidiana, qualcuno vi deve fare il giochino dell’aeroplano che vola vola vola e porta le sorti progressive dell’umanità. Eccole che arrivano eee… gnam!»
Il funnel di conversione – Medium
La distinzione fra identità ideologiche e non ideologiche è fondamentale. Paul Russell lo spiega con estrema chiarezza.
«No sensible person concludes that because ‘demonisation’ is all too common in political life we should condemn and refrain from all strong, sharp and severe criticism and comment relating to such matters. In a free society, some debate over ideological matters such as religion will inevitably be highly charged, as is true of any pressing and serious topic. Such debate might involve intense and frank exchanges. This is part of what a tolerant society is committed to and must embrace and accept. Although civility and moderation should be encouraged, and non-ideological bigotry should not be masked by ideological objections, there is no reason to suppose that religious identity is entitled to some whole-scale immunity here, any more than political identities are.»
The limits of tolerance – Aeon
Facciamo una previsione: Lercio chiuderà, incapace di reggere il confronto con la realtà.
«Ripetete con me: lo Stato ha inserito nei corsi di formazione per docenti quaranta ore dedicate all’esorcismo.
Cioè un rituale magico anacronistico, antiscientifico, inutile quando non dannoso, basato su superstizione e paura. Se fossi un neuropsichiatra starei probabilmente scaricando verso il cielo i colpi di un fucile d’assalto bullpop caricato a bestemmie di zona pisano-labronica (che uniscono creatività ed efficacia).»
Corso di formazione in Stregoneria di Primo Livello – Non si sevizia un paperino
Giulio Cesare Vanini fu panteista, forse perfino ateo, e contemporaneo di Giordano Bruno. Ma, a differenza del Nolano, è poco noto. MicroMega lo ricorda a 400 anni dal suo rogo.
«Quello che balza subito agli occhi quando ci si avvicina a Vanini è la sproporzione tra la sua grande fama europea fino almeno alla prima metà dell’Ottocento e il silenzio che grava su di lui nella cultura italiana, diciamo così, scolastica. Qualunque studente che abbia frequentato le superiori ha sentito parlare di Machiavelli, Giordano Bruno, Galilei e altri, ma quasi tutti ignorano chi sia Vanini. Certo, non è stato un pensatore originale come quelli citati, e spesso le sue pagine sembrano il risultato di un saccheggio sapiente e un po’ cialtronesco di opere altrui, ma non c’è subbio che nel complesso la sua figura sia tra le più interessanti della prima età moderna. Più avanti mi soffermerò su Hegel; qui basti ricordare le tredici citazioni di Vanini censite dagli studiosi nelle opere di Schopenhauer (per cui si veda l’antologia commentata di scritti vaniniani a cura di Mario Carparelli, “Morire allegramente da filosofi. Piccolo catechismo per atei”, Il Prato 2010, pp. 39-42) e soprattutto la stupenda lirica del poeta tedesco Hölderlin, scritta negli ultimi anni del Settecento e intitolata proprio “Vanini”:
“Dissero che offendevi Dio. Ti maledissero, / Ti compressero il cuore, ti legarono, / ti diedero alle fiamme, te, il Santo. / Perché non sei ritornato dal cielo / avvolto nelle fiamme, per colpirli / i blasfemi, suscitare la tempesta / disperderne le ceneri di barbari / dalla tua terra e dalla tua patria! / Ma la santa Natura, che tu amasti / in vita, e che ti accolse nella morte, / perdona. E i tuoi nemici ritornarono / nella sua antica pace con te” (in F. Hölderlin, “Le liriche”, Adelphi 1977, ried. 1993, p. 247).»
Libero pensiero: ritornare a Vanini – MicroMega
L’islam intoccabile, come una volta era il cattolicesimo. Ma come siamo finiti in questo schifo?
«“Offendere” la sensibilità religiosa di qualcuno era un rischio che la comunità LGBT era pronta a correre senza troppe esitazioni. Difendere il singolo nell’esercizio della propria autonomia e libertà significava spesso schierarsi contro la comunità da cui il singolo proveniva; nel mio caso, la comunità cattolica estremamente conservatrice della provincia veneta.
Ma cosa succede quando visioni altrettanto arretrate e bigotte tornano a bussare alla porta in nome di un’altra comunità religiosa? Cosa accade quando omofobia e disprezzo per le libertà individuali vengono esplicitamente manifestate da ampie fette della popolazione in nome di un altro dio?
Le grida blasfeme di un tempo si fanno rauche. Le armi spuntate. E le marce, una volta compatte e ben allineate, si sciolgono come neve al sole. »
Gay pride e multiculturalismo: si può marciare a Molenbeek? – MicroMega
Se produrre bellezza è bene e se una faccia con la barba è bella, allora far crescere una barba su quella faccia è bene. Consequenziale, davvero.
«There’s a long association, going back to the Ancient Greeks, of being beautiful with having a virtuous moral character. That legacy is still with us: you can see it in the persistent tendency in movies and on TV to represent heroes as beautiful and villains as disfigured. However, you’re right—they come apart. From a consequentialist perspective (what matters morally is the effects of one’s actions), even if it’s good to create beauty, if it interferes with something else more important, it should be put aside. If I’m spending the time I should be reading to my kids on mustache waxing, that’s morally problematic, even if it’s a fine-looking mustache. That said, if the costs are negligible—say, it’s way easier for me to grow a lavish beard than it is to shave every day—a consequentialist will say to go for it.»
A philosopher wrote an academic paper on the ethics of growing a beard – Quartzy
Massimo Pigliucci: chi era, chi è. E perché. Una bella intervista fra biologia, filosofia della scienza e stoicismo.
«Q: Why do you think being a freethinker is important?
A: Because thinking is important, it is what distinguishes human beings from any other species on earth. And it’s the sort of thing that ought to be done freely, meaning without impositions from authorities of any sort, be they religious, political, or otherwise. Of course, just because one thinks on his own doesn’t mean one is right all the time, or even most of the time. Being a freethinker comes with the responsibility of honing one’s reasoning skills, of being informed before proffering an opinion, and of respecting other people’s opinions, regardless of how different they happen to be from our own.»
Interview with Professor Massimo Pigliucci – The Freethink Tank
Non c’è rispetto dei diritti individuali se non nell’ambito della laicità. Ma una laicità reale deve per forza essere a-religiosa.
«La contaminazione barbara tra rivendicazioni comunitaristiche-religiose e la difesa di diritti civili degli individui rischia di creare un conflitto perenne tra le due istanze e alla lunga di sabotare il secondo progetto in favore del primo.»
Femminismo e omosessualità, tra comunitarismo religioso e diritti individuali – Gli Stati Generali
Che cos’è il tempo? La risposta è affidata alla scienza. Ma anche la filosofia ha qualcosa da dire. Perché dobbiamo decidere che cosa farne.
«So by all means let us turn to physics, and perhaps to biology, for a better understanding of the nature of time. But it is philosophy that counsels us about what to do with the time we have. Perhaps time is, at a deep level, an illusion. But you still need to set your alarm clock for tomorrow morning and then decide how to spend your day well.»
Set your alarm clock – New Philosopher
La scienza può ambire alla verità? Ma esiste poi una verità scientifica? In che modo possiamo – dobbiamo? – superare il realismo ingenuo? Una lunga riflessione di Michela Massimi.
«Communities of epistemic agents learn how to get things right across time, across historically and culturally situated scientific perspectives. Not because there are atomic facts as truth-makers of atomic propositions, but because the perspectival nature of our scientific knowledge resembles what Wittgenstein called the thread that ‘we twist fibre on fibre. And the strength of the thread resides not in the fact that some one fibre runs through its whole length, but in the overlapping of many fibres.’ Scientific truths are the resilient and robust outcome of a plurality of scientific perspectives that, over time, have meshed with one another in their (tacit, implicit and often survival-adaptive) normative commitment to reliably produce scientific knowledge for us as humankind. That is why, far from being an insufferable hindrance to scientific pluralism, truth is in fact its best safeguard in tolerant, open and democratic societies that are genuinely committed to the advancement of scientific knowledge in the very many faces it comes with.»
Getting it right – Aeon
L’argomento ontologico è un evergreen. Di recente è stato proposto in forma più sofisticata. Ma è sempre farlocco.
«A flawed argument deserves ridicule in proportional to the earnestness with which it is put forward as a serious, useful apologetic argument.»
The Modal Ontological Argument? It Needs a Good Thrashing – Cross Examined
Part 1
Part 2
A che serve la filosofia? La storia della polemica fra Frank Ramsey, Ludwig Wittgenstein e il Circolo di Vienna. Un articolo lungo e non facile, ma stimolante.
«In the 1930s, the Vienna Circle started to feel the pressure, from other quarters, of what Ramsey called ‘the objection from philosophy of science’ and the objection about solipsism. In response, they would develop more liberal, inclusive, behaviourist versions of logical empiricism. That is, many in the Circle moved closer to Ramsey, without knowing it. Had they felt the force of Ramsey’s objections and pragmatist alternative earlier, pragmatism and analytic philosophy would not have been thought to be in such opposition to each other. The Vienna Circle would not have been seen as the bogeyman of philosophy, as it is now, but as delivering a human account of what it is to have a belief be responsive to the way things are. Ramsey was the bridge between 20th-century pragmatism and analytic philosophy, and when he died, that route was obscured – only to be recently rediscovered and put on the map.»
Philosophy must be useful – Aeon
Michael Shermer conclude la propria collaborazione con «Scientific American» con un articolo sull’«umanismo scientifico».
«Human progress, which has been breathtaking over the past two centuries in nearly every realm of life, has principally been the result of the application of scientific naturalism to solving problems, from engineering bridges and eradicating diseases to extending life spans and establishing rights. This blending of scientific naturalism and Enlightenment humanism should have a name. Call it “scientific humanism.”»
The Case for Scientific Humanism – Scientific American
Il panpsichismo non funziona per gli elettroni. Parola di Sabine Hossenfelder. Ma i suoi argomenti sono – come dire? – un po’ deboli.
«When I say I “discovered” panpsychism, I mean I discovered there’s a bunch of philosophers who produce pamphlets about it. How do these philosophers address the conflict with evidence? Simple: They don’t.»
Electrons don’t think – BackRe(Action)
Molti credenti citano Wittgenstein per mettere a tacere gli atei che li criticano. Ma fanno male e non conoscono davvero Wittgenstein.
«What follows is a brief guide to the leading ‘Wittgensteinian’ defences of religious belief, rooted in Wittgenstein’s later work. Note that it’s contentious what Wittgenstein’s later views about religious belief are. The views I discuss are not necessarily Wittgenstein’s own, but attributed to him. Examine these different positions more closely, and we find little to reassure most religious believers that their beliefs are ‘off limits’ so far as atheist criticism is concerned. This is not to say that contemporary atheist criticisms of faith are good – they might not be. It’s just that going Wittgensteinian provides little immunity to such attacks.»
Wittgenstein and religion – Aeon
Da due anni ci sentiamo ripetere che la comunicazione aggressiva è inefficace o addirittura controproducente. Invece probabilmente non è così.
«Come esempio pratico della (errata) discussione circa il corretto stile comunicativo per divulgare la scienza teniamo come punto fisso proprio l’approccio comunicativo sui vaccini del virologo dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Roberto Burioni, il cui metodo è preso di mira e definito sbagliato (termine sul quale torneremo) da alcuni comunicatori e divulgatori scientifici (in questa querelle non entrano, per diverso atteggiamento e ambito disciplinare, i giornalisti scientifici).»
Quello che i critici di Burioni non hanno capito della divulgazione scientifica – Wired
L’argomento definitivo contro il Dio della tradizione abramitica è l’esistenza del dolore. Ken Levy affronta le teodicee e le demolisce.
«Instead, we should be willing to acknowledge evil for what it is, or at least for what it appears to be. We should take it at face value. With this much more hard-nosed, realistic attitude, we will feel much more deeply for its victims and act much more vigorously both to learn from it and to minimize its future occurrence.
There is no heaven. The heaven hypothesis is too fantastic, in both senses of the word. But rather than despairing about this harsh truth, rather than continuing to dream of some blissful redemption in the afterlife, we should do everything within our power to approximate that blessed state in this life, in the here and now. To the extent that evil—human, natural, and accidental—impels us toward this noble, life-affirming goal, it may not be justified, but it is at least partially excused.»
God, Heaven, and Evil – Skeptic
Partendo da una riflessione sul tempo, Adam Frank, Marcelo Gleiser e Evan Thompson arrivano a mettere in luce il ruolo fondamentale dell’esperienza e della coscienza nella ricerca scientifica.
«To finally ‘see’ the Blind Spot is to wake up from a delusion of absolute knowledge. It’s also to embrace the hope that we can create a new scientific culture, in which we see ourselves both as an expression of nature and as a source of nature’s self-understanding. We need nothing less than a science nourished by this sensibility for humanity to flourish in the new millennium.»
The blind spot – Aeon
Dispiace dirlo, ma Stephen Jay Gould aveva torto: scienza e religione non sono compatibili. Perché la prima si basa sul pensiero critico e la seconda sui dogmi.
«In the end, it’s irrational to decide what’s true in your daily life using empirical evidence, but then rely on wishful-thinking and ancient superstitions to judge the “truths” undergirding your faith. This leads to a mind (no matter how scientifically renowned) at war with itself, producing the cognitive dissonance that prompts accommodationism. If you decide to have good reasons for holding any beliefs, then you must choose between faith and reason. And as facts become increasingly important for the welfare of our species and our planet, people should see faith for what it is: not a virtue but a defect.»
Yes, there is a war between science and religion – The Conversation
L’infibulazione e la circoncisione pari sono: la riflessione di Giovanni Gaetani.
«Noi crediamo che ogni credenza – religiosa e non (e penso qui ai no-vax ad esempio) – ha diritto di trasformarsi in pratica solo se i suoi effetti hanno un impatto esclusivo sul corpo e la vita dell’individuo stesso. Le mutilazioni genitali infantili non rientrano fra queste. Per questo motivo non possono avere diritto di cittadinanza in uno stato laico e liberale come, sulla carta, l’Italia è e resta.»
Mutilazioni genitali infantili negli ospedali pubblici? No, grazie – Ad altezza d’uomo
Massimo Pigliucci sostiene che esiste il progresso anche in filosofia. E in questa seconda puntata argomenta con esempi concreti.
«Ultimately, philosophy is here to stay for the same reason that other humanities (and the arts) will stay, regardless of how much science improves and expands, or how much narrow-minded politicians and administrators keep cutting humanities’ funding in universities. Human beings need more than facts and formulas, more than experiment and observation. They need to experience in the first person, and they need to reflect critically on all aspects of their existence. They need to understand, in the broadest possible terms, which means they need to philosophize.»
Philosophy as the evocation of conceptual landscapes – part II – Footnotes to Plato
La filosofia progredisce? Oppure da 3’000 anni si accartoccia su sé stessa? La prima parte di una riflessione di Massimo Pigliucci.
«Part of the problem is that “progress” is itself not at all easy to define, with the term taking on different meanings in the natural sciences and, for instance, in mathematics. I suggest that a reasonable approach to this issue is to “go Wittgensteinian,” so to speak, and argue that “progress” is a family resemblance concept. Wittgenstein’s own famous example of this type of concept was the idea of “game,” which does not admit of a small set of necessary and jointly sufficient conditions in order to be defined, and yet this does not seem to preclude us from distinguishing games from not-games, at least most of the time. Progress, in a sense, could then be thought to be like pornography, to paraphrase the famous quip by US Supreme Court Justice Potter Stewart: “I know it when I see it.”»
Philosophy as the evocation of conceptual landscapes – part I – Footnotes to Plato
La prigione è noia. E la noia può uccidere la mente, poiché toglie ogni scopo all’esistenza. Ma la filosofia può essere di grande aiuto.
«Unlike other activities, philosophy is an activity of the mind. My participants said the classes provided them with a better understanding of the world, allowing access to wider societal conversations that had previously seemed obscure and irrelevant. Furthermore, they could take these reflections back to their cells, and use the ideas to occupy their minds. Philosophy gives you something to do, a structure to reflect on the self, a means to consider how to live and what the world is. ‘It gives me something to think about’ a philosophy student once said to me, early in my career. Now, several years later, I can understand why, in the context of a prison, this is so important.»
When Boredom Becomes Stagnation: The Importance of Occupying the Mind – iai news
L’economia è importante, ma non è l’unico problema del Paese. Cinzia Sciuto fa il punto sul regresso civile.
«Insomma, i segnali di un ritorno della destra religiosa che intende limitare i diritti civili, e i diritti delle donne in particolare, ci sono tutti, sono molto preoccupanti e dovrebbero allarmare l’Europa almeno quanto l’aumento dello spread e del deficit. A mettere in seria discussione i diritti che a fatica abbiamo conquistato negli anni (e a prevenire un ampliamento di questi diritti) è una rete molto capillare di associazioni ultrareligiose di destra, diffuse in molti paesi dall’Ungheria alla Spagna, dalla Polonia agli Stati Uniti, con forti legami fra loro e finanziate anche con ingenti flussi di denaro provenienti da Russia e Azerbaijan, come ha recentemente rivelato un’inchiesta dell’Espresso. Associazioni che si incontreranno proprio a Verona il prossimo marzo per il World Congress of Families. Un appuntamento dunque anche per tutti coloro che si rifiutano di far tornare l’Italia indietro di sessant’anni.»
La lenta Italexit sul fronte dei diritti – MicroMega
Il mistero delle leggi della Natura: perché l’universo è ordinato?
«It is almost a tautology: science predicts predictable phenomena.»
Chaos Makes the Multiverse Unnecessary – Nautilus
La Sinistra ha flirtato con il multiculturalismo. Risultato: anche il bigottismo cristiano si riaffaccia nella politica. Alla faccia dello Stato laico.
«Quello cui aspira Salvini è certamente un cattolicesimo identitario che usa i simboli religiosi per aprirsi spazi politici, ma il suo diretto competitor ‒ l’islam visibile e vistoso del velo (integrale o meno), delle preghiere in strada, del cibo halal rivendicato nelle mense scolastiche ‒ non si comporta diversamente: apparendo vuole acquisire essere, guadagnare terreno politico e in prospettiva curvare la realtà ai suoi principi. In entrambi i casi siamo di fronte a simboli religiosi arcaici (il velo, il rosario) usati in funzione di un recupero identitario e reattivo contro una modernità che rimescola i punti di riferimento etici e culturali.»
Il «rosario pride»? È figlio del multiculturalismo progressista – MicroMega
È sbagliato difendere gli immigrati anche quando aderiscono a una religione ottusa e misogina come l’islam. Il pensiero di Mimunt Hamido.
«D. È triste che le attiviste laiche d’origine islamica, come Wassyla Tamzali, siano ignorate dalla sinistra o siano direttamente attaccate. La somala Hirsi Ali fu espulsa verso la destra olandese, dove le sue critiche furibonde all’islam furono accolte con piacere. Stiamo perdendo le migliori influenze in omaggio ad un’idea sbagliata di rispetto verso il “diverso”?
R. La sinistra ha lasciato che un discorso che avrebbe dovuto essere il suo fosse “espropriato” dalla destra. La destra ora lo usa in senso xenofobo. Non avremmo dovuto permetterlo. Se parliamo delle famose “linee rosse” che non si devono oltrepassare, la sinistra non è neanche riuscita a disegnarle, e da qui questo caos di scontri, malintesi e confusione. Le grandi pensatrici del femminismo arabo come Wassyla Tamzali vengono annullate e ridicolizzate dal “femminismo islamico”, che spesso viene applaudito dalle femministe di qui. Ho visto come qualche “femminista” islamica ha chiamato traditrice Mona Eltahawy, una donna che ha sofferto torture e stupri in Egitto. “Le femministe musulmane rischiano la vita per ottenere l’opposto di ciò che vogliono le femministe islamiche di qui”. È desolante e terribile che ciò accada in Europa. E poi parlano di eurocentrismo e si sentono pure comode.»
Intervista all’attivista laica e femminista marocchina Mimunt Hamido – Brescia Anticapitalista
Einstein era religioso? Se lo era, in che senso? E in che modo le sue idee su Dio hanno influenzato la sua interpretazione della meccanica quantistica?
«Over time, Einstein evolved a much more realist position. He preferred to accept the content of a scientific theory realistically, as a contingently ‘true’ representation of an objective physical reality. And, although he wanted no part of religion, the belief in God that he had carried with him from his brief flirtation with Judaism became the foundation on which he constructed his philosophy. When asked about the basis for his realist stance, he explained: ‘I have no better expression than the term “religious” for this trust in the rational character of reality and in its being accessible, at least to some extent, to human reason.’
But Einstein’s was a God of philosophy, not religion. When asked many years later whether he believed in God, he replied: ‘I believe in Spinoza’s God, who reveals himself in the lawful harmony of all that exists, but not in a God who concerns himself with the fate and the doings of mankind.’ Baruch Spinoza, a contemporary of Isaac Newton and Gottfried Leibniz, had conceived of God as identical with nature. For this, he was considered a dangerous heretic, and was excommunicated from the Jewish community in Amsterdam.
Einstein’s God is infinitely superior but impersonal and intangible, subtle but not malicious. He is also firmly determinist. As far as Einstein was concerned, God’s ‘lawful harmony’ is established throughout the cosmos by strict adherence to the physical principles of cause and effect. Thus, there is no room in Einstein’s philosophy for free will: ‘Everything is determined, the beginning as well as the end, by forces over which we have no control … we all dance to a mysterious tune, intoned in the distance by an invisible player.’»
What Einstein meant by «God does not play dice» – Aeon
Natura e cultura: una bella intervista ad Adam Rutherford.
«Is violence inherent to nature?
Yes, absolutely, because conflict is inherent to natural selection. Especially with competition relating to resources and access to sexual partners – that is the struggle for existence. Competition is inherent to evolution, and violence is inherent to evolution. We should be wary of using animal behaviour to try and deconstruct or justify human behaviour. Nevertheless, violence is almost universal amongst all animals.»
«You can explain art and love using science, but it won’t tell you what they are like» – New Humanist
Anche la tradizione razionalista ha i propri miti. Uno dei più diffusi – ma non per questo ben fondato – è quello dell’illuminismo come movimento culturale ostile alle passioni.
«Generalising about intellectual movements is always a dangerous business. The Enlightenment did have distinct national characteristics, and even within a single nation it was not monolithic. Some thinkers did invoke a strict dichotomy of reason and the passions, and privilege the a priori over sensation – Kant, most famously. But in this respect Kant was isolated from many, if not most, of his era’s major themes. Particularly in France, rationality was not opposed to sensibility but was predicated on and continuous with it. Romanticism was largely a continuation of Enlightenment themes, not a break or rupture from them.»
Why the Enlightenment was not the age of reason – Aeon
Massimo Pigliucci critico sull’ultimo tentativo di presa per il culo. Tentativo un po’ pasticciato, per la verità.
«The new Boghossian-led hoax is another example of badly executed, ideologically driven stunt that targets narrow fields with little impact while leaving alone the big elephants in the room. It is, in the end, yet another embarrassment for the skeptical community, as well as a reflection of the authors’ own biases and narrow mindedness.»
They’ve done it again: another embarrassing moment for the skeptic movement – Patreon
Chi ha detto che l’amore non può essere studiato anche con la matematica?
«I do not mean to suggest that one type of love is more worthy than the other – after all, we value processes that are reasonable, yet we also aim for the extreme. The evidence-based approach of conditional love is at least more controllable, and as the analogy to Bayesian theory goes, is more rational. But can this reasonable process of conditional love grow rationally to the extreme of unconditional love? Can it develop through reason to reach the equivalent of credence 1? If not, then in loving ‘because’ of certain reasons you limit yourself to never achieving the dizzying height of unconditional love – the love that is as complete and certain and unmovable as credence 1.»
Beyond reason: the mathematical equation for unconditional love – Aeon
Sembra una modifica da poco. Ma nella nuova versione del «Padre nostro» c’è un problema teologico enorme: la teodicea.
«Il Cielo non esiste (l’astronomia lo ha abolito), e i Testi sacri sono stati storicamente scritti, riscritti, letti e interpretati da uomini (profeti, sacerdoti, papi, imam, califfi, teocrati e teologi), in modi contraddittori e quasi sempre a fini di potere. Non sappiamo se Dio esiste o non esiste, nessuno può stabilirlo, ma se esiste è inconoscibile, così come la sua volontà. Un «mistero» inestricabile, ineffabile, anche per il credente. Superfluo ricordare quante e quali atrocità siano state perpetrate nella storia (assassinii, stragi, crociate, Inquisizione, guerre giuste … fino ad Auschwitz e al Novecento, ai due Bush e allo jihadismo) nel nome di Dio. Con l’ipocrita ignobile pretesto che Deus vult, Gott mit uns, God bless America, Allah akbar.»
Il nuovo «Padre nostro» e il problema del male – MicroMega
L’Occidente s’è liberato del tabù grazie alla secolarizzazione. Ora è soprattutto nel mondo islamico che bisogna combatterlo.
«La blasfemia è un termine che in Occidente ricorda solo il turpiloquio volgare e la bestemmia ma che, in verità, se ci spingessimo a guardare al di là dei nostri santi locali ci accorgeremmo rappresentare ancora uno dei simboli più attuali, anche se scalfito, della debole ed incerta libertà di critica ed espressione nel resto del mondo.»
Elogio della blasfemia, simbolo scalfito dell’autentica libertà di espressione – Stati Generali
Che c’entra lo sport con la laicità? C’entra, perché certi sport concedono più spazio all’emotività. Pure troppo. L’originale riflessione di Edoardo Lombardi Vallauri.
«Il calcio più di ogni altro sport premia l’umana pulsione a parteggiare, cioè a schierarsi da una parte per motivi propri, e sperare che quella parte prevalga indipendentemente dal merito. Siamo agli antipodi dell’ideale olimpico: il calcio è molto amato proprio perché è ingiusto e indecente. La cosa a cui la gente è più interessata non è vedere un gesto tecnico perfetto, e nemmeno veder trionfare la giustizia: è molto più spettacolare l’emozione data dalla possibilità di prevalere, il pathos della partita che rimane aperta fino all’ultimo perché lo scarto è nullo e quindi in qualunque momento se la palla va in rete cambia tutto.»
Sport – MicroMega
Dice: «Ma che ti frega? Che male ti fa?». Invece no: la credulità è un danno alla collettività. Il pensiero del misconosciuto ma sempre attuale William Kingdom Clifford.
«Ma non è solo la preservazione della specie a essere a rischio. In quanto animali sociali, le nostre azioni hanno un impatto su chi ci circonda, e le convinzioni inappropriate di qualcuno possono essere pericolose per qualcun altro. Clifford ci ha avvertito: “Soffriamo già abbastanza nel dover mantenere e supportare le convinzioni false del passato e tutte le azioni sbagliate a cui hanno portato…” Insomma, è eticamente sbagliato limitarsi a idee formate in maniera superficiale perché, per noi animali sociali, la posta in gioco è piuttosto alta.»
Credere in qualcosa senza prove è sempre immorale – The Vision
Julian Baggini riflette sul nostro giudizio sui pensatori del passato. Ma ecco la domanda inquietante: come ci giudicheranno posteri, alla luce dei loro valori futuri?
«When a person is so deeply embedded in an immoral system, it becomes problematic to attribute individual responsibility. This is troubling because we are wedded to the idea that the locus of moral responsibility is the perfectly autonomous individual. Were we to take the social conditioning of abhorrent beliefs and practices seriously, the fear is that everyone would be off the hook, and we’d be left with a hopeless moral relativism.
But the worry that we would be unable to condemn what most needs condemnation is baseless. Misogyny and racism are no less repulsive because they are the products of societies as much, if not more, than they are of individuals. To excuse Hume is not to excuse racism; to excuse Aristotle is not to excuse sexism. Racism and sexism were never okay, people simply wrongly believed that they were.»
Why sexist and racist philosophers might still be admirable – aeon
La religione è una sacca di privilegio e di intoccabilità. Per tutti, non solo per i credenti. Ma perché? La riflessione della Pappessa Emanuela Marmo sulla castrazione della satira.
«Non lo nego, la bestemmia è una parolaccia. Tendo ad apprezzare le parolacce solo se sono efficaci, non bisogna scialacquarle come se non valessero nulla. Mi piacerebbe che le persone avessero una maggiore coscienza del linguaggio e anche delle cattive parole. Occorre essere sinceri, però: sanzionare la bestemmia non ha lo scopo di incoraggiare la buona educazione, come quando si vieta di calpestare le aiuole o si obbliga a rimuovere gli escrementi dei cani dal marciapiede. Sanzionare la bestemmia impone a chi non crede e non ha fede in Dio di agire come se ci credesse.»
Timidi democratici – MicroMega
Di solito viene associato al positivismo logico. Ma Ludwig Wittgenstein aveva un lato mistico che non può non essere colto.
«So the answer to my headline’s question is: Yes. If a mystic is someone who has been transformed by mystical experiences, then Wittgenstein was a mystic, who was exceptionally eloquent, in his own gnomic way, at expressing the inexpressible.»
Was Wittgenstein a Mystic? – Scientific American
Sorprende sempre l’ostilità degli statunitensi verso l’ateismo. Due libri recenti cercano di fare chiarezza. Con risultati controversi.
«Much of the animosity and opprobrium directed at nonbelievers in America comes from the suspicion that those who do not believe in God could not possibly believe in anything else, moral or otherwise. The reason that atheists were not allowed to testify in court for so long was the certainty that witnesses who were unwilling to swear an oath to God had no reason to be truthful, since they did not fear divine judgment.»
Why Are Americans Still Uncomfortable with Atheism? – The New Yorker
La vita non ha uno scopo. O, meglio, ha lo scopo che ciascuno di noi decide di darle. Senza bisogno che ce lo imponga un Dio.
«Il fanatico religioso vede vacillare se stesso, nella negazione di Dio, e non può permetterselo. Ecco la violenza di tante religioni sugli atei, sui dubbiosi, sugli umanisti, liberi pensatori, libertari… Gli omosessuali gridano non tanto la loro disubbidienza a Dio, ma la sua inutilità per trovare – come persone – una ragione di vita, uno scopo, ovvero l’accettazione che la vita, di scopi, non ne ha proprio.»
Il problema degli omofobi è il senso della vita – Hic Rhodus
La fede è innocua? Dipende. Finché blatera di faccende spirituali, forse. Invece quando si impiccia di medicina rischia di provocare danni devastanti.
«It’s easy for religion to escape scrutiny and accountability as long as it’s an abstract thought discussed in the cleanness of an isolated debate hall in the privileged halls of academia. It’s easy for religion to be deemed harmless as long as it’s entertainment for people who do not take it seriously enough to bet their lives on it. As long as you are following every advice your doctor gives you, then sure, pray, meditate, go on a pilgrimage, have your dose of harmless placebo effect.
But religion is never going to keep the bridges up and it can never truly heal a patient or substitute our current understanding of science, flawed as that might be. It’s fine to sit at your desk and daydream about your ability to fly, but that notion becomes problematic the moment you go on the roof and take an actual leap of faith.»
Religion Poisons Medicine – On the Margin fo Error
Sull’ottusa arretratezza del consiglio comunale di Verona anche il noto blog «Non si sevizia un paperino» ha qualcosa da dire. Qualcosa di interessante e convincente.
«E quale sarebbe, dicevamo, la base su cui si pretende di ostacolare l’accesso a un diritto garantito dalla legge? Studi? Un’analisi approfondita del fenomeno? No, ci mancherebbe. La base è una morale che trae ispirazione da un libro scritto da non si sa chi, rimaneggiato infinite volte, aggiornato da una sapiente selezione di testi (quattro su più di dieci, una bella sfoltita) anch’essi opportunamente tagliuzzati, interpretati e riproposti, come una peperonata troppo pesante, dai nostri amici preti. Gli stessi che, condannando i contraccettivi, hanno preso il problema dell’AIDS in Africa e l’hanno trasformato in un’ecatombe. Gli stessi che sono senza se e senza ma contro omosessualità, eutanasia e divorzio, salvo poi essere pieni di se, di ma, di forse e di sebbene quando uno di loro infila il cazzo in gola a un bambino.»
Verona, città contro le donne – Non si sevizia un paperino
La matematica è l’unica fonte di conoscenze assolutamente certe. Ma dove sta andando la filosofia della matematica? Una lunga panoramica su «Aeon».
«Ultimately, mathematics and the sciences can muddle along without academic philosophy, with insight, guidance and reflection coming from thoughtful practitioners. In contrast, philosophical thought doesn’t do anyone much good unless it is applied to something worth thinking about. But the philosophy of mathematics has served us well in the past, and can do so again. We should therefore pin our hopes on the next generation of philosophers, some of whom have begun to find their way back to the questions that really matter, experimenting with new methods of analysis and paying closer attention to mathematical practice. The subject still stands a chance, as long as we remember the reasons we care so much about it.»
Principia – Aeon
Diamo per scontato il progresso. Ma scontato non è affatto. Tant’è che sembra di tornare verso una specie di Medioevo. Le riflessioni di Raffaele Carcano.
«La Chiesa di Salvini non è cattolica: il leader è un localista che non pensa certo “universale”. Non è nemmeno apostolica: non ama chi viaggia per diffondere opinioni diverse (in fondo, anche gli apostoli erano migranti mediorientali). La Chiesa salviniana è dunque romana, perché della Chiesa cattolica apprezza soltanto il suo essere tradizionale e maggioritaria. Tanto da far tornare in mente quanto affermò Benito Mussolini per difendere i Patti Lateranensi: “questa religione è nata nella Palestina, ma è diventata cattolica a Roma. Se fosse rimasta nella Palestina, molto probabilmente sarebbe stata una dalle tante sette che fiorivano in quell’ambiente arroventato, come ad esempio quelle degli esseni e dei terapeuti, e molto probabilmente si sarebbe spenta, senza lasciare traccia di sé”.
Salvini e Mussolini: cristianisti tutti di un pezzo che sarebbero stati islamisti tutti di un pezzo, se solo fossero nati nello Yemen.»
Lasciarsi alle spalle Salvini (e il suo passato 2.0) – A ragion veduta
Un’analisi lucida e intellettualmente onesta delle ragioni del razzismo. Anche del proprio razzismo. Ché negarlo è peggio.
«La politica dell’immigrazione da qui deve partire e su questo si fonda: sull’accettazione del conflitto continuo e sulla necessità di gestirlo quotidianamente in quanto conflitto. L’armonia fra le “razze” non si dà naturalmente, il meglio che si può fare è costruire artificialmente la tolleranza.»
Prima gli italiani – Del mio razzismo – noiseFromAmerika
La Chiesa sta morendo? Ma speriamo, dai.
«L’Italia che “smarrisce il senso del sacro” non è solo un titolo da giornale, ma una realtà. Nonostante il recente Annuario Pontificio sventoli una comunità credente in crescita a livello globale, la vita reale qui in Europa sembra dirci altro. O forse si tratta semplicemente di provare a fare luce attorno a una domanda di fondo, che è da sempre e per sempre la stessa: cosa definisce una persona cattolica? In base a quali criteri si viene inseriti nella comunità dei credenti? L’aver ricevuto il battesimo, che oggi ancora circa il 70% dei bambini riceve? Andare a Messa a Natale e Pasqua? Oppure andarci tutte le settimane solamente per mantenere uno status quo o un’influenza sociale (sembra roba da Medioevo, ma funziona ancora così)?»
La Chiesa è la più grande multinazionale del mondo. E per questo sta morendo – The Vision
La scienza ha un metodo. Ma il pubblico non lo conosce, non lo capisce e reagisce «di pancia». Un approfondimento lucido e chiaro, con alcuni esempi.
«Per chi lavora nel mondo della scienza, o ne conosce i meccanismi, un singolo studio è solo un tassello che va a comporre un mosaico più ampio. Il suo ruolo periferico o centrale, nel disegno complessivo, cambia in relazione a chi l’ha condotto, se autorevole o sconosciuto, se da un singolo gruppo o da molti diversi in varie parti del mondo, se riferito a colture cellulari, modelli animali o pazienti in carne e ossa, a quanto è ampio il campione che considera, a molti altri aspetti metodologici e statistici che sarebbe lungo spiegare qui. Quanto più le sue conclusioni vanno contro conoscenze già acquisite, tanto più richiedono conferme forti. È molto difficile che un solo lavoro basti a far cambiare idee consolidate e, tanto meno, procedure mediche già sperimentate e in uso da anni.
Per il pubblico, però, è spesso il contrario. Il dato scientifico a cui si crede di più non è quello consolidato nel tempo, ma l’ultima notizia rilanciata con clamore dai media. E i media, per loro natura, dovendo attirare l’attenzione dei loro utenti, talvolta privilegiano i risultati più recenti e più controcorrente, non quelli che confermano cose risapute. Come lettori e telespettatori, tutti noi ci aspettiamo notizie che siano novità, che ci stupiscano o, meglio ancora, che diano conferma alle nostre idee preconcette, soprattutto se servono a convincere noi stessi e gli altri che le nostre scelte non sono irrazionali, ma “basate sulla scienza”. Così, un piccolo studio mal fatto, che esce su una rivista di terz’ordine, irrilevante nel grande magma della letteratura scientifica, se è curioso o se va nella direzione che desideriamo, può avere più risalto in tv di un’importante ricerca che rassicura su qualcosa che è dato per scontato.»
Come gli antivax hanno appiattito il dibattito sui vaccini – il Tascabile
La Pappessa si chiede perché. E ha ragione. Oltretutto la sua divinità è anche più simpatica, divertente e tollerante di tutte le altre…
«Perché il pastafarianesimo non è trattato al pari di altre religioni?
Sono la storia, la durata della tradizione, il valore economico dei beni posseduti da una chiesa, sono i privilegi, la capacità di venire a patti con i governi, determinando gli usi, i costumi e i diritti dei cittadini, a dare misura del senso di una religione? O hanno pari valore la facoltà di determinare un pensiero, il discernimento del singolo che intorno a concetti e ideali condivisi stringe relazioni fino a formare gruppi dotati di coscienza civile?»
Perché il pastafarianesimo non è trattato al pari di altre religioni? Lettera a «Repubblica» – MicroMega
Il senatore Pillon rifiuta di rispondere. E giustamente Vittorio Zucconi lo sbatte fuori dalla trasmissione: giornalismo serio e con la schiena dritta.
Aborto, scontro tra Pillon (Lega) e Zucconi: «Il senatore non risponde? Fuori dalle b.» – Radio Capital
Si stava meglio quando si stava peggio? L’analisi di Alessandro Chiometti.
«L’incapacità della Chiesa di dire chi è “dentro” e chi è “fuori” i suoi canoni, la volontà di tenere i piedi non in due ma in venti staffe senza nessuno che vada a prendere per un orecchio il Salvini di turno dicendogli che se vuole fomentare l’odio verso i migranti non lo deve fare in nome di Cristo, o, se si stabilisce che la ragione “teologica” è dall’altra parte butti fuori dagli oratori tutti gli immigrati irregolari, rende la figura del Papa e della Chiesa priva di ogni residua autorevolezza.
Ma non c’è da gioire di questo perché, come dicevamo prima, siamo su un piano inclinato e in questa situazione non ci meraviglieremmo che nella guerra del povero contro il più povero si aggiungano alla xenofobia anche fanatismi religiosi.»
Il cattolicesimo è finito. E ora? – italialaica
Lettera aperta a un Papa che sembra moderno e progressista. Sembra soltanto. Ma proprio per questo è molto più pericoloso.
«Perché la verità è che la nostra inquietudine nasce solo e soltanto dal vostro continuo dirci che siamo malati, sbagliati, spezzati — che andiamo curati, aiutati, riparati. La nostra inquietudine passa dai vostri sguardi paternalistici, dalle vostre opinioni velenose, dalle vostre paure irrazionali. La nostra inquietudine è la vostra omofobia.
E allora, caro Francesco, ti propongo questo: immagina con me un mondo in cui dallo psichiatra non ci vanno gli omosessuali, ma chi gli omosessuali li deride, li picchia, li ammazza; chi li caccia dai bar o, peggio, di casa; chi li licenzia e li guarda storto; chi li considera inferiori, fastidiosi, spaventosi.
E se ti viene difficile, prova a rileggere le ultime righe sostituendo “ebrei” a “omosessuali”.
Allora, non è un mondo migliore?»
Caro Francesco, sai quando io gay mi sento inquieto o no? – GAS
Perché Hume è uno dei filosofi più importanti ma meno pop? Le risposte di Julian Baggini su Aeon.
«If ever there were a time in recent history to turn to Hume, now is surely it. The enthusiasts are on the rise, in the form of strongman political populists who assert the will of the people as though it were absolute and absolutely infallible. In more settled times, we could perhaps use a Nietzsche to shake us out of our bourgeois complacency, or entertain Platonic dreams of perfect, immortals forms. Now such philosophical excesses are harmful indulgences. Good, uncommon sense is needed more than ever.»
Hume the humane – Aeon
100 domande alle quali i credenti non sanno rispondere senza arrampicarsi sui vetri e inventare cazzate.
«48. If everything needs a reason to exist, what is God’s reason to exist?»
One Hundred Above-board Questions about God – Atheist Republic
Gli dei non sono tutti uguali. Anche se sono tutti inesistenti. La riflessione di Martín Caparrós.
«La scelta non è facile: c’è un eccesso di offerta, divinità a non finire. Ma anche qui esiste, per fortuna, un ordine. Non vale, ovviamente, non credere in divinità di cartapesta, come Zeus o Giove, Hera o Giunone, Quetzalcoatl, Pachamama o Amón Ra, per i quali è ormai appurato che si tratta di esseri di pura fantasia. Ed è evidente che, per sua stessa decisione, Buddha non può essere considerato un dio e che gli indios sono talmente tanti e talmente litigiosi che nemmeno si credono a vicenda. Non vale neanche Mao Tsé Tung, e sul caso di Maradona il dibattito è aperto. Viviamo, nostro malgrado, nell’orbita di tre grandi divinità monoposto. Per noi, non credere significa non credere in loro.»
Ho deciso in quale dio non credere – Internazionale
Massimo Maiurana sul progresso del Paese. Progresso… ‘nzomma, eh.
«Gli italiani devono essere in possesso di determinati requisiti per legge. È finita l’epoca in cui qualunque persona poteva vivere come voleva, il che spesso non coincideva con il modo in cui altri ritenevano dovesse vivere. E in questo caso sono gli altri, i membri della comunità, ad avere sempre ragione. Anche perché che senso avrebbe una comunità in cui i suoi componenti non avessero in comune lo stesso modo di vivere? Sarebbe una contraddizione in termini. Mica qui si parla di cose banali come il taglio dei capelli o il colore degli occhi. Per tacer di quello della pelle.»
Lettera da un Paese che va indietro nel tempo – UAAR
Quando la scienza si lascia influenzare dall’ideologia non ne viene mai nulla di buono. Anche se è un ideologia a favore della scienza.
«Trasparenza significa anche parlare non tanto dei risultati ma dei procedimenti. Di come si trova una verità scientifica, al di là del bignamino di Karl Popper che va per la maggiore e delle pretese di autorità. Aprire la scatola nera delle affermazioni della scienza e dire: guarda, diciamo questo perché abbiamo fatto così. Metterci a un tavolo e condividere come la scienza, nonostante tutto, sia ancora il modo più affidabile che abbiamo di comprendere il mondo: proprio perché cresce sui propri errori. Così facendo possiamo fidarci – che non vuol dire credere ciecamente– anche quando si scoprono cose che superano l’immaginazione.»
Come torniamo a fidarci della scienza? – Wired
Dicono di essere pro-life, ma sono solo no-choice. Un documentato articolo di Fuxino su aborto e contraccezione efficace.
«In conclusione, se si vogliono davvero ridurre gli aborti si deve fare educazione sessuale nelle scuole e promuovere i metodi contraccettivi più efficaci, con buona pace degli antiabortisti. Ma nessun anticoncezionale è perfetto, quindi ci sarà sempre un certo numero di gravidanze indesiderate, motivo per cui per tutelare i diritti riproduttivi e la salute delle donne è fondamentale l’accesso all’aborto legale e sicuro.»
Aborto, contraccezione e le balle degli antiabortisti – Io, ateo
Ma che accidenti significa «essere cristiano»?
«I often get messages from people trying to reconcile Christianity to me by saying “I just wanted to tell you that the type of Christian that your mom is, or that your old apologetics teacher is, isn’t true Christianity. True Christianity is all about loving your neighbor and accepting people for who they are.” First of all, I’d like to see you tell my mom that her Christianity is not the one true Christianity, and see how that goes. But to me, it is as Godless Iowan said: as long as you mention Jesus or the bible, Christianity is whatever you want it to be.»
No True Christian – The Closet Atheist
Lo sproloquio dell’arcivescovo di Bologna ci offre l’occasione di ribadire l’argomento definitivo contro l’esistenza del Dio abramitico.
«Di più: se ammettiamo che Dio può intervenire nel reale, allora Dio è responsabile per le morti di milioni di neonati e bambini che, ben prima di aver potuto esercitare il “dono” del libero arbitrio, sono morti in modi più o meno atroci ma tutti ugualmente ingiustificabili in un’ottica di teodicea. E in tal caso, noi – noi atei umanisti – abbiamo tutto il diritto di voltare le spalle a quel Dio, perché – come ho scritto nel mio libro – un Dio siffatto “non meriterebbe nient’altro che il nostro disprezzo“.»
Se «Dio ha protetto Bologna» allora hanno ragione gli atei, ancora una volta – Giovanni Gaetani
La religione come una fake news: la chiave di lettura di Yuval Noah Harari
«So if you blame Facebook, Trump or Putin for ushering in a new and frightening era of post-truth, remind yourself that centuries ago millions of Christians locked themselves inside a self-reinforcing mythological bubble, never daring to question the factual veracity of the Bible, while millions of Muslims put their unquestioning faith in the Qur’an. For millennia, much of what passed for “news” and “facts” in human social networks were stories about miracles, angels, demons and witches, with bold reporters giving live coverage straight from the deepest pits of the underworld. We have zero scientific evidence that Eve was tempted by the serpent, that the souls of all infidels burn in hell after they die, or that the creator of the universe doesn’t like it when a Brahmin marries an Untouchable – yet billions of people have believed in these stories for thousands of years. Some fake news lasts for ever.
I am aware that many people might be upset by my equating religion with fake news, but that’s exactly the point. When a thousand people believe some made-up story for one month, that’s fake news. When a billion people believe it for a thousand years, that’s a religion, and we are admonished not to call it fake news in order not to hurt the feelings of the faithful (or incur their wrath).»
Yuval Noah Harari extract: «Humans are a post-truth species» – The Guardian
Non sono ignoranti. E neppure ignorano il metodo scientifico. Sono solo bigotti, ecco.
«There is not a deficit in an underlying ability to reason that causes religious people to reject evolution. Our data clearly shows that individuals can be highly adept at scientific reasoning and still reject evolution (most likely on religious grounds). Our data also shows that one can be severely lacking in scientific reasoning ability and still accept evolution. It appears from this study that worldview (or religion), not intelligence, is the main driver of this decision.»
Evolution, religion, and why it’s not just about lack of scientific reasoning ability – BMC
Un’interessante intervista sulla fede, sulla coerenza, sulle possibilità di successo per la libertà di pensiero dove meno ci sembra possibile: nel mondo islamico.
«Faith itself is the most toxic element, and in that sense all religions are equal. When you’re encouraging faith, when you’re saying that it’s a virtue to believe things without evidence, then you can no longer argue against the jihadists. In that sense, I think the focus on terrorism as the worst part of Islam is misplaced. Yes, today Islam is more dangerous, and what makes Islam unique is the toxic combination of belief in martyrdom, the glamorization of death, and the killing of unbelievers. But when people say that you can’t talk about jihadism without talking about Islam, I’d go one step further. You can’t talk about Islam with talking about faith itself. Faith programs people into believing bullshit without trying to seek evidence for it, and it makes them more susceptible to being manipulated by demagogues. The root story of all the Abrahamic religions is the story of Abraham sacrificing his son. That is the essence of faith: you hear a voice in your head, and the next thing you know you’re going to kill your son. So the worst part of Islam is the same thing that is bad about all the other religions.»
«Liberals Have Compromised on Their Own Values»: An Interview with Ali A. Rizvi – Quillette
Leonardo Tondelli ci fa incazzare. Ma pure riflettere. Prima di dargli torto, pensiamoci.
«Io un’idea ce l’avrei: se i cattolici e gli identitari ci tengono tanto al crocefisso, adottiamolo anche noi. Facciamolo nostro, tanto quanto è loro: i simboli sono di tutti, non c’è nessun marchio registrato. Portiamolo in giro per i cortei, gay pride inclusi. Raccontiamo che il Cristo in Croce è un simbolo di apertura al diverso, di pace, di democrazia, di qualunque cosa. D’altronde, è cristiano ma anche ebreo, e questo è certo; ma è anche un po’ musulmano (artificioso, ma plausibile) e buddista, jainista e indù, che tanto quelli riciclano tutto. E perché no, è anche laico: dopotutto quando gli chiesero se bisognava pagare i tributi a Cesare, rispose “Date a Cesare quel che è di Cesare”, senza chiedere esenzioni fiscali (ma se anche non lo avesse detto non importa, non è che bisogna per forza citare i vangeli). Facciamo quello che fecero i cristiani coi simboli pagani: quelli che non riuscivano a distruggere, li assorbivano. Trasformarono sorgenti sacre in sorgenti miracolose, templi a Iside in battisteri, rune solari in crocefissi. Il Dio Sole vinceva le tenebre tre giorni dopo il solstizio d’inverno e loro decisero, senza preoccuparsi di consultare i vangeli, che anche Gesù era nato proprio quel 25 dicembre: che straordinaria coincidenza. Insomma, se il crocefisso non ci piace, facciamocelo piacere. Evitiamo che sia usato per isolarci, mescoliamo le acque, tentiamo un’infiltrazione.
È solo una proposta, e probabilmente ti ha fatto incazzare. Va anche bene così. Incazzati con me, magari ti servirà a trovare una soluzione al problema, qualcosa che fin qui non era ancora venuto in mente a nessuno.»
L’obbligo del crocefisso è una trappola per dividerci – The Vision
Se i credenti pensano che tu gli stia dando un dito, finisce che ti sbranano tutto il braccio: ecco perché definirsi «agnostico» è pericoloso. Fuxino chiarisce una differenza sottile ma importante.
«Non mi piace il termine “agnostico” anche perché spesso viene interpretato, da parte dei credenti, come una possibile apertura nei confronti della fede. Gli atei sono irrecuperabili, ma se ti definisci agnostico hai già fatto un primo passo verso Dio. Questa percezione è in generale errata, ma preferisco rendere chiaro a partire dal modo in cui mi definisco qual è la mia posizione. Il termine “ateo” è più diretto e non ambiguo. C’è sempre tempo per le sottigliezze filosofiche.»
Perché non sono agnostico – Io, ateo
Due corsi di filosofia sono meglio che uno. Ma anche uno solo non sarebbe male…
«There are two powerful reasons for requiring students to start (and end) their education with philosophical questions and thinking. First, scholarly disciplines, however they may have evolved in recent times, began because of human beings’ interest in understanding diverse aspects of their world — ranging from the movement of the stars to the strivings of the soul. A compelling way to understand the spectrum of knowledge is to encounter some of the intriguing ways in which our predecessors thought about those same issues. Second, for most of us, it’s only in late adolescence that we become able to reflect on bodies of knowledge and their relation to one another.»
Why We Should Require All Students to Take 2 Philosophy Courses – The Chronicle of Higher Education
Giovanni Gaetani intervistato sulla post-verità e sulla crisi dell’autorevolezza.
«¿Deben existir temas u opiniones prohibidos en una universidad?
No, ninguna. También las ideas de los antivacunas, de los racistas o de los negacionistas del Holocausto judío, deben ser discutidas en una universidad. Si una universidad es digna de este nombre, va a destruir fácilmente estas opiniones con la razón, los datos, las evidencias científicas y los documentos históricos. Es solamente discutiendo y refutando una idea que podremos vencerla. Si la prohibimos, la mantenemos a flote, porque todo el mundo podría pensar que la prohibimos por falta de argumentos y miedo de no poderla refutar. La censura obtiene siempre el efecto opuesto a lo que se quería obtener en principio…»
El humanismo como antídoto contra la ofensiva global del irracionalismo – El Soberano
Non vorresti vivere per sempre? Sì, ma… L’opinione di Julian Baggini.
«It is one thing to accept our mortality as a necessary part of being embodied beings who live in time. But it is quite another to romanticise death or consider it to be no bad thing at all. Immortality might be a foolish goal but a longer mortality certainly isn’t. My attitude to death is therefore similar to Augustine’s attitude towards chastity. Yes, I want to be mortal, but please – not yet.»
Memo to those seeking to live for ever: eternal life would be deathly dull – The Guardian
Una bella intervista a Pascal Boyer sull’origine delle religioni. Un’origine molto umana e molto naturale, com’è ovvio.
«Che cosa hanno in comune? Innanzi tutto direi che sono estremamente diverse tra di loro, osserviamo un’alta variabilità, ma una cosa che hanno in comune è che tutte quante postulano l’esistenza di agenti. Esistono agenti che possono essere dei, spiriti o antenati. Ci sono agenti (ma possiamo chiamarli dei per semplicità) che hanno conoscenza di ciò che stiamo facendo, hanno abilità straordinarie che li rendono speciali, come per esempio i fantasmi che hanno proprietà fisiche inusuali: passano attraverso i muri. Gli dei poi sono dappertutto allo stesso istante. Un’altra caratteristica che troviamo in pressoché ogni tradizione religiosa è che questi agenti non sono semplicemente strani o speciali, hanno anche una mente che è davvero molto simile a quella umana: sono dotati di memoria, di intenzioni, desiderano cose e se le desiderano ardentemente vogliono passare attraverso le difficoltà per raggiungere i loro scopi. Queste sono proprietà che troviamo assolutamente dappertutto.»
In che dio credevano i nostri antenati evolutivi? Intervista a Pascal Boyer – MicroMega
Che senso ha l’esistenza? Non ne ha, tranne quello che le diamo noi stessi.
«At least, I’ve never been able to find any proof of it. We simply must try to make life as good as possible, and avoid horrors, and care about people, and have fun, even though we know that oblivion is coming.»
The Search for Meaning – Daylight Atheism
In un mondo ideale il colore della pelle sarebbe indifferente come la forma del naso. Ma nel mondo reale l’orgoglio per la diversità ci sta tutto. Un’altra argomentata riflessione di Giovanni Gaetani.
«Ostentare la diversità in un paese che la nega non solo significa riaffermarla come un fatto, ma è anche un modo per educare a essa. Tacerla significa al contrario esporre le nuove generazioni solo ed esclusivamente alla monomania salviniana del “prima gli italiani” – che nella sua distopica prospettiva sono tutti bianchi, cattolici, eterosessuali, maschilisti e settentrionali.»
Perché ho condiviso questa foto – Giovanni Gaetani
Fuxino ci ricorda una semplice verità. E fa bene, perché troppo spesso la dimentichiamo.
«E qui veniamo al punto. L’ateismo è la scelta più razionale, ma essere atei non significa automaticamente essere persone razionali. Aver fatto la scelta “giusta” non significa averla fatta per le motivazioni giuste. Molti hanno semplicemente deciso di non credere per moda, per fede, perché cresciuti in una famiglia atea o per qualche altro motivo irrazionale. Di fronte a questioni diverse, probabilmente prenderanno posizione in maniera altrettanto irrazionale, e magari questa volta faranno la scelta sbagliata.»
Anche gli atei sono stupidi – Io, ateo
Per le persone razionali e di cultura medio-alta, il concetto stesso di Dio ha perso ogni verosimiglianza. Perché?
«Such individuals do not rise to the level and label of ‘atheist’ because an atheist is really still in the theological game. An atheist is actually another theologian (and usually a better theologian than a believing theologian).»
An Idea Of God That Is Not Unbelievable On The Face Of It – Humanist Plus
Giovanni Gaetani dice ancora cose sgradevoli ma inoppugnabili: se lo Stato deve difendere la libertà di culto, allora deve difendere anche i culti idioti.
«Un TDG sa di appartenere a una comunità estremamente settaria, identitaria e vendicativa, come molti altri credenti appartenenti a altre confessioni religiose. Massima solidarietà dunque a Grazia Di Nicola, che sta affrontando un dramma umano e familiare terribile.
Ma purtroppo (o per fortuna) lo Stato non può intervenire nella sua situazione familiare, proprio perché si tratta di una questione privata tra lei, suo marito, le figlie e i suoi ex-fratelli di culto.
Lo Stato non può imporre, cioè, che quelle persone tornino a amarla o rispettarla, né tanto meno può re-immetterla di forza nella sua ex-comunità religiosa. L’appello della signora alla libertà di culto “garantita dalla Costituzione Italiana” è dunque sbagliato, perché è proprio nell’esercizio della loro libertà di culto che quelle persone possono decidere di allontanarsi da lei, senza commettere alcun reato.»
Testimone di Geova ripudiata dalle figlie: lo Stato non può farci nulla – Giovanni Gaetani
Quando la razionalità viene applicata e portata alle sue naturali conseguenze. Lucido e cogente.
«Emanciparsi dalla morale sessuale cattolica significa anche questo: arrivare a capire che il sesso possa essere slegato dall’amore, che possa essere vissuto come più ci piace, nella castità come nella promiscuità, senza che nessuno possa dirci che stiamo sbagliando.»
Regolamentare la prostituzione è una battaglia femminista – Giovanni Gaetani
La recensione di due libri che tirano giù dal piedestallo due maestri della scienza e della filosofia: Bohr e Kuhn. Lontani ma accomunati dalle radici kantiane. Un articolo lungo ma meritevole di essere letto, perché fa riflettere.
«Both Becker and Morris, each in his own way, is fighting an uphill battle against these trends. Each wants to reestablish the authority of reason and evidence. But it is the most difficult of all tasks. How do you convince a whole culture that it is deluded? How do you shine light into conceptual blind spots? Each of these books, as different as they are in style, is an attempt to provoke an epiphany and a revolution.»
The Defeat of Reason – Boston Review
Un po’ di chiarezza su che cosa è e che cosa non è l’ateismo. Per capire, una volta per tutte, che non è un atto di fede.
«Atheism is not a religion. Atheism is not a philosophy. Atheism is not a worldview. Atheism is not a theory. Atheism is the rejection of theism. If you reject theism, then you are an atheist. If you have not rejected theism, then you are not an atheist.»
Atheism 101 – The Secular Outpost
Giovanni Gaetani è indignato. Di più: è incazzato. Ma come dargli torto?
«Non posso fare a meno di voi, è vero. Ma in questa notte così vuota e disumana ho deciso di riversare su di voi tutto il mio disprezzo, senza un vero e proprio obiettivo, come quando, abbracciati al cesso, ci si ficca due dita in gola per vomitare l’anima.»
Mi fate schifo – Giovanni Gaetani
La fede è soggettiva. Sempre. Soggettiva e pericolosa, quando diventa assoluta. Un vecchio articolo di Giovanni Gaetani. Vecchio ma sempre attuale.
«La forza e la debolezza della fede religiosa è tutta qui. Per la vita di un singolo uomo, la fede può significare tutto: essa può dar significato ad ogni gesto e rivestire di una sottile patina di senso il mondo intero. Nessun argomento razionale può indebolirla né scalfirla, proprio perché essa non si muove nel dominio oggettivo ed interpersonale della ragione, bensì in quello individuale della volontà, del desiderio e della speranza. La fede si fonda su se stessa nei limiti della coscienza soggettiva. Essa è, nelle parole di Feuerbach, «fede nella realtà assoluta della soggettività». Ma, al di là delle strette mura del proprio Io, essa non vale più nulla: la fede non può essere comunicata o imposta ad altri, né tanto meno – punto fondamentale – essa può valere come argomento in una qualsiasi discussione razionale.»
D’una fede che uccide e dell’ignoranza che salva – Giovanni Gaetani
Non di sola politica si nutre il pregiudizio antiscientifico, ma anche di religiosità, moralismo e ignoranza. Ecco i risultati di una ricerca che diversifica le correlazioni.
«From these studies there are a couple of lessons to be learned about the current crisis of faith that plagues science. Science skepticism is quite diverse. Further, distrust of science is not really that much about political ideology, with the exception of climate-change skepticism, which is consistently found to be politically driven. Additionally, these results suggest that science skepticism cannot simply be remedied by increasing people’s knowledge about science. The impact of scientific literacy on science skepticism, trust in science, and willingness to support science was minor, save for the case of genetic modification. Some people are reluctant to accept particular scientific findings, for various reasons. When the aim is to combat skepticism and increase trust in science, a good starting point is to acknowledge that science skepticism comes in many forms.»
What makes people distrust science? Surprisingly, not politics – Aeon
Lucrezio non ha detto quel che tutti pensiamo abbia detto. E diventa ancora più attuale alla luce della fisica fondamentale contemporanea.
«This brings us right back to Lucretius and our original error. Working at once within and against the atomist tradition, Lucretius put forward the first materialist philosophy of an infinitely continuous nature in constant flux and motion. Things, for Lucretius, are nothing but folds (duplex), pleats (plex), bubbles or pores (foramina) in a single continuous fabric (textum) woven by its own undulations. Nature is infinitely turbulent or perturbing, but it also washes ashore, like the birth of Venus, in meta-stable forms – as Lucretius writes in the opening lines of De Rerum Natura: ‘Without you [Venus] nothing emerges into the sunlit shores of light.’ It has taken 2,000 years, but perhaps Lucretius has finally become our contemporary.»
Is nature continuous or discrete? How the atomist error was born – Aeon
«Io credo in quello che mi pare!»: sembra ragionevole. Invece non lo è. Daniel DeNicola argomenta in modo convincente.
«Believing, like willing, seems fundamental to autonomy, the ultimate ground of one’s freedom. But, as Clifford also remarked: ‘No one man’s belief is in any case a private matter which concerns himself alone.’ Beliefs shape attitudes and motives, guide choices and actions. Believing and knowing are formed within an epistemic community, which also bears their effects. There is an ethic of believing, of acquiring, sustaining, and relinquishing beliefs – and that ethic both generates and limits our right to believe. If some beliefs are false, or morally repugnant, or irresponsible, some beliefs are also dangerous. And to those, we have no right.»
You don’t have a right to believe whatever you want to – Aeon
Una critica ragionata e ragionevole all’epistocrazia. Fa riflettere ma non convince.
«The cognitive biases that epistocracy is meant to rescue us from are what will ultimately scupper it. Loss aversion makes it more painful to be deprived of something we have that doesn’t always work than something we don’t have that might. It’s like the old joke. Q: “Do you know the way to Dublin?” A: “Well, I wouldn’t start from here.” How do we get to a better politics? Well, maybe we shouldn’t start from here. But here is where we are.»
Why replacing politicians with experts is a reckless idea – The Guardian
Si sostiene che la fede cattolica non è maschilista perché valorizza la figura di Maria. Non è così: proprio la Madonna rappresenta una figura femminile sottomessa.
«Per secoli le donne cattoliche hanno avuto come modello l’esemplare madre di Gesù. Ma la Madonna non è Maria di Nazareth: con la figura della Vergine Maria, la Chiesa nel corso dei secoli ha costruito, a colpi di encicliche e dogmi, il modello della donna docile e obbediente. A partire dagli scarni dati testuali del Vangelo, la Chiesa ha deciso di plasmare un’immagine ideale della madre di Cristo, utile per blindare il corpo e la volontà femminile.»
Ave Maria, il patriarcato è con te – The Vision
La conclusione dell’info-comic pastafariano è meravigliosa: per poter denunciare una bestemmia, bisogna pronunciare una bestemmia.
«Ripeto: è solo una mia teoria, ma potreste cavarvela dicendo che stavate offendendo L’altro Gesù…»
Un Porco in Pretura – L’Osservatore Pastafariano
«Mistero»: non è una brutta parola. Anzi. Ma può diventare un pretesto per la cialtroneria, quando serve per difendere le superstizioni. Edoardo Lombardi Vallauri prosegue il ciclo dedicato alle parole.
«L’operazione è interessante: prima ci si appella alla vera impotenza della ragione al cospetto dell’inconoscibile, e così si accredita l’idea che vi sia un terreno, il mistero, dove la ragione perde la sua autorità. Si attribuisce il diritto di marcia su quel terreno alla “fede”, inizialmente intesa come slancio della mente arresa al mistero. Ma poi, appena ottenuta la patente di frequentazione del mistero, la fede viene trasformata nella mera invenzione di carabattole per niente misteriose né ulteriori rispetto alla ragione, bensì semplicemente errate e smentite dalla ragione. Tuttavia la parola mistero è ancora lì, e viene usata proprio per proteggere quelle carabattole dalla legittima smentita. Se a qualcuno appare discutibile che esista un dio “persona”, dotato di volontà e di inclinazioni (ad es., sugli umani terrestri, preferenza per i poveri, no fecondazione assistita, matrimonio indissolubile), gli si dice che le sue obbiezioni razionali sono abusive perché quello è il campo del mistero, dove la ragione non può entrare. Se qualcuno sostiene che non si può essere uni e trini, umani e divini, vergini e madri, gli si obbietta che sta cercando di applicare la ragione al mistero. E che il mistero si deve accettare così com’è. Soltanto che quello non è il mistero così com’è: zitti zitti, anche se continuano a chiamarlo “mistero” per rendersi insindacabili, al suo posto hanno messo alcune loro credenze piuttosto provinciali.»
Le parole della laicità – Mistero – Micro Mega
Giovanni Gaetani: perché Dio non esiste e, se anche esistesse, dovremmo farne a meno.
«Quindi, nella scala di Dawkins, che valuta da 1 a 7 l’ateismo di una persona, dove si colloca?
Sul 6, un gradino prima dell’ateo definitivo. Vivo come se Dio non esistesse e soprattutto affermo che anche se esistesse non crederei in esso, perché farlo significa accettare tutta una serie di contraddizioni sia logiche che morali. E proprio queste ultime rendono per me impossibile credere in Dio: come potremmo giustificare la sua esistenza di fronte al male, ed in particolare di fronte al male innocente? Quello di bambini che nascono con un tumore prenatale, ad esempio. Rifiuto dunque l’esistenza di un Dio onnipotente e benevolente, ma per onestà intellettuale sono agnostico nei confronti dell’esistenza di Dio, la quale resta un’ipotesi possibile, per quanto estremamente improbabile e irrazionale. Detto ciò, a livello pratico vivo totalmente senza Dio. Il che non vuol dire contro Dio.»
Filosofia senza Dio. E senza supercazzole – la Regione
La fede religiosa gode di un privilegio che la rende diversa da ogni altro sistema di credenze. Ma chi stabilisce che cosa è blasfemo? Il credente? Troppo comodo.
«Il punto però è che i limiti del diritto di espressione e di critica in uno Stato liberale devono essere i più ampi possibile, definiti esclusivamente dalla diffamazione o dall’istigazione a commettere reati, devono valere erga omnes, e non dovrebbe essere necessaria un tutela speciale per le religioni, che ovviamente si configura come una forma di privilegio e, in quanto tale, di discriminazione. Soprattutto, questi limiti non possono essere stabiliti da chi da quella critica si sente offeso, è evidente. Per i Pastafariani, essendo il loro Dio il Mostro degli Spaghetti volanti, la bestemmia più grave è “Dio Scotto” e non si vede perché il Profeta Maometto debba stare dietro la “linea rossa” e il Dio degli Spaghetti volanti no.»
Viva la blasfemia! Libertà di espressione contro ogni fondamentalismo – MicroMega
Non è una statistica. È solo un’esperienza. Ma dice molto sulla nostra cultura e la nostra società. Perché questi soggetti fra poco voteranno e i loro genitori già lo fanno.
«Suona come un’assurdità, eppure è proprio così. La visione culturale e sociale dei due sessi, pur presenti in questa comunità, è ancora quella le cui regole di ingaggio erano dettate dalla rigida armatura del patriarcato prima del femminismo. È un’Italia anni ’50, con un aspetto contemporaneo soltanto esteriore: è come se la storia recente non fosse mai entrata né nelle loro case né nelle aule di scuola.
Sì, le ragazze sono sedute lì, e ci sono pure le docenti: è possibile che molte loro madri lavorino fuori casa, qualche donna in posti di prestigio sociale l’avranno pure vista. Quello che ho avuto davanti, però, per dirla con Gaber, è che questi giovani sembrano arrivare dritti dall’800, non dal secolo scorso.
Nudi, simbolicamente e forse pure in realtà, al netto degli orpelli materiali e caratteristici di questo nuovo secolo tecnologico, sono persone ottocentesche, e nemmeno delle più aperte.»
Wellcome to the hell: un’esperienza «biblica» nella scuola italiana – MicroMega
I Gedankenexperiment funzionano? E funzionano sempre nello stesso modo per tutti? Oppure ci sono differenze culturali? E la filosofia può diventare una disciplina sperimentale?
«Regardless of one’s stance on experimental philosophy, it’s clear that the new method has fuelled an important conversation. Not only has it led to much questioning of reliance on intuitions in philosophy (and what ‘intuition’ means), but it has also brought out explicit discussion about what philosophers aim to achieve. Thus, x-phi fans the flames of ‘metaphilosophy’, in which philosophers scrutinise the underpinnings of their own work. Whether or not one sits in an armchair while doing philosophy, it seems like a good idea not to get too comfortable.»
Out of the armchair – Aeon
Se Dio non esiste, tutto è permesso? Niente affatto. È possibile sviluppare una morale laica all’interno dei vincoli imposti dalla natura umana.
«There is something, of course, the ancients did get wrong: they, especially Aristotle, thought that human nature was the result of a teleological process, that everything has a proper function, determined by the very nature of the cosmos. We don’t believe that anymore, not after Copernicus and especially Darwin. But we do know that human beings are indeed a particular product of complex and ongoing evolutionary processes. These processes do not determine a human essence, but they do shape a statistical cluster of characters that define what it means to be human. That cluster, in turn, constrains – without determining – what sort of behaviors are pro-social and lead to human flourishing, and what sort of behaviors don’t. And ethics is the empirically informed philosophical enterprise that attempts to understand and articulate that distinction.»
Is there a universal morality? – The Evolution Institute
A prima vista il relativismo morale sembra un’ottima idea. Però, se appena ci rifletti, ti accorgi delle contraddizioni interne e dei pericoli. Ma l’alternativa è davvero l’assolutismo?
«So what’s the answer? What am I advocating? Bible thumping, threats of fire and brimstone, and a corresponding list of rules? No. I’m arguing that to put a blanket ban on criticising the values and moral beliefs of another culture is patronising, counterproductive, and dangerous. It stops discussion just when it should be starting. Really respecting people from other cultures means engaging with them, taking them seriously enough to question their moral decisions: Why do you think that? How can you justify doing that? What consequences will that decision have? Haven’t you just contradicted yourself? Does everyone in your culture agree?»
Are You A Garbled Relativist? – Philosophy Now
Quattro soluzioni al problema dell’istruzione religiosa nella scuola di uno Stato laico. Ma una sola farebbe chiarezza sui limiti della religione.
«Ecco, dunque, la paradossale conclusione di questo articolo: non il rifiuto o la censura della religione, bensì il suo stesso insegnamento costituisce la più grande scuola di laicità e di pluralismo liberale che le generazioni avvenire possano auspicare.»
Perché, da ateo, voglio l’ora di religione – ma non quella cattolica – «l’osservatore laico»