Ma solo per un po’.
Siamo appena partiti e già ci fermiamo? No. Anzi sì. Diciamo che ci prendiamo una pausa di riposo. Non lunga, ma quando ci vuole ci vuole.
Ma solo per un po’.
Siamo appena partiti e già ci fermiamo? No. Anzi sì. Diciamo che ci prendiamo una pausa di riposo. Non lunga, ma quando ci vuole ci vuole.
Non vuoi i gay? Padronissimo. Ma col tuo B&B ti ci puoi fare il bidet.
Lo dico? Lo dico: chissenefrega dell’affittacamere omofobo che rifiuta le coppie gay. Ok, l’ho detto. Mo’ spiego anche, però.
Eugenio Scalfari sproloquia sugli atei.
Dice: «Non so quanti siano, ma penso non molti». Beh, caro, se non lo sai è un problema tuo. Significa che sei un pochino ignorante. Ci sono vagonate di ricerche sociologiche e basterebbe un giretto su Google per trovarle. E scoprire per esempio che in Italia gli atei («Dio non esiste») sono circa il 6%. Cioè più di 3 milioni e mezzo. Quattro gatti, proprio.
Due storie diverse. Due destini distanti. E ipocrisia a carrettate.
Chiamatemi Ismaele. Anche se non sono un baleniere. Come potrei? Ho meno di un anno di vita: sono nato il 4 agosto 2016. Però mi chiamo davvero Ismaele. Anzi Isma’il.
Davvero ci frega qualcosa delle discriminazioni religiose, finché limitano solo i credenti?
Alcuni anni fa ho assistito a una conferenza di una nota intellettuale italiana, cattolica e progressista. Sì, hai letto bene: cattolica e anche progressista. Cioè femminista e non omofoba. E proprio per questo si lagnava delle discriminazioni clericali. Niente donne prete, per esempio: ma come si fa, nel XXI secolo? «Come può la mia Chiesa», chiedeva indignata, «sminuire il valore della vocazione femminile e relegarla al ruolo subordinato delle suore?».
Ken Follett: dal bigottismo puritano all’ateismo, fino alla riscoperta della spiritualità.
Ogni ateo ha la propria storia: chi lo è da sempre perché non ha mai ricevuto un’educazione religiosa, chi l’ha ricevuta blanda e diventa ateo senza strappi dopo aver riflettuto, chi perde la fede per reazione a una religiosità infantile opprimente. Questo è il caso di Ken Follett, di cui EDB ha appena pubblicato «Cattiva fede», riedizione in due lingue di un lungo articolo autobiografico già uscito su «Granta».
Nell’ostia speciale non c’è abbastanza glutine per disturbare i celiaci.
Neanche il tempo di cliccare su «Publish» e far uscire l’articolo sul glutine nell’ostia, e già arriva la smentita: nessun problema per i bigotti celiaci, il glutine c’è ma non è sufficiente per scatenare la cacarella.
La Chiesa ha deciso: senza glutine, non c’è Cristo che tenga.
Secondo il «Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica», «transustanziazione significa la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante l’efficacia della parola di Cristo e dell’azione dello Spirito Santo» (n. 283). Bada: solo nella sostanza. Tutte le caratteristiche sensibili rimangono le stesse: sempre pane e vino sono. Insomma, se fai un’analisi chimica non ti accorgi di nulla e l’ostia consacrata è (o sembra?) pane azzimo e basta. È chiaro?
«…che cosa è bene per il suo bambino». Davvero? Anche una mamma irrazionale? Anche una mamma ignorante? Anche una mamma bigotta?
Accanimento terapeutico. Rifiuto delle vaccinazioni. Dove finisce la potestà genitoriale? E possiamo porle un limite anche nell’educazione?
Odio il Cristianesimo. Ne ho abbastanza di leggere articoli scritti da entomologi che osservano gli insetti umani agitarsi laggiù; dietro le lenti del microscopio: laddove brulica una vita che però gli entomologi non vivono, così come non la vivono tanti giornalisti e politici che la osservano e la giudicano dai loro laboratori separati, asettici, fuori dai quali annasperebbero e perirebbero come in un’acqua che non è la loro.