Sgradevole, banale e moralista

«Abbasso i tolleranti», di Claudio Cerasa, è una ciofeca deludente.


Su questo saggio avevo delle aspettative: speravo fosse una lettura provocatoria. Abbastanza quanto meno da suscitare qualche riflessione. Invece mi sono sciroppato una sfilza di lezioncine piene di luoghi comuni grondanti moralismo di mezza tacca e proposte con una maieutica da quattro soldi, con quelle penose domandine alla fine di ogni capitolo che sembrano oneste ma di fatto sono retoriche. Per la serie: «Adesso ti racconto delle cose originali alle quali non avevi mai pensato da solo e ti aiuto a capire come stanno davvero le cose».

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Perché…

…esiste qualcosa invece che nulla? La risposta dipende da come interpretiamo la domanda. E una possibilità ci porta verso una divinità molto speciale.


Di fronte a un evento ci chiediamo: perché? Di solito lo facciamo senza riflettere sulla doppia possibile interpretazione della domanda: causale oppure teleologica.

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Ateismo o agnosticismo?

È una polemica antica. Antica e assurda. Perché si può essere atei e nel contempo agnostici. Anzi si deve. Ma per il Dio abramitico si può e si deve essere atei e basta.


Ricordo una chiacchierata di quasi 30 anni fa con Giuliano Toraldo di Francia, una sera a cena al termine dei lavori di un workshop. Si parlava del problema teologico, e lui mi disse: «Tu sei ateo, ma non sei davvero razionale, perché non puoi dimostrare che Dio non esiste. Il tuo è un atto di fede. Io invece sono razionale, perché sono agnostico. Dio c’è? Dio non c’è? Non lo so». A quell’epoca ero un ventenne sprovveduto e non seppi rispondergli.

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Una modesta proposta

«L’Italia è un Paese cattolico», si dice. Così cattolico da imporre i valori cattolici anche a chi cattolico non è. Ecco dunque un’idea: vediamo chi, fra i cattolici, sarebbe disposto a pagare il prezzo reale della propria professione di fede.


Molti cattolici scopano prima del matrimonio. Alcuni scopano anche con persone del loro stesso sesso. Dopo il matrimonio, tanti scopano al di fuori. Per evitare gravidanze indesiderate, parecchi usano la contraccezione. Se però càpita lo stesso, molti cattolici abortiscono. Tanti poi divorziano.

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L’Eterno Assente è rivoltante?

Qualcuno lo sostiene. E sai che c’è? Potrebbe anche aver ragione. Sicché urge uno spiegone.


Mi ha scritto una persona che stimo molto e la cui opinione mi sta a cuore:

Ho guardato il sito, e mi trovo d’accordo con la maggior parte di ciò che contiene. Anzi, penso che sia molto bene che queste cose vengano dette e scritte.
Però mi disturba il linguaggio volgare e l’atteggiamento qualche volta insultante.

Lo capisco. Davvero: capisco che L’Eterno Assente possa risultare rivoltante per qualcuno. Eppure continuo a mantenerlo così. Anzi, l’ho proprio progettato così fin dal principio. Perciò mi sa che ora devo proprio spiegare perché.

Ecco dunque le Frequently Asked Questions de L’Eterno Assente.

Leggi le FAQ

(Foto: Wutsje)

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Stoico e ateo

Massimo Pigliucci è conosciuto in Italia soprattutto come autore di un saggio di successo sulla pratica dello stoicismo nella vita quotidiana. Però è molto di più: un biologo, un filosofo della scienza, un ateo, un divulgatore, un attivista… Ma come fa?


L’intellettuale rinascimentale era completo: matematico, scienziato, filosofo, artista e anche politico. Oggi sarebbe impossibile: lo scibile umano è troppo vasto per entrare tutto in un’unica mente. In compenso siamo finiti all’estremo opposto: la iperspecializzazione. Spesso con l’aggravante dell’incomprensione se non addirittura dell’ostilità verso tutto quello che sta fuori dall’orticello. «Le Due Culture» di Charles Snow uscì nel 1959: quasi 60 anni e non sentirli, ché poco o nulla sembra cambiato. Il filosofo idealista ritiene, seguendo l’eredità di Heidegger, che «la Scienza non pensa», e la scienziata positivista che la filosofia è fuffa, inutile per capire davvero il mondo. Be’, Massimo Pigliucci non è così.

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Vita? Anima? Chissenefrega

Quello in malafede sarei io. Già già. Proprio. E pure cattolico, tie’.


Nel rispondere al mio ultimo articolo, chiarabxl scrive:

(…) queste frasi derivano dal dogma cattolico per cui la vita inizia al concepimento (…)

Sicché la vita non inizia nel momento del concepimento? Crederlo significa aderire a un dogma cattolico? Ok, allora quando inizia? Chissenefrega, perché

(…) il (presunto) diritto alla vita del feto non rileva, perché nessuno di noi ha diritto a usare il corpo di un’altra persona senza consenso (…)

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Solo una domanda

Nella recente polemica con i pro life, negli argomenti dei pro choice manca una aspetto. Se lo si considera, bisogna poi essere consequenziali fino in fondo.


Premessa: non sono contrario all’aborto. Figuriamoci. Lo considero una conquista di civiltà e di emancipazione delle donne. Quindi sono disgustato dalla retorica dei cosiddetti pro life: gente che, sulla base dei propri dogmi religiosi e valori morali, pretende di stabilire che cosa possono fare o non fare tutti gli altri. Gente che fa cose orribili come questa:

Bleah. Schifo. Vomito. E alla fine è stato tirato giù, com’è giusto.

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