Il cristianesimo in 2 minuti – 44/50

Trovare Gesù attraverso i giochi da tavolo: il cristianesimo non ha senso


Un gioco popolare si trasforma da infinitamente coinvolgente in inutile con un piccolo cambiamento, e questo stesso difetto è al centro della visione cristiana del mondo.

Consideriamo gli scacchi. La versione moderna è sostanzialmente diversa da quella originale, che riproduceva gli elementi di un esercito. Se facciamo evolvere il gioco moderno un po’ di più, potrebbe aiutarci a trovare Gesù, perciò facciamolo e inventiamo i superscacchi. Se avete familiarità con gli scacchi moderni, trovate molti aspetti uguali. Per esempio la scacchiera è la stessa, con 8×8 caselle. Pedoni, cavalieri, alfieri, torri, re e regina si muovono nel modo abituale.

Il grande cambiamento sta nello scopo del gioco. Non si tratta più di dare scacco matto al re avversario. Nei superscacchi si vince quando si accetta Gesù Cristo come Signore e Salvatore.

È un gioco piuttosto brutto, ma perché? Perché le motivazioni del gioco (catturare i pezzi dell’avversario e difendersi dai suoi tentativi di fare lo stesso, controllare il territorio, attaccare il re nemico e così via) non hanno nulla a che fare con lo scopo del gioco. È come una partita di calcio in cui le due squadre lottano strenuamente per segnare il maggior numero di punti… e alla fine la vincitrice è decisa dal lancio di una moneta.

Espandiamo l’idea dei superscacchi. Se la estendiamo fino a comprendere tutta l’esperienza umana, abbiamo il gioco del cristianesimo. Questa è la realtà ordinaria filtrata attraverso una visione cristiana del mondo, ed è molto più complicata di qualsiasi gioco da tavolo. In questo gioco ci sono cose belle come l’amore, l’amicizia, i beni, i successi, le esperienze e le vittorie personali. Ci sono anche cose brutte come la malattia, la morte, il dolore, le difficoltà finanziarie, i rimpianti e le sconfitte personali. I giocatori cercano di massimizzare le cose belle e di minimizzare quelle brutte.

Noi esseri umani siamo immersi in questo mare di complessità con forti motivazioni che ci spingono in direzioni contrastanti. Cerchiamo e condividiamo consigli sul modo in cui equilibrare queste motivazioni: come lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato, chi prendere a modello e come dev’essere una vita vissuta bene, per esempio. Spesso il metodo giusto per risolvere un problema o perfino per affrontare la vita stessa non è ovvio. Eppure le regole del gioco del cristianesimo chiariscono che, nel quadro generale, nulla di tutto questo ha importanza. Si vince la partita quando si accetta Gesù Cristo come proprio Signore e Salvatore.

Uno scopo così scollegato dalle motivazioni del gioco è la prova di un pessimo game design. Le realtà della vita sono fondamentali – le ignorate a vostro rischio e pericolo –, eppure sono dei diversivi senza senso rispetto allo scopo reale. Però questa è la visione cristiana del mondo, che ignora l’importanza dell’unica realtà che sappiamo esistere e punta con fiducia a una vaga realtà soprannaturale della quale non ci sono prove.

Bob Seidensticker


Note

L’ispirazione per questo argomento è venuta dal programma televisivo Atheist Experience «Argument from Game Design», episodio n. 616, 2 agosto 2009


(44/50 – continua)

Immagine: Peter Kambey via Pexels

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All material on this article is copyright 2023 by Bob Seidensticker. Translation By Choam Goldberg.


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