Il cristianesimo senza indottrinamento: un esperimento mentale
Supponiamo di ridefinire il cristianesimo come un’attività da adulti, come fumare, bere, votare, guidare e sposarsi. Non sono illegali, ma la società esige che si sia abbastanza grandi per svolgerle con discernimento. Privato della sua fonte più fertile di nuovi membri, questo cristianesimo per soli adulti si estinguerebbe nel giro di poche generazioni.
Noi adulti abbiamo un buon senso che ci aiuta a credere alle affermazioni vere e a rifiutare quelle false. Per esempio, la maggior parte degli adulti americani rifiuterebbe un argomento in favore dell’islam, dell’induismo o del sikhismo con la stessa rapidità con cui rifiuterebbe le affermazioni su cure miracolose, le storie di rapimenti alieni e gli ottimi prezzi dei terreni paludosi in Florida.
Da adulti siamo molto più bravi a distinguere la verità dalle sciocchezze di quanto lo fossimo da bambini. Ecco perché la maggior parte dei cristiani viene indottrinata durante l’infanzia, prima che il buon senso sia maturato. Questa è l’idea alla base della massima dei gesuiti: «Datemi un bambino fino all’età di sette anni e vi darò l’uomo». La troviamo anche nei Proverbi: «Insegna a un ragazzo come deve vivere, / e anche da vecchio ricorderà l’educazione avuta».
La mente dei bambini è malleabile e le idee soprannaturali provenienti da un’autorità affidabile come un genitore o un insegnante vengono accettate con ingenua fiducia. Far appassionare alle sigarette un cinquantenne che non ha mai fumato è come far appassionare al cristianesimo un cinquantenne che non ha mai sentito parlare di Gesù. È possibile in entrambi i casi, ma è molto più facile quando si inizia presto.
Gli adulti cresciuti in una religione pensano che le loro credenze religiose siano ragionevoli o addirittura ovvie, mentre chi viene avvicinato a quelle credenze da adulto spesso pensa che siano strane o addirittura pazze. Gli adulti religiosi useranno il loro intelletto per inventare ragioni per garantire ai loro ego che le loro credenze hanno senso. Non ammetteranno che le loro credenze soprannaturali sono ridicole se osservate in modo spassionato o che credono senza una ragione migliore del fatto che sono stati cresciuti con esse.
Possiamo vedere questo fatto sotto un altro punto di vista immaginando una conversazione tra il padre di un bambino di 6 anni e la nonna.
La nonna dice: «Adesso il piccolo Johnny è abbastanza grande da poter essere mandato alla Scuola domenicale».
«Potrai mandarlo quando avrà 18 anni», risponde il padre, «Preferirei che rimanesse fuori dalla chiesa fino ad allora».
«Ma a 18 anni è troppo tardi!», replica la nonna. «A quel punto avrà già acquisito le proprie abitudini di pensiero. Allora non accetterà la verità».
Che tipo di «verità» è quella che deve essere insegnata prima che le persone siano mature, prima che il loro buon senso sia pienamente sviluppato? La nonna si rende conto che solo quando qualcuno è immaturo il credo della religione può essere inculcato nella sua testa, ma questo indottrinamento è un pessimo sostituto della verità. Va bene per un’usanza sociale, non per la rivendicazione di una visione del mondo.
I cristiani adulti dovrebbero pensare come reagirebbero se venisse chiesto loro di adottare una religione radicalmente diversa. Pochi cambierebbero, ma perché? Da adulti una religione estranea appare estranea. Ecco perché le religioni hanno bisogno di accedere a convertiti immaturi per sopravvivere. Non è detto che la religione nell’ambiente del bambino sia quella giusta, ma è quella che è loro familiare.
Note
Insegna a un ragazzo come deve vivere,
e anche da vecchio ricorderà l’educazione avuta.
– Proverbi 22,6.
(38/50 – continua)
Immagine: Pixabay (CC0)
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All material on this article is copyright 2023 by Bob Seidensticker. Translation By Choam Goldberg.
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