Il cristianesimo in 2 minuti – 02/50

Un’arca che perde: la storia di Noè non regge


La maggior parte degli americani crede che la storia di Noè sia letteralmente vera, parola per parola, ma i problemi di questa storia sono così evidenti che non può che essere un mito.

L’arca era lunga più di 100 metri, perciò era la più grande nave di legno mai costruita. Avrebbe richiesto decine di migliaia di grandi alberi. Da dove proveniva il legno? Noè e i suoi tre figli avrebbero potuto costruire con le loro mani una nave del genere?

Come potevano starci tutte le specie del mondo? Alcuni cristiani letteralisti suppongono che ci fossero solo un migliaio di «tipi» (termine biblico) di animali, che si sono evoluti furiosamente dopo l’approdo dell’arca, intorno al 2500 a.C., per creare i milioni di specie che abbiamo oggi. Questi stessi cristiani spesso rifiutano l’evoluzione, cioè il meccanismo necessario a spiegare la comparsa delle specie odierne.

Che cosa mangiavano i carnivori durante il viaggio? Forse c’erano alcuni animali e uccelli di riserva da sacrificare, ma che cosa era disponibile per le tigri e i lupi? E che cosa mangiavano subito dopo essere stati liberati dall’Arca? Mangiare anche un solo coniglio o una sola zebra avrebbe fatto estinguere quella specie.

Che cosa mangiavano gli erbivori? Il fieno potrebbe conservarsi bene, ma che dire dei colibrì che bevono nettare e dei pipistrelli che mangiano frutta? Fiori e frutta non sarebbero durati per tutti i mesi del viaggio. Come hanno raccolto gli alimenti locali per ogni animale, come il bambù fresco per i panda?

Che cosa mangiavano gli insetti? Oggi i biologi non sarebbero in grado di fornire il tipo di cibo e le condizioni di vita giuste per garantire il 100% di sopravvivenza a tutti gli insetti conosciuti. È difficile immaginare come Noè e i suoi figli avrebbero potuto farcela.

Anche i pesci avrebbero avuto difficoltà. La terra era coperta da un unico specchio d’acqua, turbolento e fangoso. Senza alcuna separazione tra laghi e oceani, i pesci d’acqua dolce e quelli d’acqua salata non avrebbero potuto essere entrambi felici.

Come facevano gli animali terrestri a viaggiare da luoghi lontani e a tornare poi a casa? Come hanno fatto i pinguini e gli orsi polari a raggiungere la Mesopotamia e a rimanere comodamente al fresco durante il viaggio? Come hanno fatto a tornare i canguri in Australia e i bradipi in Sud America?

Tutte le piante del mondo avrebbero potuto sopravvivere a mesi di immersione nell’acqua di mare per ricolonizzare la terra? E quanto tempo sarebbe stato necessario a questo ecosistema sterile per recuperare, prima che Noè e la sua famiglia potessero trovare cibo?

Un’alluvione di portata mondiale avrebbe seppellito insieme i corpi degli animali dello stesso ecosistema. Per esempio, potremmo aspettarci fossili di ippopotami e dinosauri sauropodi insieme, se fossero vissuti nello stesso ambiente paludoso. La documentazione fossile non lo dimostra.

Si può immaginare una risoluzione miracolosa per ogni problema, ma, se i miracoli sono la risposta, perché preoccuparsi di questo mito elaborato e irrealizzabile? Dio avrebbe potuto semplicemente uccidere tutti i cattivi in un istante, lasciando a Noè e alla sua famiglia il compito di ripopolare la terra.

I geologi ci dicono che non ci sono prove di un’inondazione mondiale, e i problemi logistici appena esposti avrebbero affossato il progetto. Peggio ancora, il genocidio globale non può essere opera di un Creatore amorevole.

Bob Seidensticker


Note

La maggior parte degli americani crede che la storia di Noè sia letteralmente, parola per parola, vera
Per il 60% degli americani (sondaggio del 2004) la storia di Noè è letteralmente, parola per parola, vera. Per i protestanti la percentuale è del 73%. Per gli evangelici è dell’87%. «Six in 10 Take Bible Stories Literally», ABC News, 10 febbraio 2004

La più grande nave di legno mai costruita
«Noah’s Ark: Sea Trials», podcast di Skeptoid, 11 ottobre 2011


(02/50 – continua)

Immagine: Wikimedia, CC

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All material on this article is copyright 2022 by Bob Seidensticker. Translation By Choam Goldberg.

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