L’Eterno Assente si assenta ancora un po’. Perché io devo riflettere. Però torna, eh. Torna di sicuro. Abbi fede.
Lo so. Lo so cosa stai pensando: «E quindi? Non avevi detto “All’inizio di luglio”?». Sì, avevo detto «All’inizio di luglio». Oggi è il 9 luglio e… niente: non ho ancora pubblicato niente.
Non che manchino gli spunti. Il piano editoriale sta lì e mi guarda, come a dire «Embe’? Che altro ti serve?». Per non dire dell’attualità, da Noa Pothoven al velo di Malala in Canada.
Ma niente. Non ce la faccio. Sono troppo scoglionato. Dev’essere la mezza età: ci arrivi, fai il punto della situazione, osservi l’elenco dei successi e dei fallimenti e ti accorgi che la tua esistenza dev’essere – come dire? – un po’ raddrizzata, ecco. Che le cose di cui ti fregava tantissimo sono un po’ meno interessanti. Che gli scopi irrinunciabili sono un po’ meno prioritari. Che magari anche il senso può essere un altro. E che quindi anche i progetti devono essere riadattati.
Tranquillo: non sto per convertirmi (anzi per ri-convertirmi). E nemmeno sto progettando di chiudere L’Eterno Assente. Però ho bisogno di concedermi un periodo per riflettere. Un periodo più lungo del mese di giugno che avevo previsto. Diciamo ancora… ancora… ancora tre mesi, va’. Diciamo fino a ottobre.
Sì, diciamo fino a ottobre. Magari nel tuo orizzonte degli eventi ricompaio prima, ma ora come ora mi sento di dire fino a ottobre. Salvo scazzi epici nel frattempo.
Stay tuned e abbi fede.
(Foto: Benito Roveran)
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