Sembrano brave persone. In realtà praticano una sostanziale disonestà intellettuale. E sdoganano l’idea che la fede nel Dio di Abramo sia decorosa e rispettabile.
L’osceno Congresso Mondiale delle Famiglie si è concluso e i partecipanti sono tornati da dov’erano venuti, ma non dove sarebbero dovuti andare, cioè ‘affanculo. Si sono sentite le solite stronzate, che non definisco «medievali» per non insultare il Medioevo. Ma si sono sentite anche le dissociazioni provenire da una parte del mondo religioso «illuminato» e «progressista». E si sono sentiti pure i plausi per questi «credenti buoni», in opposizione ai «credenti cattivi» del Congresso, provenire da alcuni atei. Sicché, tanto per aggiungere una (inutile) voce in più, faccio sentire la mia disapprovazione per questi ultimi. Perché i credenti, «buoni» o «cattivi» che siano, hanno tutti lo stesso difetto: sono credenti.
«Voler introdurre uno Stato di tipo etico, al pari dell’Isis, non è lo scopo, né interesse della Chiesa Cattolica, ma di questi movimenti che, manipolando e travisando il Vangelo e il Magistero pontificio pensano di poter travisare noi cattolici, comprese le donne, imponendo una visione del tutto distorta della società, caratterizzata da privilegi e privilegiati, reintroducendo distinzioni di sesso, razza, cultura, censo, età e potere. Una società estranea alle persone, disprezzante la dignità ed i diritti altrui: in specie quelli del diverso, dell’estraneo, del debole.»
– Michela Nacca, avvocata della Sacra Rota, commentando il Congresso Mondiale delle Famiglie
Che meraviglia, eh? Una cattolica – e che cattolica: un’avvocata della Sacra Rota, mica l’ultima vecchietta bigotta – in un’intervista all’Agenzia Dire accusa di oscurantismo i partecipanti al Congresso. Vien voglia di abbracciarla. Di sentirla nostra preziosa alleata. Così difatti hanno reagito alcuni atei, esortando a unirsi ai credenti «moderati» affinché sia più efficace l’azione di chi vuole resistere al fasciobigottismo.
Ebbene, ‘sta cosa dei «moderati» con i quali bisogna avere un dialogo e magari anche intessere alleanze su obiettivi comuni è un tormentone che non si può più sentire. Vale per i «moderati» cattolici, ma pure per quelli ebrei e musulmani.
I cosiddetti «moderati» sono brave persone, si sostiene: condividono con noi il desiderio di progresso, la difesa dei diritti fondamentali, il rispetto per la libertà individuale, l’accoglienza della diversità, l’apertura alla novità. Sono brave persone e sono anche credenti, ma questo va considerato un dettaglio trascurabile: importanti sono i valori condivisi, quindi in fondo sono affari loro se credono in Dio, giusto?
Sbagliato. Semmai i «moderati» sembrano brave persone nonostante siano anche credenti. Sembrano soltanto, non sono. E, soprattutto, nonostante. Infatti, per poter appartenere a entrambe le categorie, i «moderati» devono praticare una sostanziale disonestà intellettuale. Essi accettano solo le credenze, i dogmi e le tradizioni che consentono loro di essere moderni e progressisti. Universalizzano e leggono in modo letterale i passi delle Scritture che li confermano. Invece nelle Scritture relativizzano e interpretano in modo simbolico tutti gli episodi di intolleranza, di discriminazione, di oppressione, di violenza e tutte le affermazioni stupide, illogiche, incoerenti, incompatibili con la razionalità. Di conseguenza trascurano, fra le credenze, i dogmi e le tradizioni, quelli fondati sulla misoginia, sul patriarcato, sull’omofobia, sul sessismo, sul dogmatismo ottuso. Questo comportamento ha un nome: disonestà intellettuale, appunto. I «moderati» sono disonesti perché, se fossero coerenti con la propria fede, non potrebbero essere brave persone. Infatti la credenza nel Dio delle tradizioni abramitiche rende di fatto cattive persone.
Per esempio, se sei una donna cattolica, come puoi dichiarare che «una visione (…) della società, caratterizzata da privilegi e privilegiati, (…) una società estranea alle persone, disprezzante la dignità ed i diritti altrui» non è connaturata al Vangelo e alla Chiesa cattolica? Gesù Cristo era una donna? C’erano donne fra i 12 apostoli? Gesù hai mai davvero proibito la lapidazione delle adultere oppure si è limitato a dire che solo chi è innocente poteva lanciare le pietre? Gesù ha mai speso una parola contro la schiavitù? Ti sei forse dimenticata quello che sulle donne scrive Paolo – san Paolo, eh, mica l’ultimo sfigato pretonzolo di campagna – nella 1. Lettera ai Corinzi? E oggi le donne possono forse accedere al sacerdozio? Il loro ruolo è riconosciuto al pari di quello degli uomini? L’omosessualità è accettata nella Chiesa? Hai forse rimosso le frasi di Papa Francesco – il moderno Francesco, il progressista Francesco così amato dalla Sinistra degli atei devoti – sull’aborto e i suoi paragoni con i sicari e i nazisti?
E ancora, se sei una donna musulmana, come puoi credere che la tua religione sia rispettosa dei tuoi diritti, quando nel Corano – il Corano, eh, ossia la Parola di Allah, grande e misericordioso – la Sura An-Nisâ dà a tuo fratello maschio il doppio della tua eredità di femmina e, siccome Allah ti considera inferiore, suggerisce agli uomini di picchiarti se non ti sottometti? Come puoi sentirti rispettata quando i tuoi genitori ti dicono che, se non indossi l’hijab, non sei una brava musulmana perché provochi il desiderio negli uomini e perciò finirai all’inferno come meriti?
I credenti «moderati» non sono innocui. Con la propria disonestà intellettuale, i «moderati» sdoganano la convinzione che le religioni abramitiche siano un insieme di credenze in fondo positive, che siano «religioni di pace e di amore». Invece le religioni abramitiche sono – come non mi stancherò mai di ribadire – la peggiore sciagura che mai abbia colpito la cultura umana. Lo sono perché hanno provocato e tuttora provocano persecuzioni e massacri. Ma anche perché da sempre incoraggiano il dogmatismo e la fede cieca in un cumulo di superstizioni degne di pastori mediorientali dell’Età del Ferro. Siccome i «moderati» sdoganano questa schifezza, siccome fanno sembrare decorosa e rispettabile un’ideologia che è indecente e pericolosa, essi lasciano credere che i fondamentalisti, dai terroristi islamisti fino agli oscurantisti cristiani e agli haredi ultraortodossi ebrei, siano solo degli estremisti marginali, che si possono osteggiare senza mettere in discussione la religione. Invece i fondamentalisti, pur nella loro manifesta, esplicita e compiaciuta ottusità, sono i soli davvero coerenti e consequenziali con le proprie Scritture e con la propria fede. Ed è proprio quella fede che va combattuta. La società sarà un posto migliore solo quando dalla cultura umana sarà scomparsa ogni «fede», intesa come credenza tetragona e irrazionale e come fedeltà cieca e acritica a un libro, a una tradizione, a un magistero.
Qualcuno dirà che la fede religiosa è comunque una risposta a una domanda esistenziale. Certo: esiste un bisogno di senso. La fede è una risposta… ma è una risposta sbagliata perché assurda. Peggio: è una risposta pericolosa. Nel peggiore dei casi la fede abitua alla certezza inamovibile e scatena l’intolleranza. Nel migliore induce alla disonestà intellettuale e trasforma in complici occulti dell’estremismo intollerante.
Insomma, chi crede nell’esistenza del Dio di Abramo, onnisciente, onnipotente e buono, con l’evidenza dell’infinito dolore innocente nel mondo e con il cumulo di stronzate che su quel Dio si sono accumulate in tre millenni, o è stupido, o è ignorante, perché non conosce le Sacre scritture della propria religione, o è in malafede, perché le conosce ma fa finta di nulla e pesca solo quello che gli fa comodo, oppure è privo della minima capacità di pensiero critico.
E noi vogliamo stare a discutere, confrontarci e collaborare con gente così? Noi vogliamo dare alle loro assurdità la dignità di idee rispettabili? Ma anche no, grazie.
Gullibility and credulity are considered undesirable qualities in every department of human life – except religion.
– Christopher Hitchens
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