Sembra una soluzione al problema della teodicea. Sembra solo, però.
Ne ho già parlato in lungo e in largo: l’argomento definitivo contro l’esistenza del Dio di Abramo è la teodicea. Ovvero: come può un Dio onnisciente, onnipotente e buono permettere la sofferenza di un essere senziente innocente? Non può, infatti: comunque la si giri, se esiste il dolore allora quel Dio lì è impossibile. Ogni presunta spiegazione escogitata in 2’500 anni è o ridicola o assurda o ridicola e assurda nel contempo. Tant’è che ormai l’argomento della teodicea io lo uso per togliermi di torno i credenti in cerca del dialogo, con l’intento di dimostrare la razionalità della propria fede. La sofferenza innocente sbatte il credente di fronte all’assurdità e lo costringe a trincerarsi dietro il Mistero della fede. Che è, come ho ampiamente argomentato, l’ammissione del fallimento della propria razionalità.
Poi però arriva l’ateo o l’agnostico che mi propone un’alternativa: «Magari Dio è stronzo. E la sofferenza esiste proprio per questo». E magari un Dio stronzo ha anche una madre stronza. Ah ah. Affascinante. Purtroppo – o, meglio, per fortuna – neppure così funziona.
Anzitutto, se Dio è stronzo di sicuro non è il Dio delle tradizioni abramitiche. Il Dio di Gesù è un Dio che è amore. Allah viene spesso definito «misericordioso». Perfino Yahweh ama il proprio popolo prediletto, quantunque non perda occasione per scatenare catastrofi e ordinare genocidi. Perciò tanto basta per farci concludere che l’ipotesi del Dio malvagio spazza via quella del Dio di Abramo.
Inoltre nemmeno il Dio stronzo regge il confronto con la realtà. Infatti Dio dev’essere l’Assoluto. Se fosse buono, dovrebbe essere la Bontà assoluta, tale da escludere ogni male nella propria creazione. Siccome il male esiste, quel Dio non c’è. Ma, se Dio fosse stronzo, allora dovrebbe essere la Stronzaggine assoluta, tale da escludere ogni bene nella propria creazione. Tuttavia, se ci guardiamo in giro, vediamo che un po’ di bene esiste. Come c’è il dolore fisico, così c’è il piacere fisico. Come c’è la sofferenza psicologica, così c’è il godimento intellettuale. Come ci sono la violenza e la sopraffazione, così ci sono la solidarietà e la cooperazione. Come c’è l’odio, così c’è l’amore. Ce n’è tanto o poco? Non importa: ce n’è quanto basta per indurci a concludere che anche il Dio stronzo non può esistere. Se un Dio onnisciente, onnipotente e malvagio esistesse, impedirebbe quel poco di piacere, di godimento e di amore e la sua creazione sarebbe un inferno totale.
Sicché non se ne viene fuori: Dio, in quanto Assoluto, non può esistere. Né se è buono né se è cattivo.
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