L’arcivescovo bolognese e gli infanticidi americani: la logica è la stessa, ma i due assassini almeno sono coerenti.
La fede ha una sua logica interna. Cretina finché si vuole. Perfino criminale, se spinta al limite. Ma logica. Vediamola all’opera in due fatti di cronaca recente, distanti ma legati in maniera sottile.
Negli Stati Uniti, Seth Welch e Tatiana Fusari vengono condannati all’ergastolo per aver lasciato morire di malnutrizione e disidratazione la figlia di 10 mesi. La loro spiegazione è semplice:
Dio è sovrano e decide lui chi vive e chi muore.
Per un attimo, mettiti nei loro panni e prova – lo so che è dura, ma prova – a ragionare come loro. Se davvero sei convinto dell’esistenza di Dio, devi concludere che Lui, nelle Sue infinite onnipotenza, onniscienza e bontà, agirà per il meglio. Certo, le Sue vie sono incomprensibili e misteriose. Se, per esempio, decide di lasciar morire tua figlia, è doloroso, ma amen: così doveva essere. È il Mistero della fede e tu devi accettarlo. Non capisci, ma credi.
L’ho detto, eh: è una logica cretina e in questo caso addirittura criminale. Però all’interno di quel sistema di riferimento, con quell’assioma iniziale (Dio esiste ed è onnipotente, onnisciente e buono), sta in piedi.
Adesso facciamo un salto di migliaia di chilometri: dal Michigan a Bologna. Dove l’arcivescovo Zuppi legge alla luce della divina Provvidenza lo spaventoso incidente in autostrada:
In tangenziale c’è stato l’intervento della Provvidenza di Dio. Un dono, una protezione.
Ora, se io fossi uno dei soccorritori che hanno rischiato la pelle per salvare le persone, se fossi un ustionato in un letto d’ospedale, se fossi un parente del camionista morto, in tutta cordialità sfanculerei l’arcivescovo: ma questo vostro Dio onnipotente e onnisciente e buono non poteva evitarlo, l’incidente, invece di permetterlo e poi di godere pure del merito di aver limitato le vittime a una sola? Che razza di Provvidenza sarebbe, scusate?
Tuttavia l’arcivescovo ha una risposta:
Siamo davanti al mistero della croce di Dio che non manda, né vuole il male nel mondo, ma con la sua sofferenza ci aiuta a capire la nostra.
Ma capire cosa? Che cazzo c’è da capire, se è un mistero? Insomma si torna sempre lì: Dio è onnipotente e onnisciente e buono, la sofferenza esiste, siamo sconcertati dalla contraddizione, ci rifugiamo dietro il Mistero della fede. Un insulto all’intelligenza.
Chi è peggio? Sul piano dell’empatia umana, è ovvio: i due criminali. Invece sul piano della logica l’arcivescovo. Che dovrebbe, come i due infanticidi, portare l’onnipotenza e l’onniscienza e la bontà divine alle naturali, inevitabili, logiche conseguenze: Dio può tutto, sa tutto, ci ama, perciò lasciamolo agire per il meglio, anche se non lo capiamo. Sicché la prossima volta non mandiamo nessuno a soccorrere le vittime, ché Lui provvederà. E noi accetteremo, con grande umiltà intellettuale, ogni sofferenza come un dono giustificato dalla Sua imperscrutabile volontà. E crederemo in Lui senza capire. Amen.
Choam Goldberg
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