Fede e ragione

O l’una o l’altra. Oppure la dissonanza cognitiva.


Copio dal Gruppo Facebook di uno dei tanti apologeti bigotti che appestano i social network:

Da laureato in Fisica ritengo che i vari Odifreddi e Flores D’Arcais abbiano fatto danni incalcolabili presentando la fede cattolica come un coacervo di superstizioni totalmente irrazionali. Creando questo gruppo voglio controbattere queste affermazioni dimostrando che la vera fede ha sempre un supporto razionale e che sono gli atei che ho nominato a non usare correttamente quella razionalità di cui si vantano.

E niente: fa già ridere così. Se pensiamo alla resurrezione di Cristo, alla Trinità divina, al peccato originale, alla verginità della Madonna, alla transustanziazione e al resto del cumulo di cazzate che per i bigotti sono Verità, la loro pretesa che il cattolicesimo sia razionale fa scompisciare dalle risate. Se possedessero un briciolo di onestà intellettuale, ammetterebbero di credere in quel pattume intellettuale per pura, semplice, elementare fede. Quindi in modo irrazionale, appunto.

Sicché adesso smettiamo di ridere e vediamo la differenza fra fede e ragione.
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C’è Dio e Dio

E ognuno merita un punteggio diverso sulla scala di Dawkins.


La fede in Dio è razionale: c’è un intero settore dello zoo dei bigotti – ossia il gregge degli apologeti cattolici al pascolo nei social – che ha fatto di questa tesi il nucleo della propria propaganda. Troviamo la stessa tesi nel magistero ratzingeriano, secondo il quale fede e ragione sono compatibili. Eppure rimane una tesi priva di fondamento. Anzi proprio sbagliata.

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Finitudine

La morte non è il Male. E un’altra teodicea non regge.


La community de L’Eterno Assente è formidabile: persone tutte diverse, ciascuna con la propria peculiarità. Per esempio, se di me i bigotti dicono che ho la fissa della teodicea, allora dovrebbero conoscere il mio gemello, rust: la sua passione è la caccia in rete ai documenti più strani, che poi sottopone agli altri come provocazione intellettuale. Con una predilezione per le teodicee, appunto. Sua è la scoperta degli articoli sul Male come assenza di Bene. Suo pure il rinvenimento della tesi di laurea con una panoramica sulle teodicee. Alcuni mesi fa rust ha scovato una nuova chicca, che ora finalmente vado ad analizzare.

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L’argomento cosmologico

I bigotti continuano a riciclarlo, ma resta sempre pattume intellettuale.


Il Big Bang: basta nominarlo per provocare orgasmi in qualsiasi apologeta del Dio abramitico. L’idea è troppo arrapante per loro, se ci pensi: la scienza dimostra che c’è stato un inizio dell’universo. Non solo: possiamo anche datarlo. Certo, non c’entra un cazzo con la Genesi nell’Antico testamento, ma che problema sarà mai? La fede è progredita e oggi tutti considerano quel racconto allegorico. L’essenziale è il concetto, appunto: l’inizio. L’inizio fa subito pensare a un creatore. Se poi la prima intuizione la ebbe un sacerdote, Georges Lemaître… bingo! È il sogno bagnato di ogni apologeta. Lo senti? Lo senti ripetere la solita manfrina? «La scienza non dimostra l’esistenza di Dio, ma offre ottimi indizi!». Ma davvero?

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Alice

L’esempio definitivo che demolisce ogni teodicea, dalle più cretine fino alle più sofisticate.


Forse ricordi Alice: ho parlato di lei in un articolo sulla teodicea. Ho riflettuto parecchio sul suo caso e l’ho perfezionato in modo da renderlo un esempio inattaccabile di sofferenza capace di demolire qualsiasi teodicea.

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Sempre lì si arriva

Oltretutto con la pretesa che a fornire la prova siano gli atei.


Io sono sempre a caccia di argomenti capaci di smentirmi. Sempre. Mi ci diverto proprio. D’altronde così funziona la razionalità: bisogna cercare non di provare, bensì di falsificare. Perciò sono costantemente in cerca di sfide intellettuali e, quando un lettore, Stefano, mi ha segnalato un diverso tentativo di soluzione del problema della teodicea, mi ci sono fiondato sopra.

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Un’etica razionale?

Non esiste. Ma anche ‘sticazzi.


Si fa presto a parlare del Bene e del Male. Anche noi, eh. Per esempio parliamo del Male tutte le volte in cui applichiamo l’argomento della teodicea alla demolizione del Dio della tradizione abramitica. Ma che roba è il Male? E il Bene? Eppure dobbiamo definirli, se vogliamo – vogliamo? dobbiamo? – fondare un’etica.

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